Il corona virus arriva anche in Guatemala

Prima o poi sarebbe arrivato anche da noi, purtroppo come c’era da aspettarselo da noi ha le solite tinte tragicomiche di uno stato in balia della disorganizzazione.

Venerdì il presidente parla a reti unificate avvisando che il corona-virus è entrato in Guatemala, che vi è il primo caso individuato, ma che non dobbiamo preoccuparci perchè un Guatemalteco proveniente dall’Italia e che era sceso dall’areo, ma erano scattati i controlli di routine e sono riusciti ad isolarlo prima che potesse contaggiare altre persone.

Fin qui mi direte che efficienza, manco fossimo in Germania. Il problema che ieri (Sabato) il presidente parla nuovamente a reti unificate avvisando che gli è scappato una delle persone che erano sull’aereo e che questo è potenzialmente un portatore del virus e che potrebbe contaggiare tutta la popolazione. Ora vorrei fare una domanda, secondo voi come si può perdere una persona che scende da un aereo? Non so a metà del volo ha detto al pilota, io scendo alla prossima fermata?!?! Per cui i famigerati controlli non sono scattati e ora il rischio che la pandemia si diffonda anche qui è reale.

Risultato scuole e università chiuse. Proibito celebrare messe, e qualsiasi riunione sopra le 100 persone.

Stiamo vicini alla gente. Nei villaggi andiamo a celebrare la messa. Ci siamo riuniti e abbiamo pensato che la messa fosse l’unico luogo in cui la gente si riunisce e dove la gente può essere informata su come fronteggiare l’emergenza.

La mia omelia si è trasformata più in una spiegazione medica, ma credo che in questi casi, il bene della persona e la cura venga di pari passo alla spiegazione della Parola di Dio, anche perchè per quel poco che ho capito della fede cristiana, dividere il Pane dal pane, le cose del cielo dalle cose materiali non è da Dio… chi divide è il diavolo (diablo: colui che divide). Per cui il servizio alla gente è il modo concreto di testimoniare la nostra fede.

Oggi sono stato nel villaggio di Belèn. Non più di 20 persone alla messa. Sentono le notizie, mediate dal passaparola… per cui molte sono pure invenzioni… Il curandero (lo stregone.. si, perchè in Petèn abbiamo gli stregoni che curano la gente) che promette cure magiche senza un minimo di fondamento e in cambio facendosi pagare profumatamente.

Le parole finali del catequista della cappellina. Don Juan un signore anziano che ha portato avanti la comunità per anni. Grazie padre che è venuto a trovarci e non ci ha abbandonati.

Forse è poco quello che facciamo ma per la gente vale molto.

Un abbraccio

Don Giampy