Dategli voi stessi da mangiare! corresponsabilità e servizio

 Cari amici, prima di tutto mi scuso per non essermi fatto sentire molto in questi giorni, per colpa delle tante attività.

Questa settimana sto assistendo ad un corso di formazione per gli amministratori di diocesi organizzata dalla conferenza episcopale del latino America (eh si… me tocca, visto che sono un novellino in amministrazione di Diocesi). Devo ammettere che pensavo di andare ad un incontro molto tecnico e pratico su come fare e quello che fare per raccogliere fondi per autosostenere la Diocesi, forse, perché ho sempre considerato l’economia una questione molto pratica, mentre è stato quasi un ritiro spirituale. Si è affrontato il tema dal punto di vista della corresponsabilità. Condivido, così, alcune riflessioni che mi sono nate in questi giorni.

Partendo dalla lectio divina sul racconto della moltiplicazione dei pani e pesci di Gesù abbiamo riflettuto della importanza di vivere la corresponsabilità con i nostri laici. Mi è piaciuto il fatto che si è presentata la corresponsabilità come uno stile di vita. Corresponsabilità è donare, quello che io ho ricevuto da Dio. Corresponsabilità è riconoscere che tutto mi viene da Dio e che sono chiamato a essere grato di questo dono e generosamente donarlo nuovamente. È fare Eucaristia tutti i giorni. Una persona è avara perché non è grata, o meglio non si è reso conto di quanto Dio gli abbia donato.

A volte ci domandiamo, perché tanta povertà nel mondo, perché Dio la permette. La povertà nel mondo non è il fallimento di Dio, ma il fallimento della sua Chiesa che non ha saputo insegnare al mondo ad essere corresponsabile. Il capitalismo vive sullo sfruttamento dei poveri, come Chiesa che facciamo? Accettiamo supinamente la stessa logica o profeticamente annunciamo un mondo differente dove la solidarietà è la risposta alla mancanza del mio fratello. Sento la sofferenza del mio fratello come fosse la mia stessa sofferenza. Sento la necessità di ringraziare Dio per quello che mi ha dato e di essere pertanto generoso. Dio mi chiama ad essere suo socio e siccome lui è amore e gratuità, mi chiama a fare lo stesso.  Per questo la corresponsabilità è parte stessa dell’annuncio evangelico, è essere solidali con i più poveri e i più necessitati perché mi nasce dal cuore. Come dice il Vangelo dov’è il tuo cuore, lì sarà il tuo tesoro. Ci invitavano come Chiesa ad accendere nel cuore della gente la passione per il Regno di Dio.

Bisogna educarci ad essere corresponsabili. Creare una cultura nella quale ognuno è felice di dare e non triste perché obbligato a darlo. Sapete di quel sacerdote, che durante l’omelia dice alla gente: “Ho due notizie per voi, una vi piacerà, l’altra meno. Finalmente abbiamo tutti i soldi per poter realizzare tutte le nostre attività parrocchiali, l’altra è questi soldi sono nelle vostre tasche”. La corresponsabilità, non è aiutare puntualmente, come a volte accade, che la gente dà la sua offerta, un po’ per obbligo ed un po’ per paura, ma uno slancio della persona. La corresponsabilità è il mio modo di rispondere positivamente all’amore di Dio con il mio tempo, i miei doni e i miei soldi. Mi ha colpito quello che ha detto un laico incaricato dell’amministrazione di una diocesi negli Stati Uniti al termine del suo discorso. Sapete qual è la cosa che mi rende più felice nella vita. La mia vocazione al servizio. Una persona che ha fatto della corresponsabilità, la sua stessa vita.

A volte siamo corresponsabili economicamente per quello che è l’attività sociale della Chiesa, molto meno, nella attività di evangelizzazione della Chiesa o ci preoccupiamo di come far vivere il sacerdote. Mi ha fatto pensare, che ha un certo punto un relatore ha detto, una Chiesa corresponsabile ha una liturgia bellissima, perché tutti i ministeri all’interno della messa sono ben coordinati. Diciamo che con l’aspetto economico possiamo misurare realmente quanto sentiamo l’appartenenza alla nostra Chiesa.

Per questo il racconto della moltiplicazione dei pani è davvero illuminante. Gli apostoli dicono a Gesù che è tardi, e che la gente deve mangiare e che li saluti. La logica umana, ognuno per sé…che si arrangino, hai predicato, ora però che ognuno si occupi dei propri bisogni. Gesù gli risponde “dategli voi stessi da mangiare”. La logica evangelica insegna che non possiamo non preoccuparci dei bisogni della vostra gente. Non possiamo non farci carico delle necessità umane. La sofferenza degli altri è la stessa sofferenza nostra. A quel punto gli apostoli spiazzati gli dicono che non hanno sufficienti mezzi per rispondere alla necessità umane e quante volte pensiamo lo stesso ma Gesù gli risponde di vedere quello che hanno. E trovano cinque pani e due pesci. A volte la logica umana ci porta a pensare che quel poco che abbiamo è nostro e che se lo lasciamo, rimaniamo senza niente. Per questo facciamo fatica a gettarci nella logica di Dio che ci dice: Hai qualcosa, mettila in gioco e produrrà cento volte tanto.

Io approfitto per ringraziare voi tutti, che siete corresponsabili con la mia missione tutti i giorni attraverso le preghiere, gli aiuti economici e la vicinanza attraverso mail e messaggi. Non potrei fare davvero nulla di quello che faccio senza la vostra compartecipazione.

Un abbraccio di cuore

Don Giampiero


Per eventuali le donazioni ricordo:

ASSOCIAZIONE IL GIARDINO DI PROVVIDENZA O.N.L.U.S VIA DEI CASALI DI PORTA MEDAGLIA 1 00134 ROMA

IBAN IT 97 M 08327 03241 000000002286

Causale per Giampiero Peten