Quanto vale una vita umana?

Una domanda che può essere banale per chi sta in un mondo nel quale, la medicina è un diritto acquisito per tutti, la vita umana non è continuamente minacciata. Oggi, 2 di Noviembre, giorno in cui la Chiesa ricorda i fedeli dei defunti, è una domanda che mi si pone in maniera forte, anche a causa di alcune vicende che mi hanno fatto riflettere:

1) La notte andiamo come sempre a distribuire cibo alla gente povera che accompagna i malai in ospedale. Arriva di urgenza una bambina morsa da un serpente. Il barbamariglia è un serpente che uccide in poche ore. La dottoressa dice ai parenti che hanno finito in ospedale le scorte di siero antiveleno. Proviamo a chiamare all’altro ospedale di Petèn che ugualmente non ha il siero (Premetto, rimanere senza siero antiveleno in Petèn, è come in Italia rimanere senza aspirina, i serpenti velenosi sono comunissimi e i morsi ancora di più). Dicono alla Signora, che può cercare di comprarlo in farmacia (se ce l’hanno) ed ogni fiala vale 550 quetzal. La signora è indigena, non ha neanche i soldi per mangiare. Ci vogliono almeno otto fiale per far vivere la bambina. Per ora siamo riusciti a comprarne una. La bambina è sopravvissuta, sono due giorni che sta nell’ospedale, in realtà il serpente non l’ha morsa bene. Quello che più mi ha scandalizzato è che il medico con naturalezza ha detto alla famiglia: “Non abbiamo siero, sua figlia morirà, non possiamo fare niente”. Quanto vale una vita, per un medico esattamente nulla. La vita umana è un business. Chi ha i soldi vive. Gli altri si arrangiano come possono.

2) la stessa notte, incontro ricoverata nell’ospedale, una signora della parrocchia. Stava in casa, un colpo vagante, l’ha raggiunta all’addome. Per fortuna si è salvata, perchè la pallottola non ha danneggiato nessun organo vitale. Molte case sono  di legno per i proiettili attraversano le pareti senza difficoltà, ed uno non può neanche starsene in casa tranquillo che può morire senza neanche rendersene conto e senza aver fatto nulla di male. Per la maggior parte della gente, la vita non ha alcun valore. Uccidere è semplice, è molto facile che dopo averti rapinato tu ammazzino anche.

3) Mercoledì prossimo devo celebrare le prime comunioni nel quartiere de “La Paz”. Il quartiere è sempre stato molto “caldo”. Un mese fà si sono sparati tra due bande rivali all’interno del cortile della Chiesa. Per fortuna era notte e non vi era nessuno. Alle prime comunioni viene gente da fuori e per evitare problemi sono dovuto andare dalla polizia a chiedere una pattuglia per vigilare la zona mentre celebro, per evitare che le bande vengano a derubare la gente presente a messa. Non si può nemmeno celebrare liberamente la propria fede.

In missione si combatte e si convive con questa cultura della morte e si cerca di costruire una nuova cultura della vita attraverso delle nostre attività che si susseguono senza sosta

In questi giorni abbiamo avuto una nuovo incontro del nostro corso per ostetriche (sono tre all’anno). Abbiamo parlato di sessualità. Lo psicologo che ha diretto il corso, ha cercato anche di far capire alcune dinamiche di coppia che per noi sono banali, ma qui no. Per esempio raccontava che in una regione del Guatemala avevano obbligato a sposarsi una ragazza con l’uomo che l’aveva violentata, oppure di permettere ad una ragazza o ad un ragazzo di cambiare il fidanzato o la fidanzata prima di sposarsi e che la cosa non è un male.

Stiamo celebrando le prime comunioni. Le foto di una di essa e del ritiro

Continuiamo a distribuire cibo nell’ospedale per la gente povera che viene dai villaggi vicino a stare con i parenti. A volte è davvero triste vedere la gente dormire per terra fuori dall’ospedale e non poter far niente.

è ricominciato il corso di musica della parrocchia

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Causale per Giampiero Peten

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