Prostituzione in Guatemala, una piaga purtroppo accettata da tutti

In Guatemala la prostituzione non è illegale. In quelle che loro chiamano “cantine” e “Bar” si possono ottenere prestazioni sessuali a pagamento da ragazze maggiorenni, sono locali n cui ci si può ubriacare, giocare d’azzardo, un po’ come le nostre osterie di un tempo. Da quello che mi diceva don Vittorio, una prostituta in una cantina costa attorno ai 30 Quetzal circa 3 euro.

Turisti internazionali viaggio in Guatemala per turismo sessuale (Per lo più minorile), soprattutto in città come Antigua e Città del Guatemala.

La tratta degli esseri umani sta diventando un problema significativo e crescente nel paese, in particolare per lo sfruttamento dei bambini nella prostituzione. Molte donne e bambini sono stati portati nel paese da organizzazioni criminali per costringerli a prostituirsi.

La prostituzione, punta dell’iceberg di una condizione femminile che da sempre vede la donna come incarnazione della corporeità a disposizione dell’uomo, di schiava del piacere del macho latino. Una forma di sottomissione dell’uomo sulla donna che nel contempo rivela ne la sua debolezza e fragilità. Tale condizione rimane difficile da sradicare nella cultura locale, nonostante le tante battaglie e i troppi discorsi. Ne abbiamo trovato desolante conferma anche nei recentissimi tragici eventi di cronaca nera, dove le donne hanno pagato con la vita il tentativo di sottrarsi a tale mercato o la semplice fine di storie d’amore.

Don Vittorio quando è arrivato ha provato a sollevare il problema manifestandolo all’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa nel tentativo di risvegliare la coscienza popolare, ma i risultati sono scarsi. Alla fine ha desistito, conscio che era non solo una battaglia contro i mulini a vento, ma soprattutto perché metteva a repentaglio la sua vita e quella delle persone che gli stavano accanto. Alla fine ha convenuto che l’unica soluzione è sempre quella dell’educazione. Lentamente formare le ragazze a non farsi usare, e a non far usare il proprio corpo come mera merce di consumo, anche perché la maggior parte di coloro che vanno con queste ragazzine (molte delle quali maggiorenni solo sulla carta) sono gente di cinquant’anni e più. Pensavo a come mi sentirei io se mia figlia fosse costretta con la forza da organizzazioni criminali o per la fame a doversi prostituire in tal modo e con una persona che potrebbe essere benissimo suo nonno.

Un tessuto educativo privo di figure di riferimento, la scuola è praticamente inesistente, tutto quello che è il Welfare è totalmente demandato ai religiosi. Sia la Chiesa Cattolica che quella Evangelica sono le uniche fonti di diritto per il cittadino. Tutto quello che lo stato dovrebbe dare al cittadino, non viene dato se non dopo compensi ingiustificati (mazzette). La stessa giustizia non è garantita al cittadino che a volte è costretto a farsela da solo.

L’ispettore sta iniziando a programmare come e quando iniziare la nuova comunità ad “El Peten” si parla di Dicembre 2012, cioè non prima di un anno. Lì la situazione è abbastanza disastrata, attualmente non c’è proprio nulla, se non un campo di patate con qualche roccia in mezzo, in una situazione cittadina ai limiti del vivibile. Il narcotraffico in quella zona è una piaga impressionante. Ci sono zone in cui è vietato l’accesso alla gente ed in molti quartiere di San Benito la polizia non entra per paura di essere ammazzata.

In tutto questo, prego il Signore come faceva don Bosco, di darmi la capacità di discernere la sua volontà e di servirlo nei suoi poveri. Tra le persone che conoscete se qualcuno vuole avere notizie della missione dategli questa mail: [email protected]

Credo che uno dei compiti maggiori che ho come missionario è quello di risvegliare l’opinione pubblica sulla situazione del mondo specie sulla condizione in cui vivono milioni di persone e le continue vessazioni alle quali sono sottoposti milioni di bambini nel mondo