Finalmente di nuova la messa

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Dopo 7 mesi senza poter celebrare con la gente, finalmente torniamo a celebrare la messa con la presenza dei fedeli. Le norme sanitarie ci impediscono di celebrare con molta gente, per quello abbiamo moltiplicato le messe sia il Sabato che la Domenica, sperando di poter raggiungere più gente possibile. Per fortuna in questi giorni da noi c’è un quarto sacerdote che ci sta dando una mano.

Oltre alle messe della nostra parrocchia, però, stiamo celebrando le messe della parrocchia del Remate che temporaneamente è senza parroco perchè è dovuto tornare negli Stati Uniti per questioni personali.

Questa Domenica ho celebrato in tre villaggi della Parrocchia del Remate ed in ognuna prima e anche dopo sono stato a confessare. La gente non vedeva l’ora di potersi confessare. Ho passato varie a confessare. Credo sia stao un bel modo di celebrare la domenica mondiale per le missioni… vivendola da missionario. Continua a leggere »


Buona Pasqua a tutti

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Quanto è bella la fede cristiana: la vittoria sul peccato e sulla morte. Anche oggi, crediamo e sappiamo che né il crimine, né la droga, né l’insicurezza, né la violenza avranno mai l’ultima parola nella storia. L’ultima parola è di Cristo risorto, che ha vinto il peccato e la morte.

Il Signore Gesù, non è un ricordo rimasto paralizzato nella storia e nella memoria di alcuni; È uscito vittorioso dalla sua tomba; È uscito dal luogo della morte, del pianto, della sofferenza e della tristezza, in modo da spezzare i legami che ci annullano, paralizzandoci e non permettendoci di trovare risposte alle nostre ferite, lacrime e rotture che, a volte, ci obbligano a realizzare la realtà del vita.

Coltiviamo i segni visibili del risorto nella nostra vita: lo spirito; il perdono dei nemici; solidarietà per coloro che hanno perso tutto e coloro che vivono nelle periferie delle nostre città; l’abitudine a un lavoro dignitoso, con il sudore della fronte; il risveglio della speranza in coloro che sono stati privati ​​della loro libertà e dei sogni di una vita onesta e laboriosa; restituire rispetto e serenità a case dove predomina la violenza, in modo che la vita e la dignità umana siano difese in ogni momento … cioè, affinché la fiamma della speranza nei nostri cuori non si estingua mai. Continua a leggere »


Come sempre tanti sogni… ora uno immenso: una casa per i giovani di San Benito

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Centro Giovanile in costruzione

Finalmente ci siamo… dopo tante battaglie per ottenere dal comune un terreno nel quale costruire il nostro centro giovanile, stiamo finalmente iniziando i lavori.  Per ora abbiamo disboscato il terreno (che era selva), fatto le misurazioni del terreno e iniziato a spianare tutto il terreno. Per fortuna il terreno è abbastanza piano.

Si dice che don Bosco abbia dovuto faticare non poco per trovare la sede del suo oratorio. Ora capisco veramente quanto gli si deve essere riempito il cuore di gioia quando finalmente ha trovato una casa per i suoi ragazzi. Ora sto aspettando che l’architetto prepari il progetto definito e renda il nostro sogno, già qualcosa di più concreto. Spero di poter condividere presto il progetto su carta in maniera che potremmo condividere anche la costruzione di esso. Intanto, terminato di spianare il terreno passeremo a costruire la recinzione, già questa sarà una bella impresa da portare a termine, già stiamo esaminando vari preventivi. Sperando che la gente ci aiuti economicamente in questa opera per il bene della gioventù pericolante del petèn Continua a leggere »


Intervista all’animazione missionaria dell’ICC

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Si trova in Italia Don Giampiero De Nardi, cresciuto salesianamente nella nostra Circoscrizione e attualmente missionario a San Benito Peten in Guatemala. Volentieri ha rilasciato una intervista, così da condividere con noi la sua esperienza.

Innanzi tutto racconta qualcosa sul contesto nel quale ti trovi a vivere.

La regione in cui opera la parrocchia è rimasta molto abbandonata, la maggior parte della regione è priva di strade di comunicazione praticabili. I giovani e non giovani conoscono il grande esodo verso la capitale per accedere agli studi superiori e all’università e/o in cerca di lavoro. Molti scappano per gli Stati Uniti in cerca di fortuna, rischiando la vita nella traversata o di essere presi dalla polizia e rimandati in patria. I poveri hanno poco accesso ai servizi di base come igiene, sanità, acqua, elettricità, e scuole che preparino professionalmente. L’alimentazione è molto povera e poco variegata (fondamentalmente riso, faggioli e tortillas di mais), ma non tutti hanno il sufficiente. La gente vive perlopiù di commercio e di agricoltura, ma fatta in forma molto rudimentale.

Il traffico di droga sta crescendo esponenzialmente e ha raggiunto livelli preoccupanti. Esistono zone della regione completamente in mano ai narcotrafficanti.

Un problema che è al tempo stesso una risposta alla povertà è l’emigrazione verso gli Stati Uniti. Questo fenomeno è complesso e influenza la realtà familiare e sociale, perché porta le persone alla separazione temporanea o permanente dai propri cari, il contatto con altre esperienze culturali, con i nuovi valori e stili di vita. Non poche volte chi va a vivere negli Stati Uniti, si crea un’altra famiglia, creando disintegrazione nella famiglia di origine. Petén è, anche un importante, nodo di transito di molti migranti provenienti da tutto il Centro America.

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DICHIARAZIONE DI GUERRA

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Dichiaro guerra agli egoisti del cuore,
che difendono a tutti i costi la loro felicità personale e non vedono lo stesso diritto in chi sta loro vicino
Dichiaro guerra ai maliziosi,
che vedono sempre un secondo e terzo fine nelle cose e nelle persone e fanno di tutto per scovare i difetti e gli errori degli altri.
Dichiaro guerra agli esperti di pessimismo,
che sanno sradicare immediatamente ogni piccolo germoglio di bene e di speranza con la facile visione negativa delle cose.
Dichiaro guerra ai super-convinti delle loro idee,
che si impongono e vogliono schiacciare coloro che sono invece sempre un po’ in ricerca e con sempre qualche domanda aperta…
Dichiaro guerra a coloro che se ne stanno beatamente in pace mentre qualcuno vicino non è in pace, mentre non c’è pace nella famiglia accanto, nella nazione vicina…
…e mentre dichiaro guerra mi accorgo che il primo nemico da combattere sta proprio vicino in me, dentro di me. La guerra sarà davvero dura e richiederà sofferenza, ma non posso tirarmi indietro e gettare le armi.
Da quando Gesù è apparso nella mangiatoia di Betlemme, è iniziata la guerra all’egoismo, alla freddezza di cuore, alla cattiveria…
E la fragilità umana del bambino-Dio deposto nella culla è l’arma migliore che è data anche a me.
Armiamoci dunque di umanità vera, e partiamo… la vittoria della pace è vicina! Felice Anno nuovo a tutti


Caro Bambino Gesù

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maria2Caro Bambino Gesù, ora che di nuovo nasci bambino sulla Terra,  ti voglio avvisare:

Non nascere in Europa:

ti metterebbero solo solo davanti alla Tv

riempiendoti di pop corn e merendine

e ti educherebbero a essere competitivo,

uomo di potere e di successo,

e a essere un «lupo» per altri bambini

semmai africani, latinoamericani o asiatici.

Non nascere nel Nord America:

ti insegnerebbero che sei superiore agli altri bambini,

che il tempo è denaro,

che tutto può essere ridotto a business, anche la natura,

che ogni uomo «ha un prezzo»

e tutti possono essere comprati e corrotti;

e ti eserciterebbero a sparar missili e a fare embarghi

che tolgono cibo e medicine ad altri bambini.

