Cristian il nostro prenovizio

“Non mi avrebbero potuto fare un migliore regalo di compleanno che farmi iniziare una nuova fase della mia vita in un posto così bello: Peten. Il 16 gennaio ha iniziato l’esperienza che mi ha segnato fino al punto da innamorarmi sia di questa terra lontana, calad ma bella. il cambio è stato rapida e improvviso così come il viaggio. Mi sono ritrovato a servire un popolo con un grande cuore che non ha il necessario in materiali ma ha grandi doni spirituali. Pochi in realtà sappiamo lo scenario di questa città un po’ per paura dell’ignoto e non ci permettono nemmeno immaginare il vivo desiderio che i fedeli sono qui a voler conoscere e riconoscere Dio.
Una città dove il protestantesimo e laicità predomina, lasciando da parte l’amore di Dio o lo si sta cercando nel posto sbagliato. Tutto questo rende il lavoro esigente e maggiore disponibilità. Bisogna esser con lo sguardo fisso nel cielo ma con i piedi sulla Terra, puri come le colombe ma furbi come i serpenti. La nuova comunità salesiana (che ha poco più di tre anni) vive in una parrocchia povera ed è venuta a dare nuovi stimoli alla gente; Sono molti i fedeli ritornati alla fede dopo un lungo periodo di completo abbandono.

Il numero dei fedeli sta crescendo ogni giorno di più. Chiedono accompagnamento spirituale e qualcuno capace di alleviare il loro dolore interiore. Ciò non significa che tutto funzioni come un orologio svizzero perfettamente regolato, il lavoro è ancora molto lungo e faticoso; tutti i giorni, non c’è molto da fare.

Il mio lavoro durante questo breve periodo di tempo è stato quello di accompagnare la pastorale giovanile della parrocchia: Della realtà culturale dei giovani peteneri avevo ben poca conoscenza della loro . Nonostante questo, mi sono buttato con tutto me stesso per sostenere i giovani che si stanno facendo contagiare lentamente dal carisma salesiano.

Non è stato facile, perché c’è bisogno di tanto lavoro a casa della problematica realtà della famiglia. Mi sono impegnato perchè i ragazzi rispondessero con una vita cristiana più coerente. Nonostante le difficoltà iniziali, è stato bello vedere, con il tempo come la giovane Chiesa di Dio cresceva nei loro cuori. Di come i ragazzi si impegnassero nel cambiare la loro vita, di fronte alle proposte che gli facevo.

Una vera gioia vedere come Dio agisce nel cuore di ognuno dei ragazzi, felici di sentirsi coinvolti e capaci di rispondere alle necessità della Chiesa e dei giovani peteneri. La gioia di vederli crescere e prepararsi di più per Dio e per la loro comunità mi ha reso davvero orgoglioso di loro.

Sono stato segnato da molte esperienze che ho vissuto a San Benito: La festa di Don Bosco, la missione della Settimana Santa, le visite all’ospedale, l’oratorio, la festa mariana (per citarne solo alcune). Andarmene e salutare una così bella realtà non è una questione semplice. Ho abbastanza foto, ricordi, e affetti che mi portano a ringraziare Dio e MAria per una così bella esperienza.
Sono incredibilmente felice di aver vissuto una così una bella comunità SDB e, dopo ho bevuto l’acqua dal lago (qui c’è la leggenda che se bevi l’acqua del lago prima o poi ritorni, ndr), e penso che il mio desiderio di tornare sarà realizzato.

Ogni giorno c’è tanto da fare in questa missione. La forza di lavorare nel regno di Dio sarà sempre nel mio cuore. Aiutiamo questa tela desiderosa di essere dipinta con le meraviglie che solo l’Onnipotente può dare”

La mia è stata una vera esperienza divina che mi rende triste, perchè lascio tante cose stupende ma felice perché sapendo che il lavoro continua. Mi invade la sicurezza sapere che Maria protegge questa bella terra e la sua comunità salesiana.