Si avvicina il giorno della mia partenza per il Guatemala

rosarioMi rimangono ancora pochi giorni in Honduras, presto mi trasferirò in Guatemala. L’Honduras e la parrocchia dove sono mi hanno davvero stregato il cuore. Approfitto per raccontarvi quello che mi è successo in questi giorni.
La missione di evangelizzazione per le strade di Comayaguela è terminata. Ora attendiamo i frutti di questa mobilizzazione. Il 27 di Ottobre, abbiamo celebrato una notte di preghiera per le vie del quartiere San Martin. Il camion della parrocchia, trasformato per l’occasione in palco, ha ospitato un predicatore della parrocchia vicina, che ha fatto una lectio divina su Mosè in fronte al roveto ardente. Successivamente il gruppo musicale ha animato con canti e balli la serata ed infine io ho celebrato la messa. Mi ha fatto un effetto strano celebrare per le vie del quartiere la messa, il giorno stesso in cui abbiamo terminato di visitare e “portare la buona notizia” casa per casa alla gente del posto. Alla fine, per prendermi in giro, mi hanno detto che sembravo un pastore evangelico, che tradotto, mi stavano dicendo che avevo fatto una buona predica, mi ha fatto ridere l’accostamento, soprattutto per il fatto che i pastori evangelici gridano tutto il tempo.

Il 28 abbiamo festeggiato la fine della missione con una giornata di giochi popolari per tutti (compreso l’albero della cuccagna), terminando con la messa. È bello vedere che la gente si diverte davvero con poco.
Il 3 di Novembre abbiamo organizzato una gita comunitaria e siamo andati a visitare le rovine maya di Copan, una delle città-stato di questa grande cultura che si è sviluppata nel Centro America. Io l’ho preso come un specie di viaggio studio, già perché tra poco mi trasferirò nel centro più prestigioso di quella che fu la cultura maya. Peten dista meno di 50 Km dalle rovine di Tikal, la città più importante che costruirono, inoltre I ketchi sono gli eredi dei Maya. La guida ci ha illustrato un po’ la loro cultura. Una delle cose che più mi ha colpito è il senso del sacrificio personale per il bene di tutti che avevano i maya. Quando c’erano grandi problemi. Le persone si offrivano volontarie per essere sacrificate alle divinità (venivano uccisi nella piazza centrale) per il bene di tutti. I volontari si sfidavano in un gioco con il pallone e chi lo vinceva veniva eletto per il sacrificio; per chi vinceva era davvero un grande onore (l’onore massimo per lui e per la sua famiglia) ed una vergogna immensa per coloro che avevano perso. È proprio vero che Dio semina nel cuore degli uomini germi di Vangelo: in questo caso il valore del Sacrificio. Immagine2Noi cristiani sappiamo, però, che nel gesto della croce di nostro Signore vengono superati tutti i sacrifici perché attraverso di esso raggiunge e salva ogni uomo. Il giorno seguente abbiamo visitato una piantagione di caffè e ci hanno spiegato come si produce, come si coltiva. È stato interessante, visto che l’Honduras è tra i più grandi produttori di caffè al mondo.
Il 7 di Novembre, i giornalisti della rivista “The New Yorker” hanno visitato il centro diurno in San Martin. Da quel che ho potuto capire deve essere una rivista importante, perché il responsabile del bollettino salesiano di qua, quando gli ho mandato l’articolo con le informazioni della visita, mi ha risposto scherzosamente, che ormai manca solo che venga Obama. I giornalisti sono in visita in Honduras per visionare i progetti di sviluppo finanziati dal governo degli Stati Uniti in materia di sicurezza e di prevenzione della violenza. È particolarmente interessante che l’ambasciata degli Stati Uniti, tra i trenta centri diurni che aiuta economicamente faccia visitare sempre il nostro centro, è un attestato indiretto di eccellenza che fa piacere.
