Buona Pasqua 2024

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Migranti, povertà, sofferenze, violenze, cambiamento climatico, guerre, carestie: il mondo di oggi non è meglio di prima. Il mondo non ha trovato ancora la soluzione a nessuna di queste problematiche. Anche se dobbiamo anche dire che parliamo spesso, e molto, di tanti problemi, ma poi spesso cediamo a uno stile di vita individualista. Come nelle guerre che fin quando non ci toccano da vicino, le ignoriamo. Ognuno vuole per sé tutto, non guarda al bene dell’altro. Ma se non ci si rispetta, niente cambierà. Guardo il mondo e potrei farmi prendere dal desiderio di scoraggiarmi.

Il mondo cambierà? C’è speranza?”. Questa domanda che ci viene sbattuta in faccia ogni santa Pasqua… ogni volta che proclamiamo la vittoria di Cristo sul male e sulla morte… ha una risposta?

L’altro giorno mi hanno posto una domanda interessante: Perchè Gesù è apparso prima alle donne e non agli apostoli prima.

Ho fatto una battuta sul momento… ma poi quella domanda ha scavato in me e mi ha portato ad una profonda riflessione. Perchè si rivela alle donne, che nella cultura ebraica non valevano nulla, e la cui testimonianza era invalida? Ed ho iniziato a tracciare il filo conduttore di tutte le apparizioni di Cristo risorto. Gesù non risorge con un evento mass mediale per accaparrarsi il numero più grande di fedeli… Insomma avrebbe per lo meno apparire a Pilato, ai sommi sacerdoti… ma anche nella risurrezione sceglie il cammino del chicco di frumento che cade nella terra e che muore. Continua a leggere »


8 Dicembre – FESTA DELL’ORATORIO

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Una casa salesiana, in un luogo che grida l’emergenza educativa dei tanti giovani immigrati del quartiere che perfino le parete dei muri, ne sono impregnate. Quelle stesse pareti segnate dalle crepe dell’ultimo sisma. Un terremoto che ha reso inagibile la nostra chiesa parrocchiale ed altre parti della struttura, già segnata dal tempo e dalla necessità di una manutenzione straordinaria.

Un quartiere con più di 101 etnie differenti presenti. Tutto il mondo, raggruppato in un quartiere divenuto spesso ghetto a causa di politiche non sempre indirizzate verso una vera integrazione. La mancanza di alternative e di strutture per i giovani e gli adolescenti (perché purtroppo l’unico punto di ritrovo per tutto il quartiere è il nostro piccolo oratorio) ha dato vita al fenomeno delle baby gang e a fenomeni di degrado.

A complicare la situazione si è aggiunto il sisma che ha colpito le Marche circa un mese fa, rendendo la nostra chiesa inagibile e con essa anche alcune parti dell’oratorio riducendo quei pochi spazi di attenzione ai minori presenti nel territorio.

L’8 di Dicembre abbiamo celebrato nella palestra di Basket della casa. Non perché volessimo, ma perché ne siamo stati obbligati, non essendoci altro luogo adatto a contenere più di 550 persone che frequentano la nostra opera.

Il terremoto e la mancanza di spazi adeguati non ha impedito, però, di festeggiare con amore la nostra festa dell’oratorio. Una festa sentita e preparata dai ragazzi del doposcuola che raccoglie 50 bambini che apprendono a parlare italiano e ad integrarsi con i propri coetanei, ai 15 ragazzi del centro semi-residenziale del faro per i quali Ancona è la seconda famiglia, ai più di 300 ragazzi che frequentano le attività di danza, basket, catechesi, teatro e laboratori vari che cercano di costruire un posto fraterno, alle famiglie giovani che considerano l’opera di Ancona il posto migliore dove far crescere i propri figli.

Mentre celebravo la messa, vedere tutte quelle persone radunate nel pallone, mi ha fatto ricordare un canto di tanti anni fa che faceva, Chiesa di persone Si, chiesa di mattoni no… noi la chiesa di mattoni non ce l’abbiamo proprio più… ma la chiesa viva di persone radunate attorno a Cristo ce l’abbiamo. Una chiesa che cerca di rispondere sì alle esigenze di un territorio pur nella povertà dei mezzi. Un sì che hanno detto durante la celebrazione tre giovani, che hanno fatto la promessa di impegno come animatori.

