Buon Natale dal Petèn

Quest’anno i ragazzi dell’oratorio hanno deciso di preparare il presepe riproducendo l’isola di Flores, la capitale della nostra regione, ponendo Gesù e Maria nella cattedrale.

Il significato è molto chiaro, Cristo nasce qui e ora e lo dobbiamo accogliere non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d’amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l’uno per l’altro…

Festeggiamo il Natale ogni volta che sorridiamo a un fratello e gli tendiamo la mano; ogni volta che perdoniamo un nemico, ogni volta che rimaniamo in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgiamo la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speriamo con quelli che soffrono; ogni volta che conosciamo con umiltà i nostri limiti e debolezze; ogni volta che il nostro silenzio si fa preghiera; ogni volta con concediamo al nostro avversario tolleranza. Quando davanti a un sofferente, impariamo a commuoverci, di una commozione che non è sentimento, ma è stimolo al servizio; ogni volta che piangiamo con chi piange ogni volta che scegliamo il perdono perché il rancore genera solo vendetta.

Per farmelo capire meglio il Signore mi ha fatto fare in questi giorni un’esperienza molto forte. Uno dei nostri parrocchiani è finito in carcere per un’accusa di molestie sessuali. In realtà la persona è innocente, tanto che la ragazza che lo accusa, non risulta con nessuna violenza o danno. Qui capita anche questo, ti denunciano per chiederti denaro. Io ho accompagnato in questi giorni fino alla sua scarcerazione a questo Signore. Quello che ha patito nel carcere è davvero incredibile, certe cose non pensavo potessero esistere nel 2017. Picchiato e minacciato perchè desse soldi. Quando tu entri in carcere devi pagare il “capo” del settore, mandando soldi su un conto corrente e se non paghi ti fanno di tutto. Ti mettono nella buca degli escrementi. ti picchiano o non ti fanno dormire tutta la notte con uno che ti picchia senza mai fermarsi. Si danno il cambio mentre ti picchiano per essere sempre freschi. Non puoi parlare, devi stare sotto le regole degli altri carcerati. Il poliziotti non entrano nel carcere lì è terra di nessuno.

Questo Signore mi ripeteva ora che è venuto che la cosa che più gli dava speranza era cantare i canti di Chiesa, che lo facevano sentire in pace, con la speranza di uscire da quel luogo.

La pastorale carceraria che è nata quest’anno lo ha aiutato in tutto il periodo e non lo ha fatto sentire solo… in fondo Natale ci viene a dire che Dio non ci lascia mai soli, viene a stare in mezzo a noi. Dicono sia Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te.

Buon Natale

Don Giampy