Non nascere in Africa:

ti capiterebbe di nascere con l’aids

e di morire di diarrea, ancora neonato

oppure di finire profugo in un Paese non tuo

per scappare a delle nuove stragi degli innocenti.

Non nascere nell’America Latina:

finiresti bambino di strada oppure ti sfrutterebbero

per tagliar canna da zucchero o raccogliere caffè e cacao

per i bambini del Nord del mondo

senza mai poter mangiare una sola tavoletta di cioccolato.

Non nascere in Asia:

ti metterebbero «a padrone» lavorando

quattordici ore al giorno

per tappeti oppure scarpe, palloni e giocattoli

da regalare… a Natale… ai bambini del Nord del mondo,

e tu andresti scalzo e giocheresti a calcio

con palloni di carta o pezza o peggio ancora

potresti nascere per essere sfruttato sessualmente.

Ma soprattutto non nascere di nuovo in Palestina:

alcuni ti metterebbero un fucile, altri una pietra in mano

e ti insegnerebbero a odiare i tuoi fratelli… di stesso Padre:

gli ebrei, i musulmani e i cristiani.

Caro Bambino Gesù, a pensarci bene

il Natale ci vieni a ricordare

che tu nasci continuamente in tutti questi posti

e che non possiamo starcene con le mani in mano … ci viene a ricordare

che le ingiustizie che ogni giorno si compiono in tutto il mondo

sono frutto di un cuore che non ti ha ancora incontrato

Allora vieni e torna a nascere ancora nei cuori di ognuno di noi

e fa che ci impegniamo per un mondo migliore

un modo in cui ogni bambino che nasce

possa realizzare il suo essere figlio di Dio!!!

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Si avvicina il Natale

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imagesTermina un altro anno, si avvicina un’altra festa di Natale; a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede, c’è una domanda decisiva che possiamo e dobbiamo porci: quest’anno siamo stati capaci – nonostante limiti, incertezze e contraddizioni – di riavvicinarci al Vangelo e di riavvicinare il Vangelo agli uomini e alle donne di oggi con la nostra vita?

La fedeltà allo spirito del Natale ci insegna a vivere e a narrare il cristianesimo sotto il segno della misericordia e della carità. Nella parabola del buon samaritano a chi gli chiedeva chi è il mio prossimo, Gesù risponde fatti prossimo di chi soffre.

‎Diceva Mons. Tonino Bello: “Siete credenti per la Fede, sarete credibili per la Speranza, ma sarete creduti soltanto per la Carità che testimoniate”. Solo se sapremo preferire la “medicina della misericordia e della carità” alla “verga del castigo e del giudizio” potremo dare un messaggio affascinante per il mondo. Solo così saremo capaci di comprendere e di raccontare i tratti di un Gesù, Signore della storia, che si fa bambino, che si rende piccolo e insignificante, che si fa debole, che si rende vulnerabile tanto da poter terminare la sua avventura sulla terra per colpa di Erode, già a solo due anni. Continua a leggere »


Hasta pronto Honduras (a presto Honduras),

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225033_4558700531528_1167926794_nLe uniche parole che mi vengono in mente sono queste. L’Honduras e la parrocchia Maria Ausiliatrice mi hanno rubato il cuore, per la spontaneità e la semplicità della gente. È bastato solo un anno per creare affetti e amicizie profonde. Un affetto immeritato. Tutti hanno voluto festeggiarmi, salutarmi, regalarmi qualcosa perché io mi potessi ricordare di loro, come se fosse possibile scordarmi di un anno meraviglioso come questo. Tutti volevano farsi foto con me, neanche fossi una star per avere un ricordo di me. È bello l’amore che la gente prova per un sacerdote.

La gente ha anche voluto dirmi grazie e non solo con regali, ma soprattutto ringraziandomi personalmente di quello che avevo fatto per loro.  Tra le tante cose che mi hanno detto, mi ha colpito la testimonianza di una ragazza che mi ha detto: “Padre, quando venivo a messa, la cosa che più mi dava piacere, era che tu venivi là e mi abbracciavi.  A casa, i miei genitori non mi abbracciano mai”. Triste realtà, dove, in una cultura “caliente”, i genitori hanno difficoltà ad esprimere con gesti concreti il calore e l’affetto; ed un gesto molto semplice come un sorriso (qui mi chiamano il prete che sorride) e un abbraccio può valere molto per una persona. Anche, un’altra signora, mi ha detto lo stesso: “ Padre, tu mi sgridavi continuamente, praticamente tutte le volte che venivi, ma dopo mi abbracciavi e sentivo che in quel momento era il Signore stesso che mi dava quell’abbraccio”. Questa signora è stata abbandonata dal marito, che oltre che a educare i suoi figli, sta educando il figlio di una vicina di casa che se ne è andata via abbandonandole il figlio (che è diventata la mia mascotte, è uguale a me da piccolo, un piccolo terremoto che non riesce a stare fermo un attimo, ed un bellissimo angioletto quando serve all’altare). Continua a leggere »


Si avvicina il giorno della mia partenza per il Guatemala

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rosarioMi rimangono ancora pochi giorni in Honduras, presto mi trasferirò in Guatemala. L’Honduras e la parrocchia dove sono mi hanno davvero stregato il cuore. Approfitto per raccontarvi quello che mi è successo in questi giorni.
La missione di evangelizzazione per le strade di Comayaguela è terminata. Ora attendiamo i frutti di questa mobilizzazione. Il 27 di Ottobre, abbiamo celebrato una notte di preghiera per le vie del quartiere San Martin. Il camion della parrocchia, trasformato per l’occasione in palco, ha ospitato un predicatore della parrocchia vicina, che ha fatto una lectio divina su Mosè in fronte al roveto ardente. Successivamente il gruppo musicale ha animato con canti e balli la serata ed infine io ho celebrato la messa. Mi ha fatto un effetto strano celebrare per le vie del quartiere la messa, il giorno stesso in cui abbiamo terminato di visitare e “portare la buona notizia” casa per casa alla gente del posto. Alla fine, per prendermi in giro, mi hanno detto che sembravo un pastore evangelico, che tradotto, mi stavano dicendo che avevo fatto una buona predica, mi ha fatto ridere l’accostamento, soprattutto per il fatto che i pastori evangelici gridano tutto il tempo.

Il 28 abbiamo festeggiato la fine della missione con una giornata di giochi popolari per tutti (compreso l’albero della cuccagna), terminando con la messa. È bello vedere che la gente si diverte davvero con poco. Continua a leggere »


una mail un po’ rosa

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ImmagineQuest’anno devo dire che mi è capitato di lavorare molto con ragazze. Gli alunni del centro di formazione professionale sono principalmente ragazze. Il 95% degli alunni sono ragazze (la maggior parte di loro ragazze madri con almeno uno o due figli). Bisogna dire che in Honduras la popolazione è nella maggior parte femminile, circa il 60 % sono donne, ma la loro condizione e il rispetto dei loro diritti è ancora molto lontano dal raggiungere i livelli minimi.