Dimenticavo la mattina per farci stare tranquilli due scosse di terremoto le aveva comunque fatte… ma la voglia di stare insieme ha vinto anche quella di paura.

Speriamo ora di trovare persone dal buon cuore che collaborino per la ricostruzione della chiesa. Chiunque volesse contribuire può fare una donazione al conto della parrocchia con causale: per la ricostruzione della Chiesa

 

un abbraccio

Don Giampiero


Per chi volesse collaborare con una donazione: 

intestato a: Parrocchia Sacra Famiglia

IBAN: IT17V0103002600000063281745

Causale: Ricostruzione Chiesa


per le foto: https://www.facebook.com/photo/?fbid=10229951579879569&set=pcb.10229951594759941

 

 


Buona Pasqua di Resurrezione!!!

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L’altro giorno mi è capitato di leggere una storiella:

Un allievo di un rabbino chiede al suo maestro: «Maestro è venuto il messia o lo dobbiamo ancora attendere?»

Il maestro si affaccia alla finestra, guarda per alcuni secondi lo splendido paesaggio della città di Gerusalemme e poi gli risponde: «Dobbiamo ancora attendere. Fuori il mondo è ancora pieno di guerre, di sofferenza, se fosse venuto il Messia sarebbe già cessato il male da tempo»

In questi giorni di Quaresima, i sentimenti che si sono alternati nella mia mente, sono ben rappresentati da questa storiella. Si avvicina la Pasqua di Cristo. Festeggiamo la vittoria di Cristo sul male e attorno a me il male sembra fare da padrone. I morti ammazzati sono quotidianamente in aumento. L’altro giorno nel lago è stato trovato il corpo di una ragazzina (14 anni circa). La ragazza era stata precedentemente violentata e poi annegata nel lago. Varie persone si sono tolte la vita, perchè non potevano più andare avanti. Un ragazzo di 17 anni è stato freddato da due persone, che si erano confuse e lo hanno ammazzato al posto di un altro che passava sulla stessa strada. Potrei continuare l’elenco (o meglio dire il bollettino di guerra) per ore. Continua a leggere »


“Quando saprò di essere un buon prete”

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10603367_10204623827781596_2246435680380440448_nCarissimi amici,

leggendo l’ultimo libro di don Alfonso Alfano (il sacerdote che mi ha rivestito il giorno della mia ordinazione e a cui devo davvero molto), mi ha colpito l’introduzione nella quale racconta di una domanda fatta alla madre: “mamma quando saprò di essere un buon prete” e la madre gli risponde: ” quando eri piccolo tutti dicevano che somigliavi a me altri a tuo padre. Vuoi sapere quando sarai un buon prete? quando la gente dirà che assomigli a Gesù Cristo.

In questi giorni di quaresima, mi sta facendo riflettere il mistero de “l’abbassamento” del Signore, del farsi uno di noi… Mi ricordo che il giorno dell’ordinazione, quando andai a ringraziare tutta la gente, scesi dal presbiterio ed incominciai a parlare a braccio tra la gente. Mi ricordo che un sacerdote, a cui voglio molto bene, terminata la messa, mi rimproverò bonariamente, dicendomi che non dovevo scendere dal presbiterio… sapeva bene che quello era stato il gesto programmatico di quello che volevo fosse il mio sacerdozio. Il papa in questo suo primo anno di pontificato, ci sta invitado a fare come Cristo… a scendere dai nostri “presbiteri” e a fare quello che ha fatto Cristo, cioè servire. Mi sembra che anche il nuovo rettor maggiore dei salesiani abbia detto lo stesso nel suo primo discorso da rettor maggiore. Continua a leggere »


Questa è la vita che ho scelto. Mi è stato insegnato fin da piccolo a lavorare duro

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In questi giorni mi sono capitate diverse cose, alcune piacevoli ed alcune meno. Le attività si susseguono e devo ringraziare i miei genitori che in questi giorni che hanno condiviso con me, mi hanno dato una grandissima mano. Come al solito (come fanno tutte le mamme), mamma si preoccupa per la mole di lavoro che portiamo avanti come missionari, ma parafrasando il film su don Bosco della rai: “Questa è la vita che abbiamo scelto. ci è stato insegnato fin da piccoli a lavorare duro

