Articolo su TR News

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv. 15, 12-17).

In questo numero dedicato alla vocazione per il Regno, la mia attenzione si è fermata su una notizia giunta in questi giorni: “don Giampiero parte in missione!”.

Don Giampiero De Nardi è un giovane salesiano, ordinato sacerdote da pochi anni, figlio di due miei amici, Lillina Attanasio e Carlo De Nardi, conosciutisi in Ecuador, dove erano in missione. Tornati in Italia, e non potendo ripartire, nel 1982 hanno messo su, alla periferia di Roma, una casa famiglia chiamata “Provvidenza”, per l’accoglienza di ragazzi senza famiglia dai 14 ai 18 anni. A quei tempi Giampiero aveva solo cinque anni.

La matrice culturale, da cui provengono gli obiettivi della Cooperativa, è il Progetto Educativo Salesiano, basato su alcuni principi ispiratori come fiducia e attenzione all’uomo, alle sue potenzialità di crescita e sviluppo.

Giampiero è vissuto a “Provvidenza” dove i genitori vivevano un cristianesimo autentico, fatto di rinunce e di sacrifici, col desiderio di impegnarsi concretamente nella costruzione di un mondo migliore, il Regno. Lui stesso commenta: “agli inizi non avevamo nulla, né energia elettrica, né riscaldamento, però eravamo felici”.

Con Lillina, negli anni settanta, abbiamo condiviso, insieme ad altri giovani cooperatori salesiani, l’esperienza forte dei Campi di Lavoro e Animazione Cristiana, in paesi poveri dell’Italia. Nel contatto che lei, ancora giovanissima, aveva con le persone povere e sole di quei paesi, già si intravedeva la sua vocazione di donarsi agli altri senza mezze misure, senza “se” e senza “ma”.

Sono stato presente anche all’ordinazione sacerdotale di don Giampiero; una festa di giovani, gli stessi giovani che poi ha ritrovato nel successivo incarico di animatore del Centro di Formazione Professionale di “Borgo ragazzi Don Bosco” a Roma, un’esperienza che lo ha fatto maturare e crescere come prete e come salesiano.

Poi la sensazione che Dio volesse da lui qualcosa di più, e la scelta di partire missionario. “Credo che se trovi il posto giusto che il Signore ha pensato per te, nulla è difficoltoso”, ha commentato. E quando ha comunicato alla mamma e al papà la volontà di partire per il Guatemala, non hanno potuto che dire: “Abbiamo fatto lo stesso anche noi, non possiamo non essere felici per te”. Il 25 settembre, ha ricevuto il crocifisso, simbolo per coloro che partono per le missioni.

Lillina e Giampiero, mamma e figlio; due esperienze che si ripetono a distanza di tanti anni. Due vocazioni diverse, nel proprio stato di laico e di prete, due vocazioni per il Regno.

Ma in questo caso, forse, un’unica vocazione che si prolunga nel tempo e nello spazio di una famiglia che, senza fare troppe chiacchiere, ha dimostrato con le proprie scelte e con l’intera vita che Cristo è veramente risorto.