Vi racconto un’esperienza che ho avuto la notte passata. È venuta a parlare con me una ragazza, per confessarsi e per chiacchierare. Tra le cose che mi ha detto, verso la fine, con un po’ di vergogna nel dirlo mi ha raccontato che uno dei capi della malavita locale, voleva rubarsela (qui dicono “Tomarla” … letteralmente prenderla, lo stesso verbo che si usa per farsi una birra per intenderci, e come diceva un mio professore oggi in cielo, le parole hanno il loro valore) e nel vero senso della parola, cioè le rapiscono e le portano nella loro casa e “diventano le loro mogli” anche se a la ragazza lui non interessa, chiaro se lei non vuole e non accetta la schiavitù (perché di questo si tratta), può sempre scegliere di essere crivellata di colpi di una pistola. Non so se avete presente quando gli uomini delle caverne con la clava colpivano la donna in testa e la trascinavano alla caverna, beh è un po’ così. Continua a leggere »


Da un articolo del Sacro Cuore

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Salesiani missionari in Honduras: 100 anni

ImmagineDon Bosco da 100 anni è presente in Honduras per mezzo dei salesiani che vivono in una delle due zone più povere e pericolose della capitale Tegucigalpa con due Comunità. Sette milioni e mezzo di abitanti vivono su un territorio uguale ad un terzo dell’Italia nel cuore dell’America Centrale, circondati da Guatemala, El Salvador,Nicaragua.
È una nazione molto giovane: basti pensare che il 65% della popolazione ha meno di 30 anni.
Si presenta come un paese instabile socialmente, anche se ricco di risorse economiche. La violenza, che in questi ultimi anni ha preso sempre più forza, provoca ogni anno la morte di circa settemila persone, in maggioranza giovani, per omicidi legati alla delinquenza organizzata.

La corruzione è l’altra piaga diffusa a tutti i livelli, soprattutto negli organi statali. Nei barrios periferici in genere manca l’accesso all’acqua potabile, alle fogne e ai servizi base della sanità, dell’istruzione, del lavoro. Un’altra causa di instabilità è l’emigrazione dei capi famiglia alla ricerca di lavoro con le conseguenze di famiglie disunite e bambini lasciati alle cure dei parenti o dei vicini di casa. Continua a leggere »


e se il giovane ricco fosse andato in missione?

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il giovane ricco 1Approfitto di un’omelia che ho letto che mi ha fatto particolarmente riflettere… la condivido con voi

Iniziamo da un piccolo “fallimento” nell’opera evangelizzatrice di Gesù che è l’incontro con il giovane ricco. L’incontro fallisce proprio perché egli è ricco, e le sue ricchezze sono per lui più importanti di ogni altra cosa, anche di un Dio che gli può cambiare la vita. E dire che si trattava di un giovane in gamba, di un giovane “modello”, come diremmo noi! Il suo desiderio di “fare qualcosa per avere la vita eterna” non era una richiesta strana che proveniva da un momento di particolare fervore mistico (come magari spesso accade): faceva parte di un cammino di fede vero, profondo, fatto di osservanza della Legge di Mosè sin da piccolo. Lo sguardo affettuoso di Gesù nei suoi confronti è eloquente: aveva capito di avere davanti a sé qualcuno con cui poteva osare, nel richiedere radicalità, per cui gli chiede di rinunciare a tutti i suoi beni per avere un tesoro nei cieli, invece che qui sulla terra. Una volta fatto questo, l’accesso alla vita eterna gli sarebbe venuto dalla sequela di Gesù. Ma i suoi beni, i suoi averi, le sue ricchezze avevano per lui un’importanza maggiore: gli davano più sicurezza di quanta gliene dava Dio, erano per lui (come per l’ebreo medio di allora) il segno di una benedizione di Dio che non era possibile rinnegare. Questa fiducia nei beni terreni come sicurezza per la nostra vita di fede, letta in chiave missionaria mi fa pensare a un tema particolarmente delicato e sempre molto attuale nel mondo missionario, ovvero quello dell’uso dei beni materiali e delle risorse economiche nei luoghi di missione. Ogni missionario lo può testimoniare: la generosità della gente verso tutto ciò che è opera di promozione umana, sociale e religiosa nei territori di missione è veramente straordinaria, in molti casi addirittura commovente. Continua a leggere »


Mission impossible…

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È iniziato il mese missionario e come parrocchia missionari abbiamo deciso di non rimanere con le mani in mano. Che abbiamo fatto o meglio che stiamo facendo? Semplicemente abbiamo deciso di andare evangelizzando per le strade del quartiere. Il sabato facciamo una mega festa, con canti, balli e preghiere. Viene invitato un predicatore per commentare la Parola di Dio, mentre la Domenica, visitiamo le case della gente, preghiamo con loro, le invitiamo alle varie attività che organizza la parrocchia ed infine gli diamo un foglietto dove spieghiamo tutte le attività sociali che portiamo avanti e l’invitiamo ad approfittarne. È un modo per uscire dalle nostre mura ed essere ancora più presenti tra la gente, del resto il Signore andava per le strade, e lì predicava, lì guariva la gente e lì incontrava i poveri e gli ultimi della società ed infine si è fatto lui stesso strada, affinché potesse rimanere sempre con noi.

Il primo week-end è passato e vi racconto quello che ci è successo. Il sabato è stato molto bello, ci siamo riuniti in una degli incroci della zona. È venuta moltissima gente più di settecento persone erano presenti. Ci sono stati canti e balli, ed un po’ di animazione, dopo è intervenuto il predicatore, che era carismatico, facendo la sua predicazione e terminando con un orazione di sanazione, e abbiamo concluso con il rosario. Continua a leggere »


ARTICOLO SU INFOANS.ORG

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A un anno dal mandato, il ricordo di don de Nardi

150452_4070271081097_1281203335_nEsattamente un anno fa don Giampiero De Nardi partiva per la missione, dopo aver ricevuto il mandato dal Rettor Maggiore nella Basilica di Maria Ausiliatrice. Oggi, dopo 12 mesi di lavoro in Honduras e Guatemala, con molte esperienze già alle spalle, ci racconta cosa gli resta del corso d’orientamento e della cerimonia dell’invio missionario.

“Io considero il corso dei missionari e la consegna del crocifisso uno spartiacque nella mia vita. – afferma don de Nardi in una nota inviata ad ANS – So che per molti probabilmente il momento della partenza è il giorno che considerano come spartiacque, ma io considero il giorno della consegna del crocefisso, e il corso una specie di introduzione a questo momento”.

A distanza di un anno il ricordo delle settimane trascorse nella formazione conserva intatta tutta la bellezza: “ho vissuto il corso per missionari come una sorta di luna di miele del mio sacerdozio e soprattutto della mia vocazione missionaria, come un’occasione per riflettere sui tanti doni con i quali il Signore aveva colmato la mia vita e sulla meravigliosa chiamata che mi aveva donato. Ho dei bei ricordi, a cominciare dal clima fraterno che si era instaurato, nonostante le difficoltà di comunicazione che si sono presentate, ma si percepiva quella voglia di donarsi al Signore in maniera totale e radicale”. Continua a leggere »