Abbiamo finalmente iniziato il corso di alfabetizzazione per le donne dei quartieri poveri. Io dico che il Signore lo ha voluto. Mi stavo riuniendo con la pastorale della donna, e mi sono accorto che molte di loro non hanno voluto il libro dei canti perchè non sanno leggere. Io mi sono detto, come fanno queste donne poi ad aiutare i propri figli a fare i compiti a casa e così gli ho proposto di organizzare un corso di alfabetizzazione per loro. Erano un po’ restie, ma il Signore mi ha illuminato e gli ho detto “se sapete leggere, potreste leggere la Bibbia, non vi piacerebbe?” e allora alcune di loro si sono convinte. Tornando a casa, mi fermo per chiudere la Chiesa, ed incontro una catechista con il marito (il marito non viene mai a messa durante la settimana perchè lavora a quell’ora). Io gli racconto del mio progetto di organizzare un corso di alfabetizzazione e che ora devo trovare un maestro e lo sposo mi dice che faceva corsi di alfabetizzazione quando era giovane e che mi avrebbe aiutato. Il Signore me lo ha mandato. Continua a leggere »


Testimonianza di una mamma

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Questa volta cambiamo un po’… invece di raccontarvi quello che faccio io, vi riporto una lettera di mia mamma che racconta questi giorni che sta passando con me…

10392420_10204637822371452_2460458447322002355_n“mi faccio viva per comunicarvi le impressioni, le emozioni che sto provando e vivendo accanto a Giampy in questa situazione nuova per me ma non del tutto estranea vista la mia precedente esperienza in Ecuador . La prima immagine che mi viene in mente in questo momento è la foto di don Bosco che ho sulla mia scrivania in Italia, è un don Bosco sorridente e contemporaneamente rassicurante, la stessa che circola in questa casa qui al Peten laddove di rassicurante c’è solo Lui…

La seconda immagine è l’accoglienza festosa dei bambini del barrio  La Paz all’arrivo di don Giampy. Lo aspettavano con ansia perché dopo la messa sapevano che avrebbe giocato con loro; erano emozionati  perché sapevano che saremmo andati anche noi, i suoi genitori. Una signora nel regalarmi una piccola tovaglia ricamata da loro mi ha detto: stai tranquilla che a tuo figlio ” le cuidamos nosotros, toda la comunidad.”che in spagnolo ha un significato più forte della nostra traduzione italiana(lo curiamo noi, tutta la comunità).

La terza immagine è quella più recente di ieri della messa celebrata alle 9 nella parrocchia dove vivono questi tre missionari: la chiesa era gremita: donne, ragazzi , uomini…una trentina di chierichetti tra ragazze  e ragazzi, composti nella loro serietà di servizio, per nulla annoiati o distratti nonostante il caldo (qui siamo a 33° e..fortuna che è inverno…) e la predica alquanto lunga perché tra l’altro si celebrava il battesimo di una bambina di circa un anno. La prima impressione è stata quella di vedere la gente assetata della Parola e della relativa spiegazione. Dopo la messa un gruppo di adolescenti vendeva dolci preparati dalle loro mamme per finanziare le attività dell’oratorio; sabato pomeriggio eravamo andati insieme al mercato per comprare gli ingredienti. Durante la Messa,(confesso il mio peccato), guardavo Giampiero, uno sguardo limpido, luminoso…che rivelava in pieno la sua felicità nello stare con questa gente, lo rivedevo bambino poi adolescente …lo ritrovavo uomo con una carica incredibile…una buona padronanza della lingua che usa nell’interloquire con le persone durante la messa che è una vera e propria festa con musica allegra e coinvolgente tanto che viene spontaneo seguirne il ritmo con il passo e le mani. E’ li che ho peccato di presunzione pensando che avrebbe fatto ugualmente bene in Italia…poi all’uscita della chiesa un bambino, un soldo di cacio che avrà avuto 4 anni è venuto vicino dicendomi : al padre  Giampi Yo le quiero mucho( a Giampi voglio molto bene) poi è scappato  e..allora la nostalgia cede il passo… Continua a leggere »


Dalla poesia alla vita concreta

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Ci sono versetti della Bibbia, che ti rimangono impressi più di altri, ci sono alcuni passi del Vangelo che sono pura poesia: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt. 25,35-36).

