Comprendere, assimilare e capire… la testimonianza dei cugini Pellanda

Comprendere, assimilare e capire. Ecco le tre parole chiave che i cugini Pellanda usano per incorniciare l’inizio di questo fantastico viaggio iniziato nel 2016 con Padre Giampiero. L’anno scorso abbiamo dato inizio al nostro annuale “bagno d’umilta’ “. Si, e’ proprio cosi. Per noi San Benito e’ diventato un atterraggio sicuro, certamente non comodo e facile.

Al nostro ritorno a casa, l’anno scorso, abbiamo avuto delle difficolta’ nell’affrontare la nostra vita quotidiana: le dinamiche occidentali alle volte ti fanno morire dentro. San Benito, al contrario, ti fa rinascere.

Quest’anno l’esperienza l’abbiamo voluta condividere con Stefano, un nostro caro amico. Crediamo sia giusto far conoscere a tutto il mondo gli occhi del popolo di San Benito e far sentire quanto sono belli gli abbracci che si ricevono.

La domanda che tutti ci hanno rivolto quando hanno saputo che ripartivamo per la stessa esperienza di volontariato è stata: “Di nuovo in Guatemala? Ma non puoi andare altrove?” La risposta era molto semplice: “ma tu sai cosa vuol dire essere abbracciati da un perfetto sconosciuto come se fosse il tuo più grande amico??” Ecco perché siamo ripartiti anche quest’anno. San Benito è migliorata dal 2017 ma c’è’ ancora molto da fare.

La gente viene uccisa perche’ non e’ stata eletta la Miss Scuola che si voleva. Un futile motivo per cui una persona perde la SUA vita durante una sfilata in pieno giorno, in pieno centro e sotto gli occhi di chiunque, dal piccolo al più grande… lì, a pochi passi da dove quotidianamente eravamo. L’ospedale e’ sempre un luogo dove il rispetto per la persona viene dimenticato.

Non e’ umano lasciare la gente per terra o nei corridoi. Gli occhi nostri non possono abituarsi all’idea che una ragazza di 15 anni partorisca senza un’anestesia e con dei dolori lancinanti. Il Medioevo e’ finito da molti anni, in Guatemala sembra che il tempo si sia fermato. Sicuramente anche il popolo Guatemalteco deve aiutarsi con un’educazione intellettuale e spirituale ma noi che viviamo nell’ esagerazione totale possiamo aiutarli.

Vedere gli occhi dei bambini che aiuti più rilassati perché giocano semplicemente con un pallone e’ qualcosa di impagabile. Ti trovi in imbarazzo quando una bambina/o ti si incolla completamente addosso senza motivo, non sai il perché ma ti rendi conto che in quel momento è giusto cosi. Non bisogna farsi domande a San Benito, si deve accettare totalmente quello che viene regalato in ogni momento. Tutti dovrebbero fare un’esperienza del genere. Ti aiuta a crescere ma soprattutto ti rende più umile e meno arrogante nella vita di tutti i giorni.

Mettersi al servizio degli altri non è relax ma è una grande conquista che si fa! Quando si torna si ha solamente voglia di ripartire e di sentire ancora addosso la polvere delle strade di San Benito.

Caterina, Filippo, Stefano possono solamente dire GRAZIE e sperare di riuscire di riabbracciare tutti al più presto.

GRAZIE SAN BENITO!

Caterina, Filippo, Stefano.

Chi viene a San Benito… torna sempre…un abbraccione a tutti

Don Giampiero


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Causale per Giampiero Peten