è passato quasi un anno dalla mia partenza

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a4Precisamente in questo periodo, l’anno passato, stavo partecipando al corso per missionari. Tutte le emozioni, un misto di paure e di speranze , si alternavano in quei giorni in attesa del 1 Ottobre, giorno in cui il mio aereo sarebbe partito da Roma per la mia nuova destinazione. Questo mese è stato ricco di tanti frutti del lavoro di quasi un anno qui in Honduras.
La prima notizia bella è stata quella della cerimonia di consegna dei diplomi ai ragazzi e alle ragazze che hanno partecipato ai nostri corsi professionali nel primo semestre. Attualmente si stanno ancora svolgendo quelli del secondo semestre. Quest’anno sono stati ben 210 i ragazzi che si sono diplomati con corsi riconosciuti dallo stato dell’Honduras. Principalmente sono state ragazze a diplomarsi. La realtà della donna in Honduras è incredibile. Se va bene, la donna porta avanti la famiglia nel vero senso della parola. Si occupa della gestione della casa, educa i figli e lavora per mantenere il nucleo familiare, mentre il marito si sveglia alle 10 della mattina e si ubriaca o passa tutto il giorno stravaccato sul divano, quando è lucido mette incinta la moglie o un’altra ragazza del vicinato. Situazioni di violenza intrafamiliare sono all’ordine del giorno e chi ne fa le spese è soprattutto la moglie. Il fatto, poi, che debbano sostenere economicamente la famiglia, le costringe ad una vita sacrificatissima. Se va male, la ragazza viene messa incinta e abbandonata e così si deve fare carico del figlio da sola. Molte ragazze sono già madri a 14-15 anni (e purtroppo alcune anche prima). La maggior parte dei lavori che porta avanti la donna sono fatti in casa, come cucito, cucina, taglio di capelli. Quest’anno abbiamo aperto il corso di cucina e l’anno prossimo abbiamo già un accordo con la federazione svizzera perché doni tutto il materiale per il corso, per ora ce lo siamo fatti prestare.a3
Alla festa ha partecipato il responsabile dell’INFOP, che è l’organizzazione statale che si occupa della gestione dei corsi professionali nel paese e la responsabile della federazione svizzera, che dall’anno prossimo appoggerà i corsi dell’INFOP. Terminata la manifestazione la responsabile in Honduras della federazione svizzera mi ha chiamato in disparte e mi ha detto che hanno definitivamente scelto la nostra struttura per un progetto pilota nella nazione e che ci accompagneranno e sosteranno nei prossimi cinque anni. È una bella questa attestazione di stima, e sono molte le organizzazioni che vedono nel nostro lavoro, un livello di eccellenza e che ci scelgono per portare avanti piccoli esperimenti (successivamente da esportare in altre strutture) per migliorare il paese.
a1Abbiamo terminato anche i ritiri in preparazione per la cresima, sono andato all’ultimo a celebrare la messa, come al solito, la mia è stata una visita lampo. Quel giorno ho dovuto celebrare cinque messe, dato che mancava un prete in parrocchia. La mancanza di preti in missione ti costringe a celebrare una messa dietro l’altra. La cosa bella, però, che sto vivendo qui è che non solo non mi pesa celebrare tutte queste messe, ma al contrario, ogni messa che celebro è davvero un’occasione per incontrare profondamente il Signore, non vivo la ripetitività ma ogni messa è davvero unica e speciale. Anche le ore nel confessionale a cui non ero abituato sono una grande occasioni per amministrare la misericordia di Dio, ma soprattutto per farne esperienza per primo.
Una altra bella esperienza che abbiamo vissuto in comunità, è stata la visita delle aspiranti e delle postulanti delle FMA alla nostra casa. Abbiamo alcuni momenti in comune durante l’anno in cui gli aspiranti che vivono nella nostra comunità (attualmente 8) e le ragazze in formazione delle FMA si incontrano. È stata l’occasione per condividere insieme alla scuola di Don Bosco e di Maria Mazzarello. Abbiamo iniziato con la messa insieme, celebrata da don Peppe Leo, successivamente abbiamo avuto due momenti di formazione sulla spiritualità salesiana. Le FMA hanno presentato santa Maria Mazzarello, mentre i nostri aspiranti hanno raccontato il processo di beatificazione di San Giovanni Bosco. A seguire un momento di gioco insieme e a seguire in piccoli gruppi hanno condiviso quello che per la loro vita è don Bosco. Per finire pranzo insieme con pizza italiana. a5
Un’altra esperienza, molto particolare, è stata quella di benedire un parco pubblico della Chiesa di una piccolo paesino. Ufficialmente perché inviato dal Cardinale Maradiaga, in realtà semplicemente perchè conosco bene, la ditta che ha pagato i lavori. È una ditta italiana, che possiede una miniera di ferro qui in Honduras e cerca di lavorare eticamente. Chi lavora in miniera in Honduras, è praticamente schiavizzato, mentre questa ditta, fa un contratto ai dipendenti (cosa che in generale in Honduras è una pura utopia), si occupa di pagargli l’assistenza medica e le varie assicurazioni, inoltre sta cercando di migliorare il paesino, in maniera che il giorno che se ne andranno perché la miniera si esaurirà, la gente potrà continuare a vivere di turismo. La ditta ha ricostruito la casa del sacerdote, sta ristrutturando la Chiesa ed ha finanziato la costruzione di un parco pubblico per la gente. Nel parco ora hanno giochi per bambini (altalena, girello, scivolo, etc.) un campo polivalente dove si possono divertire. Nell’omelia sono stato abbastanza breve sia per il sole cocente, ma soprattutto perché vedevo i volti dei tantissimi bambini che non vedevano l’ora di andare a giocare…per loro deve essere stata davvero una tortura vedere quei giochi per due settimane e senza poterli utilizzare. In Honduras i parchi pubblici non esistono e non esistono spazi per il gioco dei ragazzi. In Comayaguela dove siamo noi, per una popolazione di 120.000 abitanti ci sono tra campi di calcio e due di calcetto e tutti di proprietà nostra, perché siamo gli unici ad avere questa preoccupazione. Mi ha fatto piacere che ci sia gente che si preoccupi dei bambini e dei ragazzi e dei loro bisogni, ed è bello capere che c’è gente che non si preoccupa solo del mero guadagno, ma anche del progresso e del benestare della gente. Per giungere al luogo della benedizione sono stato accompagnato in elicottero, dato che le strade per giungervi oltre che pericolose sono anche abbastanza impervie (la ditta sta provvedendo anche alla costruzione di una strada che colleghi il paese alla capitale direttamente). Non avevo mai viaggiato in elicottero e devo dire che è stato divertente.
a6Un’altra bella esperienza che ho fatto stata festeggiare la giornata del bambino. In uno dei centri che mi è stato affidato abbiamo organizzato una festa aperta a tutti i bambini del territorio. La festa è incominciata all’una (in realtà l’appuntamento era alle 12, ma qui il concetto di orario è molto differente). Gli animatori del centro hanno organizzato un po’ di giochi e di bans con i bambini. L’immancabile pignatta da rompere con dentro caramelle e giocattolini. Merenda a base di pizza. A quanti dicono che la Chiesa non si aggiorna, beh, nostro Signore moltiplicava il pane… io mi sto attrezzando per farlo con la pizza. Non ho idea di quanti siano stati i bambini venuti. Però erano davvero tantissimi ed è stato bello vederli felici addentare il loro pezzo di pizza. Terminata la merenda siamo andati in Chiesa (con i cattolici, mentre gli evangelici sono tornati a casa, purtroppo non possiamo fare neanche una preghiera con loro, i pastori locali non vogliono avere nessun rapporto con noi) e ci siamo nutriti con il cibo più importante. Terminata la messa, hanno continuato a giocare, ma io purtroppo sono dovuto scappare via (avevo un’altra messa da celebrare).
Una bella scoperta, che ho l’altro giorno, che era la festa per l’indipendenza dalla Spagna è che uno degli stati del Centro America e precisamente Costa Rica ha fatto la scelta di non destinare fondi all’esercito e quindi sopprimerlo, in modo da destinare tutti i soldi per l’educazione e per la salute pubblica. In effetti, Costa Rica è lo stato con il tasso più basso di analfabetizzazione e possiede una struttura scolastica che funziona bene. Potrebbe essere un’idea da importare, visto che in Europa si è in tempo di crisi, chissà se sprecare tanti soldi nell’esercito non sia una spesa inutile?
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Vi racconto un po’ di quello che mi è successo in questi ultimi giorni:

