Intervista ai nostri volontari spagnoli

Dopo l’esperienza missionaria vissuta da un gruppo di volontari salesiani Spagnoli durante l’estate del 2014 accompagnati dal Padre Paolo Labrado, dove hanno incontrato la realtà esistente e il progetto salesiano di San Benito, è iniziato una collaborazione tra le due case sotto vari punti di vista, la quale ha fatto un nascere un sentimento missionario nella casa salesiana di Aranjuez, generando un movimento che ha portato un altro gruppo di salesiani cooperatori a rifare l’esperienza dello scorso anno quest’estate. Gli ho chiesto di raccontarci un po’ la loro esperienza e soprattutto perché ritornare. Non sempre chi va l’estate in missione ritorna l’anno successivo. Loro si sono affezionati alla nostra casa:

“Ci sono diversi motivi che ci hanno portato a rivivere l’esperienza in Peten: la preoccupazione di fare un volontario con i giovani e conoscere altre realtà; portare il contributo economico che i ragazzi della nostra opera ha raccolto attraverso  vari progetti salesiani di Aranjuez; per comprendere la vita come un servizio agli altri al di là della comunità di origine; continuare il Movimento Giovanile Salesiano, portando questo carisma di Don Bosco al di lá le frontiere, con la voce dei giovani, sia come San Benito che ad Aranjuez.

Per tutto il mese di volontariato abbiamo fatto varie attività come ad esempio:
Gruppi di formazione: Ci sono state diverse dinamiche con il gruppo di accoliti e ministranti (di varie età), gruppo Don Bosco (giovani fino a 18 anni) e la Cresima (giovani che si preparano a ricevere il sacramento). Attività di riflessione, formazione e accompagnamento alla fede.
Oratorio: Nel pomeriggio Domenica, i volontari sostengono gli animatori con il recupero scolastico e li incoraggiano con i giochi e le canzoni con momenti di riflessione.
Mense: Aiutando nelle cappelle dei quartieri, intrattenendo i ragazzi con danze e giochi popolari, spagnoli e guatemaltechi, i bambini e i giovani durante la preparazione del cibo.
Lo sviluppo di laboratori di cucina spagnola (preparazione di una frittata di patate) e shampoo naturale con le donne della pastorale di promozione della donna. 
Preghiere, giochi, balli, canzoni e dinamica con bambini e giovani provenienti da diversi quartieri nelle rispettive cappelle, davanti all’Eucaristia.
Progetto dell’ospedale, dando due volte la settimana (giovedì e sabato), un bicchiere di atol e pane per le famiglie, i pazienti e gli operatori sanitari.
In questi giorni abbiamo fatto molte esperienze, lasciando una impronta indelebile in ognuno di noi. Abbiamo realizzato una quantità infredibile di lavoro pastorale accompagnando i sacerdoti di San Benito. Per questo, la presenza di una comunità, come esiste oggi, è necessaria, in grado di fornire il carisma di Don Bosco in una realtà in cui ci sono i giovani e le famiglie in situazione di vulnerabilità. Un altro aspetto che ha attirato la nostra attenzione è stata la grande disuguaglianza sociale, con una classe poverissima e una classe ricca, senza l’esistenza di una classe media. D’altra parte abbiamo notato che la società ha una connotazione fortemente maschilista, dove le donne hanno un ruolo secondario. Questo ci ha portato a vedere che,dinamica dopo dinamica, le donne avevano grande bisogno di parlare e di essere ascoltate, in quanto spesso le loro voci sono dimenticate. Come non possiamo dimenticare la situazione di salute e l’istruzione, a cominciare dallo sciopero di due mesi di insegnanti (che solo si ripercuote sugli studenti) terminando con la presenza di un unico ospedale pubblico per tutto Peten. Essere volontari in questo luogo ci ha fatto proare sentimenti molto forti. Nelle varie attività abbiamo visto brillare l’umanità della gente, la generosità di condividere il loro tempo e le loro poche cose per aiutare gli altri. In ogni gioco dinamico, visita alle cappelle, le valutazioni della gente era piena di affetto, ascolto, umiltà e gratitudine, grandi valori cristiani che ti fanno ricaricare le batterie. Ogni bambino, giovani e adulto hanno un cuore che deve battere, giocare, ridere, parlare … e siamo stati quel piccolo stimolo per spronarli alla speranza e alla vita.
Infine, non possiamo dimenticare la vita condivisa con la comunità salesiana di San Benito. Una comunità che dà il suo servizio apostolico a tutta la gente del paese, formando una grande squadra con un forte carisma salesiano, permettendo alle persone della parrocchia di conoscere la figura di San Giovanni Bosco. Abbiamo notato che il motore della loro vita è quello di essere con e per i giovani, dedicando tutto il loro tempo al servizio, assistenza e sostegno della gente e soprattutto i più bisognosi. Noi che abbiamo condiviso un mese con loro, abbiamo trovato una comunità aperta che accoglie i volontari e la rende partecipe della vita comunitaria, condividendo momenti di preghiera, di relax, di lavoro e di discussione, soprattutto di vivere la vita riflettendo il Vangelo. Abbiamo notato che il cuore pulsante di San Benito, che rende possibile il sogno di Don Bosco è più vivo che mai, che rendono la Parola di Dio una realtà tra i giovani e gli adulti che la circondano, che fanno in modi che valga la pena una vita consegnata a Dio.

Siamo convinti che dobbiamo continuare a scommettere sulla missione salesiana di Peten, che riflette chiaramente ciò che Don Bosco ha incontrato a Valdocco, per noi è stato come tornare alle origini dell’oratorio, vera fonte del carisma salesiano. Un’esperienza che segna un prima e un dopo nella nostra vita, che ci ha fatto ripensare la vita da un’altra prospettiva, da un altro punto di vista, da una vocazione

Loro concludono la loro testimoniana con un grazie… ma in realtà il grazie sono io che lo devo a loro per il grande aiuto che ci hanno dato. Mi piace ricordare alcune parole loro Un’esperienza che segna un prima e un dopo nella nostra vita”. Chi è venuto a Peten, non torna uguale… questa opera ti ruba il cuore. La gente di questa parte del mondo ti ruba il cuore.

Presto vi mando un po’ di foto e di notizie nuove delle nostre attività e vi scrivo alcuni miei pensieri

un abbraccio

Don Giampiero


One thought on “Intervista ai nostri volontari spagnoli

  1. Ben scritto Padre de Nardi. Bisogna incoraggiare la visione salesiana. Dopo questa formazione iniziale, ben venga la visione domenicana. Ma per ora, bisogna costruire le porte, altrimenti non si possono aprire. Grazie per mandarci queste notizie.

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