Il nostro 8 Marzo: i frutti di un anno di lavoro

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 A volte l’8 marzo diventa la festa dei grandi proclami e delle facili frasi sdolcinate ad effetto, che lasciano il tempo che trovano. Nel libro “io speriamo che me la cavo” c’è una storia che sempre mi fa pensare: “Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l’uomo, perché non è giusto che non è uguale. L’8 Marzo la donna deve essere uguale, all’uomo! In quel giorno tutti gli uomini portano le mimose alle donne, e anche agli altri uomini, però io conosco un uomo che l’8 Marzo a una donna gli diede un calcio. Melo ha raccontato mio patre.

Mio patre porta i tram adesso, ma una volta faceva il pompiere. Allora accadde che una donna dell’8 Marzo si voleva buttare giù dal tetto, e chiamarono i pompieri. Mio patre era quello che saliva sulle case per non fare gettare la gente dai palazzi. Lui salì, e quando si trovò faccia a faccia con la pazza gli disse: «Ma tu perché ti vuoi buttare per farci passare un guai a noi?».
Allora quella un pocò ci penzò ancora se si voleva buttare o ritornare nel salotto, e penzò di buttarsi. Ma anche mio patre si buttò su di lei e la prese. Quando scesero giù, un amico di mio patre, che era pompiere (ma giù) diede un calcio alla pazza per la paura che s’era preso. Io se ero quel signore il calcio non glielo davo quel giorno ch’era l’8 Marzo, un altro giorno sì” .Molte volte questa commemorazione diventa questo o un momento di frasi smielate che si dimenticano il giorno seguente e la vita segue uguale con le solite ingiustizie.

Quest’anno insieme alla pastorale della promozione della donna nella nostra parrocchia abbiamo festeggiato questo giorno con i frutti di un anno intero di lavoro. Alle 8 ci siamo riuniti davanti all’ospedale ed abbiamo iniziato una camminata (alla quale ha partecipato anche il SEPREM, che è il segretariato per la protezione della donna) nella quale con riflessioni e canti abbiamo ricordato il perchè di un giorno dedicato alla donna lavoratrice (già perchè spesso ci dimentichiamo che questa ricorrenza non è per la donna, ma bensì per la donna lavoratrice) e alla lotta per l’uguaglianza dei diritti. Quest’anno (è già il secondo anno che organizziamo la camminata) siamo riusciti a coinvolgere anche diversi uomini, che si sono occupati del servizio d’ordine, già perchè l’anno scorso mentre facevamo la camminata non sono mancati i momenti difficili, gli insulti della gente…

Del resto, quest’anno ci siamo lasciati guidare nelle riflessioni della camminata de una frase di Betty Bumpers: “Non si tratta di donne contro gli uomini, ma di donne e uomini. E non è che il mondo sarebbe stato meglio essere stata governata da donne, ma che il mondo sarà migliore quando noi, come donne, portiamo il nostro punto di vista“. Il mondo sarà davvero migliore quando ognuno apporterà a partire della propria diversità e unicità, senza contrapposizioni o lotte di principio, ma uniti. Questo è quello che insegnamo come Chiesa, ed è questo che anima il notro cammino pastorale, lottando per vincere le ingiuste disuguaglianza che in questa pate del mondo dominano. Per capire la situazione di qui. Basta pensare che varie volte sono dovuto andare a visitare mariti per convincerli di permettere alla moglie di poter andare a messa!!!

Quest’anno alla camminata hanno partecipato molte più donne rispetto all’anno passato, sono sempre poche rispetto alla quantità che dovrebbero essere, ma poco alla volta diventerà tradizione.

Terminata la camminata abbiamo celebrato l’Eucaristia, omaggiando Maria (ognuna con una rosa), la donna per eccellenza e il modello di realizzazione di vita cristiana per noi tutti.

Alla fine della messa, le donne della pastorale hanno regalato ad ogni famiglia biscottini e shampoo. Son le cose che hanno imparato a preparare durante questi due anni di lavoro insieme… Un gesto per simboleggiare, che qui non facciamo proclami, (non vendiamo sogni, ma solide realtà diceva una pubblicità), ma che davvero stiamo accanto alle donne e cerchiamo di promuovere la loro situazione, lavorando 365 giorni l’anno e che davvero le donne che partecipano alla nostra pastorale stanno apprendendo nuove cose, si stanno imparando a valorizzare, a promuovere e a riscattare. Hanno lavorato diversi giorni perchè tutto fosse preparato e sinceramente sono molto soddisfatto dell’esito.

vi ricordo nella preghiera

Don Giampy

 
 
 
 

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Causale per Giampiero Peten


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