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21In questo periodo la parrocchia sta organizzando i ritiri per i giovani che partecipano alle varie attività. La prima settimana di agosto si è realizzato il ritiro per i giovani animatori, al quale hanno partecipato ottanta ragazzi, più una ventina di animatori più grandi, che hanno guidato i momenti di riflessione in gruppo. Io, purtroppo, non ho potuto partecipare al ritiro perché stavo in Guatemala, dove, dopo molte peripezie mi hanno finalmente dato la residenza temporale. Il ritiro è un premio per quelli che si sono comportati meglio e sono stati maggiormente responsabili durante l’anno.
Tornato dal Guatemala ho partecipato al ritiro dei ragazzi della cresima, al quale hanno partecipato ben sessantasei ragazzi. Sono solo la metà di coloro che stanno frequentando il cammino per la cresima. Le tende non bastano per contenerli tutti e già così siamo costretti a farli dormire in sei o sette in tende da quattro persone. Per il secondo gruppo, invece, il ritiro è programmato per la prossima settimana.
Ho celebrato la messa con loro, all’aria aperta. Il posto dove stavamo è splendido, è una scuola per scout (qui, però, lo scoutismo non ha la componente cattolica come in Italia, ma ha solo la componente aconfessionale), ed è immerso nella natura incontaminata. L’Honduras ha davvero luoghi meravigliosi. Il posto si trova vicino ad un luogo turistico, che si chiama Valle de Angeles (Valle degli angeli), già il nome fa capire la bellezza del posto.
Avrei voluto passare molto più tempo con loro, ma son dovuto scappare immediatamente, perché in parrocchia stiamo preparando in vista del mese di Ottobre una campagna missionaria. L’idea è di andare a visitare le case della gente, bussando di porta in porta. Un po’ per non rimanere chiusi sempre tra le nostre quattro mura, ma soprattutto per farci vicini a tanta gente che è sola e scoraggiata e che nella nostra comunità può trovare un sostegno.
Per lanciare questa iniziativa a tutta la gente che frequenta la parrocchia e per invitarla a partecipare, abbiamo organizzato un giorno intero di festa, culminato con la messa. Sarà la stessa gente ad andare ad evangelizzare di casa in casa.
23Nella parrocchia, inoltre, continuano le visite di personaggi illustri. Questa volta, è venuto un membro dello staff del senatore Kent, accompagnato dal segretario della ambasciatrice americana (l’ambasciatrice era già venuta già in Ottobre). Il Senatore è il responsabile delle politiche di prevenzione della violenza degli stati Uniti, in poche parole, è quello che stanzia i soldi con i quali il governo finanzia i progetti di prevenzione della violenza in tutto il centro america. Per me, è motivo di orgoglio che tra le tante associazioni che vengono finanziate attraverso progetti degli stati uniti, alla fine, però scelgono di presentare sempre ed esclusivamente la nostra realtà.
Siamo andati a visitare sempre il centro San Martin, dove attualmente sono in corso due progetti finanziati da USAID (l’associazione che si occupa appunto di prevenzione ella violenza). Il progetto “Educarte”, che appunto attraverso, l’arte vuole promuovere un’educazione globale della persona ed il progetto del “Centro de Alcance” che è un oratorio quotidiano, dalla mattina alla sera per bambini di strada (dove ricevono doposcuola, la possibilità di giocare e a volte anche qualcosa da mangiare). Secondo le ultime statistiche apparse sui giornali, San Martin è il quartiere più violento dell’Honduras e quindi di tutto il centro America. Noi ci stiamo concentrando soprattutto sull’aspetto educativo e per questo, abbiamo costituito un’alleanza profonda con la scuola della zona. Ora gli insegnanti, mandano i bambini che vanno male a scuola, al nostro doposcuola. I ragazzi che vanno male a scuola (soprattutto matematica, inglese e spagnolo) devono portare agli insegnanti un foglietto nel quale si attesta che sono andati a recupero da noi, e così abbiamo ottenuto grandi risultati, addirittura un bambino, che prima andava male a scuola, ora ha la media del 98 (il punteggio qui è dato in centesimi).
Stiamo cercando anche di seguire i casi di ragazzi che vengono espulsi dalla scuola, a causa della mancanza di disciplina. Ora, per esempio, abbiamo attivato una specie di progetto personalizzato con un ragazzo di nove anni, che l’abbiamo beccato per la strada a preparare una canna ad un gruppo di ragazzi più grandi. Lo stiamo tenendo nel centro tutto il giorno, con la responsabile che lo segue personalmente. È un ragazzo dal cuore buono, ma che l’ambiente circostante rischia di rovinare irreparabilmente. Davvero ha ragione don Bosco quando dice che in ogni ragazzo c’è un punto accessibile al bene, e col tempo mi convinco sempre di più che non esistono ragazzi cattivi, solamente poco amati. Noi proviamo a fare la nostra parte.
Concludo raccontandovi di una cosa che mi ha fatto molto riflettere. La responsabile della pastorale sociale di San Martin, mi ha detto che uno dei chirichetti del centro soffre di Leucemia. La mamma non ha i soldi per pagargli le cure e che stava facendo debiti per pagargli le medicine. Io, le ho detto di non preoccuparsi e che avrei scritto in Italia e che avrei fatto arrivare il denaro necessario. Mi sono fatto dire la cifra, che era attorno ai quattrocento euro, e le ho detto, che nel frattempo di pregare. Non ci crederete, ma apro la posta elettronica, e mi scrive una cara amica dicendomi che aveva fatto una raccolta per le missioni e che voleva mandarmi i soldi. La cifra era esattamente quello che mi serviva (Ho fatto arrivare un po’ di soldi in più, per sicurezza)
Il membro dello staff del senatore Kent e la responsabile del “centro de alcance” e io.
il bambino di cui vi parlavo con la sua famiglia
e mi sono detto questi sono sicuramente per il bambino. Don Bosco raccontava spesso che gli capitava di ricevere offerte, proprio quando più le necessitava, davvero, Dio non abbandona mai i suoi poveri e si serve di strumenti impensabili per realizzare i suoi progetti di amore nei loro confronti.
Devo ringraziare tutti voi, per tutto l’affetto che mi state dimostrando, scrivendomi e rispondendo alle mie mail, ma soprattutto per la fiducia, siete stati davvero in molti a mandarmi soldi e a volte non so trovare le parole giuste per ringraziarvi come dovrei. Tento di farlo attraverso la mia preghiera quotidiana del rosario quando a conclusione della giornata, vi presento al Signore insieme con i miei affanni quotidiani. Lo facevo prima, lo faccio molto più ora, perché la preghiera è l’unico modo che mi permette di starvi vicini. I soldi che mi state mandando li sto accumulando per costruire il centro giovanile nel Peten… Ormai mancano solo tre mesi all’inizio di questa avventura. Il 9 di Dicembre mi trasferisco in Guatemala, mi dispiace lasciare l’Honduras, questo luogo mi ha già rubato il cuore.


