Una candela un po’ più grande del solito

 

Il bello delle celebrazioni tra la gente povera è la possibilità di riscoprire l’essenza della Liturgia e di poterla apprezzare nel senso profondo che ha. Il Sabato Santo ho celebrato la notte della vigilia in un villaggio, quello della Cobanerita, che mi attendeva trepidante, perchè da quando il parroco si stà occupando del villaggio, come dicono loro li ho un pò abbandonati… Per me è sempre una gioia condividere l’Eucaristia con loro.  

Mentre andavamo in processione con il cero pasquale dal luogo del falò alla Chiesa, si avvicina un ragazzino, avrà avuto un cinque o sei anni al massimo e mi chede: “Padre dove ha comprato una candela così grande, e quanto l’ha pagata? Deve esserle costata davvero tanto“. 

Io lì per lì ho ridacchiato un pò, in fondo aveva ragione… era solo una candela un po’ più grande… poi ho approfittato a partire dalla candela, che loro hanno nelle loro case come unica illuminazione per spiegargli che oggi facevamo una festa grande alla Persona che ha portato la luce nel mondo e che quel candelone (spero di non essere troppo dissacrante) che stavo portando lo rappresentava per tutti noi. Era la prima volta che si celebrava la Pasqua nel villaggio chissà che altro avrà pensato di quello che stavamo facendo. Suggestivo è stato il momento in cui la gente è entrata nella chiesetta, e ha deposto sotto l’altare le proprie candele (vedi foto) io ci ho visto il loro impegno a far brillare la luce di Cristo nella loro vita e nel mondo.

Le celebrazioni della settimana santa sono stata molto partecipate, sia a livello di quantità di fedeli, sia a livello di raccoglimento e di preghiera. Un po’ alla volta la nostra parrocchia si sta ripopolando e questo  molto bello.

Durante tutta la settimana santa siamo stati aiutati da due studenti di teologia ed è venuta anche una professoressa della università Salesiana in Guatemala. Hanno condiviso con noi, la vita comunitaria, le pene e le fatiche del lavoro della settimana santa (Qui in Guatemala tutta la settimana è di vacanza, per cui si organizzando un sacco di attività religiose) ma soprattutto la bellezza di servire il Signore nei più poveri. Grazie a loro abbiamo potuto servire in maniera degna anche i villaggi della parrocchia.Quello che mi ha colpito alla fine dei ringraziamenti della ragazza, è il fatto che ci ha detto, “con voi mi sono davvero sentita in famiglia. Vi ho già adottati come parenti“. Il segreto di don Bosco non era altro che questo, chi stava con lui, si sentiva a casa. Negli anni, in cui ho lavorato nel Centro di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi don Bosco ho visto che questo era il segreto per le grandi conversioni, per poter realizzare le cose grandi. Dove si crea, un ambiente familiare, si crea un ambiente di confidenza reciproca, e dove c’è confidenza, c’è dialogo e disponibilità a mettersi in gioco. Quanti veri miracoli educativi ho visto.

il 1 Maggio, abbiamo fatto il secondo incontro con le famiglie dei ragazzi che ricevono le borse di studio e con le madri che stanno ricevendo la borsa di studio per studiare. Abbiamo fatto prima un incontro di formazione di un’ora sopra l’essere genitori, il compito che hanno, il dovere di educare ai valori e ai principi sani. Dopo abbiamo distribuito gli assegni con la quantità per i prossimi tre mesi, mentre io controllavo i risultati delle pagelle dei figli. Non tutti sono riusciti a ottenere i risultati che speravo… Non c’erano insufficienze, ma il loro compito era di raggiungere un pò più della sufficienza in tutte le materie e ad alcuni ho dovuto un po’ tirare le orecchie per animarli a cercare l’eccelenza e non la sola sufficienza. Chiaramente è la prima volta che li si obbliga a studiare per ottenere risultati, per cui non mi lamento, si deve creare una cultura dello studio, del voler ottenere risultati migliori per poter uscire dalla povertà, ma questo richiede tempo, come tutti i cambi.

Continuano le attività nell’oratorio. Questa volta con gli animatori, abbiamo fatto una scuola sopra il valore della natura e dell’ambiente e abbiamo piantato in oratorio alcuni alberi nuovi. I ragazzi si stanno impegnando ad inaffiarli tutti i giorni.

I lavori di manutenzione della Chiesa procedono abbastanza rapidamente (anche se rapidamente non è proprio un termine esatto…). Ora stiamo costruendo una specie di fognatura artigianale, per l’acqua piovana. Prima quando pioveva (e qui è un paese in cui quando piove, piove bene) la sacrestana metteva degli stracci e delle buste di plastica sotto la porta per evitare che si inondasse tutta la chiesa. Una sera che si era dimenticata di farlo, avevo dentro la chiesa 30 centimetri di acqua (Ho proposto l’opzione al parroco di trasformare la Chiesa in una piscina…). Anche perchè molto brillantemente hanno pensato di costruire la Chiesa sotto il livello della strada per cui quando piove si inonda tutto.

Il sindaco di San Benito sembra che abbia dato il via libera ai lavori per il centro giovanile del Vicariato, ci ha chiesto di ripulirlo prima di darci la carta di comodato per cinquantanni. ora vedremo come si evolverà la situazione.

Abbiamo realizzato un corso di promozione per la gente serio positiva della parrocchia. Si tratta di un corso di terapia occupazionale. Attraverso il lavoro recuperano la propria autostima, inoltre, i lavoretti che vendono gli permettono di campare. In Italia vengono discriminati figuratevi qui, dove l’ignoranza peggiora le cose, per cui sono dei veri reietti e vedere le facce dei loro bambini tanto dolci e innocenti e pensare che gli aspetta un avvenire di tribolazioni perchè anche loro saranno discriminati ingiustamente.

Continua la nostra raccolta di cibo per i poveri una volta al mese ed ora ho finalmente anche un gruppo di collaboratori…

Ultima attività è stato un corso di canto per i quetchi di tutto il peten, organizzato dalla nostra parrocchia. 

Quasi dimenticavo … Ho iniziato a costruire la mia prima cappellina. Ieri abbiamo benedetto la prima pietra. Diciamo che ho iniziato i lavori stile don Bosco… “Quanto abbiamo per cominciare?“, “praticamente niente..” “ah perfetto allora possiamo iniziare i lavori, Dio provvederá“. Del resto la cappella precedente come vedete nella prima foto era davvero fatiscente… e c’era il rischio che crollasse da un momento all’altro. Io confido nel Signore e nella generosità della gente… Spero di mettere le foto dei lavori terminati il più presto possibile…

Vi saluto con affetto, vi ricordo nelle mie preghiere e nelle mie messe… il vantaggio è che in missione se ne celebrano molte, per cui posso pregare per tante persone…

Don Giampy

Ora abbiamo anche un sito internet. Mio fratello si è preoccupato di prepararlo… lo sta finendo… http://missionepeten.it così si potranno fare anche donazioni direttamente online…