I visitatori sono rimasti ammirati dall’esposizione dei disegni fatti dai ragazzi della nostra “scuola di arte” amatoriale e dalle canzoni suonate dai nostri piccoli musicisti. La delegata dell’ambasciata ci ha invitato a partecipare ai bandi di concorso di arte che l’ambasciata americana indice ogni anno. Hanno poi conosciuto alcuni dei i bambini e dei giovani che frequentano corsi di informatica, e di recupero scolastico.
La notte prima di partire per i miei esercizi spirituali, sono stato svegliato dai rumori di una sparatoria che è durata circa venti minuti, che è terminata con lo scoppiò di una granata. Il giorno successivo, mentre partivamo, siamo passati per una via dove un crocicchio di gente esaminava incuriosito il corpo privo di vita di una vittima di un omicidio. Questi due tragici episodi, stavano lì come per ricordarmi, quale era il motivo per cui andavo agli esercizi spirituali, e per il quale mi sono fatto prete, non per una tranquillità personale, o
per una pace privata, ma per imparare a vedere il mondo con gli occhi con cui lo contempla Dio, per mettere a disposizione i doni che lui mi ha dato e per ricordarmi che devo convertirmi.
Primo giorno di esercizi spirituali. Tra le cose che il predicatore ha detto, una mi ha colpito particolarmente. Credere in Dio è affidarsi completamente in lui, è consegnarsi totalmente a lui e questo è difficilissimo. “quello che il tuo cuore cerca … quello è il tuo Dio” diceva Lutero. È ateo, chi anche senza aver perso la fede, vive senza che Dio lo interpelli e Dio ci interpella attraverso i suoi poveri. Madre Teresa ad una giornalista che la vedeva curare un lebbroso ormai vicino alla morte che le diceva di non perdere tempo con quel malato perché non c’era più niente da fare, rispose: “Signora, io in questo uomo di fronte a me vedo il mio Dio, e per questo voglio fare di tutto per alleviare le sue sofferenze. Io lo vedo chiaramente, se lei non lo vede, è un suo problema, ma mi lasci continuare a servire il mio Dio”. È ateo chi pone una separazione tra Dio ed il servizio a lui nel prossimo. Trasformando la fede in un idolo a mia immagine e somiglianza, da belle e sterili adorazioni in cappelle profumate di incenso, ma con nessun contatto con la realtà quotidiana, che ci fanno dimenticare che da questa parte de mondo si muore solo perché si sono attraversati i confini del proprio quartiere, sconfinando nell’altro che è protetto da malavitosi differenti e che per questo ti possono reputare degno di morte.
ImmagineTermino, infine, con una bellisima notizia. Ieri un ragazzo che faceva parte di una “baras” locale, diciamo una specie di gruppo ultrà, e qui i gruppi ultrà sono molto più violenti di quelli che abbiamo in Italia, si dedicano ad atti teppistici, e sono coinvolti nel traffico della droga, mi ha chiesto di poter far parte del gruppo di ministranti della parrocchia. Era uno di quei ragazzi, che quando era arrivato nel centro, si metteva in fondo alla Chiesa, e che veniva a messa, quando capitava ed il più delle volte stava fuori della Chiesa mentre celebravo. Un po’ alla volta abbiamo iniziato a fare amicizia e a scherzare, fino a quando si è confessato. Un momento molte forte per entrambi. È grandioso vedere i miracoli che il Signore compie nei cuori della gente, davvero in ogni ragazzo vi è un punto accessibile al bene, e davvero non esistono ragazzi cattivi, esistono solamente ragazzi poco amati. Mi ha chiesto che fossi io a rivestirlo. Qui c’è la tradizione che il ministrante viene rivestito con l’alba il giorno della sua promessa come ministrante dai suoi genitori. Potete immagginare come mi sia sentito alla proposta… e devo ammettere che ho trattenuto le lacrime a stento… Il Signore usa strumenti indegni per affermare la sua potenza e la sua capacità di salvare!
Un abbraccione a tutti