ARMANDO PAZ

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11Nelle strutture di un albergo nella capitale si è svolto il secondo forum di “ARMANDO PAZ” un progetto presente in tutto il Centro America il cui principale obiettivo è quello di sensibilizzare e mobilitare i giovani e i diversi attori della società circa la responsabilità che tutti abbiamo nella costruzione del
bene comune e della Cultura di Pace (la traduzione italiana del nome è più o meno “costruendo pace”… in spagnolo il verbo armar può essere tradotto sia come costruire e sia come armare, e così giocano con le parole).
A questo evento che ha visto coinvolti più di un centinaio di giovani appartenenti alle varie associazioni presenti sul territorio era presente anche la nostra parrocchia attraverso tre giovani che hanno presentato un loro progetto che è poi risultato vincitore. Ogni progetto presentato voleva essere un’iniziativa per prevenire la violenza attraverso l’attuazione di attività nei settori dell’educazione, della cultura, del benessere (stili di vita sani, spazi ricreazione, sport e intrattenimento) e del lavoro. I progetti presentati sono stati valutati da una giuria degli Stati Uniti e il disegno vincente è stato scelto sulla base dei seguenti criteri: proprietà, innovazione, coerenza interna ed esterna, la partecipazione dei giovani, la replicabilità e la fattibilità dell’iniziativa. Il progetto presentato si incentrava sull’offrire ai ragazzi del nostro quartiere spazi di cultura e di arte come via per affrontare la violenza (non a caso il nome del progetto è educarte). L’accesso alla cultura e la possibilità di sviluppare le proprie attitudini artistiche, diventa l’occasione per non perdere tempo per la strada diventando presto preda della malavita locale.
13La premiazione si è svolta alla fine del foro ed hanno partecipato il Presidente della Repubblica di Honduras Porfirio Lobo Sosa e del ministro della Gioventù Marco Midence.
Devo dire che bisogna essere molto orgogliosi di questi ragazzi che ci hanno rappresentato. Tra più di una trentina di associazioni è stato scelto il nostro. Facevo queste riflessioni dopo che sono stati premiati i ragazzi: primo sicuramente ha contribuito il fatto che ci troviamo in una zona a forte rischio di delinquenza e questo un buon segnale, vuol dire che ci stiamo occupando veramente dei giovani poveri ed abbandonati, di quelli per cui don Bosco ha dato la vita, e secondo che fidarsi dei giovani alla larga ripaga.
La scelta vincente della nostra parrocchia è stata quella di mettere nei luoghi chiave i giovani, per esempio, uno dei ragazzi che ha presentato il progetto è responsabile di uno dei cinque settori nei quali è divisa la nostra Parrocchia. La maggior parte degli incarichi parrocchiali sono seguiti e portati avanti da giovani, che terminato il loro cammino formativo dei gruppi giovanili si impegna nelle varie pastorali. Del resto proprio don Bosco credeva e ci ha insegnato a credere fortemente nelle potenzialità dei giovani e della loro forza di cambiare la società e di renderla più giusta.
La prossima settimana il progetto inizia… per cui vi chiedo un preghiera !!!


Due brutte sorprese al mio ritorno in Honduras

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281809_4648907986658_323516425_nSono tornato da alcuni giorni in Honduras, e ho ripreso l’attività frenetica di ogni giorno. Avevo perso l’abitudine dopo giorni abbastanza tranquilli in Guatemala dove ero abbastanza libero.

Il mio ritorno, non è stato molto piacevole, sono capitate due cose che mi hanno stretto il cuore.

Ieri in pieno giorno hanno ammazzato un ragazzo di diciassette anni, non frequentava la parrocchia, purtroppo era nel giro delle bande della zona. Lo hanno ammazzato e per dare un segnale forte all’altra banda presente sul territorio, hanno pensato di squartarlo in due, buttarlo per la strada con le interiora ben separate dal corpo (perdonatemi se sono molto crudo nei dettagli). Tutto questo in pieno giorno e per una delle vie della città. Le due bande lottano per la supremazia del territorio, una ha il controllo della droga del territorio e l’altra glielo vuole soffiare e così ne fanno le spese ragazzi che si lasciano ingannare dai soldi facili che la droga promette, senza dire che per quei soldi si rischia la vita, ma a volte per chi non ha nulla da perdere il gioco vale la candela. Continua a leggere »


due ladri un po’ particolari…

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In questo mese molti di voi staranno in vacanza, io approfitto per raggiungermi dovunque voi siate con qualche notizia fresca, almeno per rinfrescare il torrido caldo italiano. Qui Agosto è mese di piena attività (scuola, lavoro, etc.) perché le vacanze sono in Dicembre.

Mi trovo di nuovo in Guatemala da alcuni giorni per terminare il lungo per iter per la residenza temporale. Dopo un po’ di peripezie e vicissitudini (la persona che nell’ufficio dell’immigrazione si occupava della mia residenza è stato licenziato e per questo ho dovuto ricominciare tutto da capo), finalmente, mi hanno concesso il permesso di residenza. Ora devo aspettare una settimana perché mi ridiano il passaporto. Risiedo nella casa ispettoriale e proprio qui l’ altro giorno è capitato una cosa abbastanza strana ma che ben fa comprendere la situazione della gente qui. Sono entrati nella sacrestia della parrocchia della casa ispettoriale due persone, una delle quali armata di pistola e hanno intimato alla sacrestana di dargli tutto il denaro della questua. Da quello che mi dicono, erano per lo meno cinque anni che non capitava e con tutto che abbiamo un vigilante a tempo pieno che si occupa della sicurezza della casa. Continua a leggere »


Festa dell’eroè nazionale

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599934_4365372018436_857573749_nIl 20 di Luglio in Honduras è una giornata in onore dell’eroe nazionale che si chiama Lempira (come la moneta nazionale) che fu un capitano di guerra del popolo Lenca (indigeni locali) che ha combattuto contro l’invasione degli spagnoli durante il 1530, morendo nel 1537 in uno scontro proprio con un generale spagnolo.

Per la festa, una delle scuole del territorio, la san martin, mi ha invitato insieme alla responsabile del centro diurno per bambini di strada che teniamo in parrocchia a presiedere come giurato ad un concorso nel quale i bambini della scuola hanno “giocato” a vestirsi da indigeni e veniva premiato il bambino e la bambina che più sembravano indigeni.

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Battesimo… non sempre sono pieni di poesia

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virgen-inmaculada-dia-8-diciembreOggi mi è capitato per la prima volta di celebrare un battesimo di una persona in pericolo di morte. è una ragazzina di quindici anni ( e dovevate vederla oggi con il suo abito bianco sembrava davvero un angioletto venuto dal cielo) ha una malattia ha i polmoni che i medici dell’ospedale non hanno saputo diagnosticare (e nella nostra clinica non abbiamo gli strumenti per fare accertamenti) a quanto pare ha anche complicazioni al cuore e i medici la danno per spacciata solo si limitano a darle calmanti. Oggi le ho amministrato il sacramento del battesimo e vedendola sorridere e l’impegno dei catechisti che la stavano preparando prima che si ammalasse di colpo, mi son detto proviamo a fare qualcosa per lei… non son un medico, però sono un prete e credo fortemente nel valore della preghiera Continua a leggere »


Buona Festa di Maria Ausiliatrice

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Buona festa di Maria Ausiliatrice a tutti,

incomincio condividendo quello che è quello che sto vivendo in questi giorni: Ultimamente mi è capitato di vedere un video di Missioni don Bosco” che parla del sistema preventivo, all’interno del video passava un piccola testimonianza di pochi minuti di un padre salesiano. Padre Bolla, missionario tra gli shuar, il popolo dove anche i miei genitori sono stati missionari. All’interno dell testimonianza ad un certo punto dice che quando stava partendo con la nave dal porto, vedendo che la nave poco a poco si allontanava dalla riva incominciò a pensare: “veramente Signore ho lasciato ora tutto per seguirti, ho lasciato la mia famiglia, i miei amici, vado in un paese sconosciuto, del quale non conosco i costumi, non conosco la lingua, non conosco nulla, non mi resta niente, non mi resta niente a parte che Tu”.
È l’esperienza più bella che un cristiano può fare quella di sentirsi cullato tra le braccia del Signore ed allora tutto prende significato e tutte le cose che ci dannano la vita quotidianamente prendono le giuste proporzioni. Il mio augurio per questa festa è che la Ausiliatrice vi faccio scoprire quanto ti rende felice abbandonarti a Cristo Gesù. Continua a leggere »


Una Pasqua molto diversa da quelle passate… e non solo per il posto

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150452_4070271081097_1281203335_nI sentimenti che vivo in questa Pasqua di quest’anno sono molto forti. La situazione, dove mi trovo in questo momento, è abbastanza pericolosa. Molti omicidi ci sono stati in questi giorni, soprattutto di giovani, che hanno provocato forti rappresaglie da parte delle varie bande presenti nel territorio. Per farla breve, il clima è molto teso. Proprio in questo clima di violenza, Gesù risorge e ci ricorda che l’odio, le divisioni, le violenze non hanno mai l’ultima parola negli eventi della storia. Questi giorni mi ricordano la grande speranza: Cristo crocifisso è risorto e ha vinto il mondo. L’amore è più forte dell’odio, ha vinto e dobbiamo associarci a questa vittoria dell’amore.