Come cristiano non so se posso dire di aver vissuto concretamente nella mia vita questo passo del Vangelo, anzi onestamente devo dir che l’ho vissuto molto poco. Come sempre ci pensa il Signore e il luogo in cui mi ha mandato a convertire il mio cuore e ad aprirlo al suo messaggio così mi mette davanti le situazioni concrete dove praticarlo… e la poesia del Vangelo si trasforma in persone concrete e purtroppo (o per fortuna per me) in dure lezioni di vita.

Ero malato e mi avete visitato

Un gruppo della parrocchia tutti i martedì, i giovedì e i sabato alle nove della notte va nell’ospedale comunale e distribuisce gratuitamente alla gente che rimane a fare la notte ai malati, caffè, un dolcetto, o una bevanda a base di latte caldo e mais (Atol). I bambini del reparto di pediatria non vedono l’ora che arriviamo, loro sono gli unici che possono bere il l’Atol e mangiare il dolcetto, gli altri malati sono sotto regime di dieta. Continua a leggere »


Settimana santa

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ImmagineCarissimi amici,
è iniziata la settimana santa e le attività qui si susseguono a ritmo vertiginoso. Abbiamo appena finito di celebrare la messa crismale nella nostra parrocchia. Qui si è deciso di non celebrarla nella cattedrale ma ogni volta in una chiesa diversa del vicariato per conoscere le varie realtà parrocchiali. Alla fine della messa abbiamo distribuito più di seicento pranzi alla gente venuta dai villaggi di tutto il Peten, alcuni venivano da un giorno di cammino (per questo ringrazio tutti coloro che dall’Italia mi mandano aiuti economici, permettendomi di poter affrontare queste spese, altrimenti insostenibili. La gente di qua ha cucinato tutto il giorno per poter permettere a tutti di andarsene a stomaco pieno).
I giovani della parrocchia in questo momento sono impegnati a preparare una specie di “infiorata” che si fa qui durante il periodo della settimana santa. Qui li chiamano “alfombra”, cioè tappeti.
Ora siamo in procinto di preparare il Triduo, spero di mandarvi alcune foto e mi scuso se ultimamente le mie mail si sono diradate nel tempo, ma fare l’economo della casa mi porta via molto tempo perché la chiesa più che un centro di culto è un cantiere… ogni giorno c’è qualcosa da riparare… ora mi aspetta la riparazione del tetto (spero di cavarmela con meno di tremila euro), le lamiere in molti punti hanno buchi che sembrano voragini e cola l’acqua. Stiamo organizzando una lotteria per raccogliere il denaro sufficiente. Continua a leggere »


Si avvicina il giorno della mia partenza per il Guatemala

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rosarioMi rimangono ancora pochi giorni in Honduras, presto mi trasferirò in Guatemala. L’Honduras e la parrocchia dove sono mi hanno davvero stregato il cuore. Approfitto per raccontarvi quello che mi è successo in questi giorni.
La missione di evangelizzazione per le strade di Comayaguela è terminata. Ora attendiamo i frutti di questa mobilizzazione. Il 27 di Ottobre, abbiamo celebrato una notte di preghiera per le vie del quartiere San Martin. Il camion della parrocchia, trasformato per l’occasione in palco, ha ospitato un predicatore della parrocchia vicina, che ha fatto una lectio divina su Mosè in fronte al roveto ardente. Successivamente il gruppo musicale ha animato con canti e balli la serata ed infine io ho celebrato la messa. Mi ha fatto un effetto strano celebrare per le vie del quartiere la messa, il giorno stesso in cui abbiamo terminato di visitare e “portare la buona notizia” casa per casa alla gente del posto. Alla fine, per prendermi in giro, mi hanno detto che sembravo un pastore evangelico, che tradotto, mi stavano dicendo che avevo fatto una buona predica, mi ha fatto ridere l’accostamento, soprattutto per il fatto che i pastori evangelici gridano tutto il tempo.

Il 28 abbiamo festeggiato la fine della missione con una giornata di giochi popolari per tutti (compreso l’albero della cuccagna), terminando con la messa. È bello vedere che la gente si diverte davvero con poco. Continua a leggere »