La Pasqua è la speranza di risorgere da quello che eravamo, è l’energia che ci deriva dalla consapevolezza che è possibile cambiare il nostro status, da ciò che eravamo a quello che potremmo essere, oltre la paura, oltre il dolore, oltre la maschera, oltre qualsiasi colpa, la possibilità della resurrezione, risorgere a nuova vita e redenzione dal passato….L’inverno è passato, il tempo del canto è tornato, e il mondo si ricopre di fiori. La Pasqua è l’aspettativa dell’intimo desiderio di oltrepassare il guado, di andare oltre, di raggiungere la meta, di arrivarci dopo l’affanno di una corsa.Accanto a questi segnali di morte, tanti segnali di vita e di Pasqua. Sono stato con un gruppo della parrocchia a fare una gita con loro. È stata un’esperienza istruttiva mi ha fatto capire molte cose sul “mio popolo di Dio”. Mi ha colpito la testimonianza di una signora della Parrocchia che ha preso in casa un bambino che i genitori avevano abbandonato e lo sta curando proprio come fosse suo figlio. Queste sono le persone eroiche che ogni giorno cambiano il mondo.Queste sono le persone che non si fermano a indignarsi perché tutto va male, ma che si rimboccano le maniche ogni giorno perché almeno quel poco che gli compete vada meglio. Da quando sono qui, sono stufo di sentire tante persone blaterare, ma poi alla domanda e tu che fai per cambiare il mondo rimangono in silenzio. Continua a leggere »


Centro di addetsramento basico… si riparte

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articoloQuesta settimana sono iniziate le attività del centro di addestramento di base della nostra parrocchia. Il centro di addestramento, è un centro di formazione popolare. L’obiettivo del centro è quello di formare e responsabilizzare i giovani che vivono nel bacino idrografico della parrocchia (che è in situazione di miseria) in varie competenze professionali e attraverso l’apprendistato di un mestiere aiutarli a inserire nel mercato del lavoro e anche aiutarli a poco a poco inserito il sistema di istruzione formale. È quello che faceva don Bosco con i suoi giovani, no?

I ragazzi (anche se dovrei dire le ragazze, perché delle 100 persone che ricevono il corso 99 sono ragazze) ricevono una preparazione per poter entrare nel mondo del lavoro. Il corso dura circa quattro mesi e ci sono due turni, uno la mattina ed uno la sera, così si ottimizzano le risorse. I corsi che forniamo sono di sartoria (taglio e cucito: quest’anno il corso si incentra nell’apprendere a lavorare materiale per la casa come lenzuola, ricamo), Bellezza (apprendono a diventare esperte estetiste, per gli uomini il corso è di barbiere) ed informatica (apprendono i rudimnti dell’informatica ad utilizzare il pacchetto applicativo di Windows. Siamo in un paese in cui saper utilizzare la macchina da scrivere è una fonte di reddito). I docenti sono pagati dall’INFOP, che è l’ente statale che si occupa di tutta la formazione professionale all’interno dell’Honduras ed è l’unica che emette titoli validi per il paese. Continua a leggere »


C’è sempre una prima volta… ma come vorrei che non ce ne fosse una seconda

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395712_2892035465943_1735974752_nA Roma si dice che c’è sempre una prima volta, ma come vorrei che non ce ne fosse una seconda. Mi è capitato di celebrare il primo funerale di un ragazzo morto ammazzato. Un ragazzo di 27 anni, che un tempo frequentava i gruppi educativi della nostra parrocchia, e che li lasciò e si mise in giri strani. Probabilmente lo hanno freddato in un regolamento di conti.

L’esperienza macabra, è che qui le bare hanno una specie di oblo attraverso il quale si può vedere il volto del defunto. Nella bocca e nel naso era ricolmo di ovata per evitare le perdite di sangue (a quanto pare lo avevano anche colpito con la pistola nella faccia), e sul cappello una macchia di sangue in corrispondenza di uno dei colpi dell’arma da fuoco e un’altra macchia sulla camicia in corrispondenza dell’addome.

È triste, ma è un’esperienza molto forte e molto comune di tutti quei salesiani che lavorano con gli ultimi (esperienza che anche don bosco fece più volte) quella che quando un ragazzo si allontana da una nostra opera finisce male (e molte volte questo significa morte), perché speso noi siamo la sua ultima spiaggia. Per questo motivo, negli anni di servizio nella scuola professionale, dopo il primo anno, ho sempre cercato di trovare il modo per far terminare il corso alla maggior parte di ragazzi possibile, convinto che se falliscono con noi, poi chissà che fine fanno.

È stata una lezione che ho imparato velocemente, e che mi ha cambiato molto. Chi mi stava accanto se ne è accorto e me lo diceva l’ultimo anno, ora sei un’altra persona da quella che eri venuta il primo anno, e come era vero. Così il mio lavoro è stato quello di per fare in modo che il nostro centro non fosse il migliore perché bocciasse indistintamente ma perché riusciva ad insegnare meglio e che si prendesse cura dei casi più disperati. Del resto come diceva don Milani: “una scuola che non si occupa degli ultimi è come un ospedale che cura i sani e manda a casa i malati”. Continua a leggere »


Visita dell’ambasciatrice e della segretaria ai diritti umani degli USA al centro Sagrado Corazon

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427127_3415061901277_1859570175_nIl giorno 23 di febbraio è venuta a farci visita l’ambasciatrice degli Stati Uniti insieme alla segretaria per i diritti umani. Sono venute a visitare il centro Sagrado Corazon, dove in collaborazione con l’associazione USAID abbiamo costituito un centro di Alcance, una sorta di centro diurno, dove i ragazzi possono imparare un mestiere (Barberia e bellezza, bigiotteria, pittura, computer e riparazione di cellulari), ricevere recupero scolastico (le scuole ci segnalano i casi più problematici da seguire) o passare il tempo libero in maniera positiva, giocando a calcio (il campo è piuttosto piccolo si può giocare 3 contro 3, ma loro si divertono da morire), imparando a suonare uno strumento musicale o passare il tempo giocando al calcetto o alla WII.

L’attività del centro è portata avanti dallo sforzo congiunto di tanti volontari che donano il loro tempo per permettere al proprio quartiere di avere un luogo educativo alternativo alla strada, maestra di vita, purtroppo per la maggior parte dei ragazzi della nostra parrocchia, dove imparano l’arte del far niente, e dell’arrangiarsi.

Per capire in una piccolissima struttura (per capirci grande quanto un appartamento), ogni giorno circa 170 ragazzi usufruiscono dei giochi messi a disposizione dal centro, mentre circa 80 ragazzi imparano un mestiere attraverso i nostri corsi e circa 50 bambini ricevono il doposcuola. Gli spazi sono limitati, ma si sopperisce con il “cariño” … cioé con l’affetto. Continua a leggere »


Dato che in Italia fa freddo… un po’ di notizie calde!!!

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418173_3165878391845_201464249_nLa nostra comunità parrocchiale ha celebrato due grandi feste in questi giorni. La festa della Madonna che qui viene venerata con il titolo di Vergine di Suyapa.

La vergine di Suyapa è la patrona della nazione per cui i festeggiamenti sono molto sentiti dalla gente. Le persone si accampano la notte prima per poter assistere alla messa in onore della madonna, quello che noi in Italia facciamo per i concerti delle grandi star. La notte prima poi fanno una lunga manifestazione, una specie di accademia nella quale gli artisti honduregni cantano e ballano in onore della Santa Vergine. Noi abbiamo partecipato al pellegrinaggio alla vergine una settimana prima con il nostro settore, circa cinque altre parrocchie e alla messa finale il giorno della festa. Fa impressione vedere quanta gente ha passato la notte in tenda o in costruzioni di fortuna (tradotto: un telo rimediato che faceva da tetto ed un asciugamano o una coperta per terra come pavimento) anche perché la notte prima ha piovuto, pur di partecipare alla messa.

La seconda festa è quella di San Giovanni Bosco, per l’occasione è venuto a celebrare la messa il Cardinal Oscar Mariadaga, che è salesiano ed è l’arcivescovo di Tegucigalpa. Sono venuti a celebrare con noi anche l’ispettore e l’economo ispettoriale. Continua a leggere »


attività nella Parrocchia Maria Auxiliadora

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cIn questi giorni la parrocchia ha organizzato un servizio di recupero scolastico in vista dell’apertura delle scuole per tutti quelli che non hanno ottenuto risultati sufficienti a scuola. In Honduras, il sistema scolastico pubbliconon funziona benissimo. Un bambino riceve mediamente solo cento dei circa duecento giorni di lezione, dei quali avrebbe diritto a causa di scioperi o dell’assenza dei professori. Non solo, ma i ragazzi più vivaci come spesso accade anche da noi in Italia vengono messi ai margini o mandati via. Diceva don Milani: “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati ”.

Sono quasi 200 i bambini tra elementabri e medie (per capirci) distribuiti su tre centri che ogni giorno dal lunedì al venerdì ricevono classe di spagnolo, matematica e cultura generale. Hanno quattro ore di scuola e la pausa in mezzo per fare un po’ di ricreazione. Quando possiamo una piccola colazione: alcuni biscotti (che ci sono stati regalati dai nostri tanti benefattori) e un bicchiere di una bibita.

Tutta l’attività è portata avanti dai vari giovani volontari della parrocchia, che si “improvvisano” professori per i ragazzi più piccoli. Sono ragazzi che mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie per aiutare chi è stato meno fortunato. Continua a leggere »


Una festa di Natale con il “botto”

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407628_2891983424642_913453657_nUna festa di Natale molto diversa quella che ho vissuto quest’anno. Una delle cose che mi ha sempre colpito ed emozionato della festa di Natale è quell’atmosfera di silenzio che regna sovrana per la città. La città di sera sembra quasi deserta, non vedi macchine girare per le strade, tutti nelle loro case per il cenone di Natale. Devo dire che questo clima di raccoglimento, mi ha sempre fatto piacere e mi faceva gustare il venire silenzioso e nascosto di Dio nella vita del mondo. Un Dio che sceglie una capanna per nascere, dalla coppia meno famosa del momento (o probabilmente famosa solo per la situazione di Maria, che per molti avrà fatto scandalo), nella città meno importante di Israele e nel paese meno importante e conosciuto dell’impero romano. Qui è molto diverso, il giorno di Natale, si celebra sparando botti. A mezzanotte tutta la città è invasa dai fuochi artificiali che vengono esplosi un po’ da ogni parte, come capita a noi nella notte di capodanno. Gli honduregni non hanno i soldi per mangiare ma per sparare i fuochi artificiali sì, uno spreco di soldi in una zona popolare come la nostra è incomprensibile, ma fa parte di quelle contraddizioni che sono l’anima di questa città.Di solito a Roma, si dice che una festa con il botto è una festa fantastica… beh qui l’anno presa molto alla lettera… il guaio è che come a capodanno da noi, qui ci sono feriti e morti per i botti che chiaramente non sono a norma di legge … per capodanno fanno anche peggio, oltre ai botti sparano con le armi da fuoco… qui il guardiano della casa mi ha chiesto se a capodanno volevo sparare con la sua pistola…ho gentilmente declinato l’invito, però la proposta mi ha fatto pensare… se l’ha fatta a me che son prete vuol dire che è molto comune tra la gente..sigh Continua a leggere »


Buon Natale

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presepe-storia1Succede (Alessandro Pronzato)

La vita è così… Sono cose che capitano. Succede… Sì.

Succede che io stia bene e quell’altro languisce in un sanatorio. Succede che io rischi l’indigestione e l’indiano muore di fame.

Succede che io tenga il mio bravo conto in banca e il vicino di casa vada a impegnare una coperta al Monte di Pietà.

Succede che io mi preoccupi per scegliere la villeggiatura e la famiglia di fronte si disperi per il pagamento dell’affitto (due camere in otto).

Succede che io vada in ufficio con l’utilitaria – è più maneggevole della coupé – e lo scaricatore si presenti alle 6 di mattino sulla banchina del porto a vedere se qualcuno ha bisogno delle sue braccia.

Succede che i miei figli ricevano per Natale dei doni favolosi e quella bambina sarda scriva: “Caro Gesù Bambino, vorrei una mela…”. Continua a leggere »


Il mio primo resoconto dall’Honduras…

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10375150_733852096671069_5708532381755302805_nFinalmente arrivato in Honduras dove mi attende una nuova esperienza anche se solo per un anno. È la prima volta che mi ritrovo a lavorare in parrocchia e qui è totalmente differente da come si lavora in parrocchia in Italia… la mia attuale parrocchia sulla carta fa tra i 120.000 e i 150.000 abitanti… (per capire la quantità mi permetto un raffronto…la Diocesi di Civitavecchia mi sembra faccia 80.000 fedeli) non si può determinare il numero preciso…La maggior parte sono bambini e ragazzi… li vedi giocare nelle strade a pallone….qui non mancano bambini e pietre (si le strade… sono più sentieri di montagna che strade vere e proprie)

La parrocchia è divisa in cinque settori. Siamo tre preti e con noi ci sono due tirocinanti… e dovrebbero venire alcuni aspiranti a fare l’esperienza dell’aspirantato che qui chiamano volontariato.

Ogni sacerdote ha i suoi due settori da accudire. Ogni settore sono circa 25.000 – 30.000 persone. Quasi ogni settore ha la sua Chiesa ed il suo oratorio (Qui gli oratori sono festivi solo il Sabato e la Domenica), alcuni non sono in funzione perché non si possono seguire. I settori sono a sua volta divisi in comunità in tutto sono undici. Praticamente tutto è in mano ai laici che curano durante la settimana i fedeli. Nella parrocchia abbiamo una sorta di scuola professionale ed una clinica. In pratica la nostra parrocchia è una piccola Diocesi e ogni prete fa da parroco… Continua a leggere »


Buona festa della Vergine di Guadalupe patrona dell’america latina

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downloadIn questi giorni nelle varie nazioni dell’ispettoria si organizza una cena per incontrarsi tutti. Sono stato sia a quella in Guatemala che a quella in Salvador (se mi a bene riesco a stare anche in quella dell’honduras). È una bella occasione per rincontrarsi con tutti i confratelli, per parlare, e rivedersi. È bello il clima di famiglia che si instaura tra i confratelli, c’è un attenzione al confratello molto forte qui, non so forse perché vengo da lontano, forse perché sono missionario, però ci sono alcune attenzioni alle quali non ero abituato, pensate che in Guatemala, nel collegio don Bosco dove abbiamo fatto la festa, il direttore appena ha visto che c’ero anche io, è corso nella cantina ed è andato a prendere una bottiglia di vino italiano (Brunello di Montalcino, bottiglia da collezione regalatagli da una ricca benefattrice locale, una di quelle che sostiene l’opera e che permette di far studiare gratuitamente molto ragazzi ogni anno, in una scuola che è considerata tra le tre migliori di tutto il centro America). Quando l’ho ringraziato, dicendogli che è un vino molto costoso (vi lascio immaginare il prezzo della bottiglia), lui mi ha risposto che lo sapeva, ma che bisognava utilizzare nelle occasioni speciali. Continua a leggere »