Questa è la vita che ho scelto. Mi è stato insegnato fin da piccolo a lavorare duro

In questi giorni mi sono capitate diverse cose, alcune piacevoli ed alcune meno. Le attività si susseguono e devo ringraziare i miei genitori che in questi giorni che hanno condiviso con me, mi hanno dato una grandissima mano. Come al solito (come fanno tutte le mamme), mamma si preoccupa per la mole di lavoro che portiamo avanti come missionari, ma parafrasando il film su don Bosco della rai: “Questa è la vita che abbiamo scelto. ci è stato insegnato fin da piccoli a lavorare duro

Abbiamo finalmente iniziato il corso di alfabetizzazione per le donne dei quartieri poveri. Io dico che il Signore lo ha voluto. Mi stavo riuniendo con la pastorale della donna, e mi sono accorto che molte di loro non hanno voluto il libro dei canti perchè non sanno leggere. Io mi sono detto, come fanno queste donne poi ad aiutare i propri figli a fare i compiti a casa e così gli ho proposto di organizzare un corso di alfabetizzazione per loro. Erano un po’ restie, ma il Signore mi ha illuminato e gli ho detto “se sapete leggere, potreste leggere la Bibbia, non vi piacerebbe?” e allora alcune di loro si sono convinte. Tornando a casa, mi fermo per chiudere la Chiesa, ed incontro una catechista con il marito (il marito non viene mai a messa durante la settimana perchè lavora a quell’ora). Io gli racconto del mio progetto di organizzare un corso di alfabetizzazione e che ora devo trovare un maestro e lo sposo mi dice che faceva corsi di alfabetizzazione quando era giovane e che mi avrebbe aiutato. Il Signore me lo ha mandato.

Altro progetto che sta nascendo praticamente da solo, è quello di costruire una casa per ospitare per i tanti migranti che passano ogni giorno per la nostra parrocchia. Anche qui il Signore si sta costruendo la casa da solo. Prima mi ha mandato un architetto che si è offerto di farmi il progetto, poi mi sta mandando gente che mi ha offerto chi il ferro, chi il cemento per costruire… Fra poco metteremo mano all’opera. I soldi come diceva don Bosco… verranno…

Non solo cose belle ma anche cose difficili da accettare. Sto riparando il tetto del salone parrocchiale perchè cadeva l’intonaco, e così ho dovuto rifare tutto il terrazzo, rifare l’intonaco, ed in questo momento finalmente lo stiamo pitturando, e contemporaneamente, l’altro giorno ad una delle cappelle in cui celebriamo durante la settimana è caduto il tetto. Per cui mentre seguo i lavori della nostra Chiesa, contemporaneamente seguo il rifacimento del tetto dall’altra parte. Quando si dice “piove sul bagnato”. Anche qui il Signore mi chiama a darmi da fare e a risolvere il problema. Non mi parla solo nelle cose che mi piacciono, ma anche in quelle che non mi piacciono. Mi chiama ad affronatare la situazione, certo che una soluzione si troverà e che non mi farà mancare aiuto in questa difficoltà.

Continua la distribuzione di viveri per la gente povera della parrocchia, poco alla volta stiamo formando una piccola caritas. Qualcuno mi ha chiesto per mail perchè non metto mai foto di persone povere o delle situazioni povere della parrocchia. In generale, perchè non mi piace “sfruttare” i poveri, per intenerire i cuori. Cerco di dare un’immagine positiva di dove sono e della lotta quotidiana che questa gente compie per realizzare in questa terra il Regno di Dio. Per avere un’idea di alcune case in cui vive la gente vi mando alcune foto fatte da mamma e dalla sua amica Maria. Tra l’altro sono state loro a preparare i pacchi per i poveri questa volta.

L’altro giorno abbiamo organizzato una marcia per la giornata della donna, con la pastorale della donna. Il logo dello striscione che portavano è “Non più violenza contro le donne, loro sono rose” ed avevano stilizzato una donna a forma di rosa. Il risultato più bello, è stato che quando siamo andati nel municipio per chiedere il permesso per la marcia, il giorno dopo, il sindaco (che è donna) ha deciso di organizzare anche lei una marcia per a donna. Le coordinatrici della pastorale si sono un po’ risentite, perchè gli avevano rubato l’idea, ma io mi sono detto, dobbiamo essere contenti, invece, siamo riusciti a mettere sotto pressione le autorità del luogo e le abbiamo “costrette” a fare qualcosa anche loro. Certo dentro di me mi sono detto: “ma è possibile che deve venire un uomo, dall’Italia, per fare in modo che il sindaco pensi alla necesità di sensibilizzare al problema della donna in Petèn, visto che la situazione della violenza è molto grave”. Un giorno forse avrò una risposta…

Abbiamo riaperto l’oratorio questa volta in un altro quartire, più popolare e più difficile, per venire incontro ai ragazzi più poveri. Abbiamo cominciato con una giornata di giochi, poi domenica scorsa abbiamo iniziato le attività di recupero scolastico e di musica e sport. I ragazzi stanno già aumentando. Domenica scorsa sono accorsi numerosi. Come al solito con il mio pickup faccio da autobus per i ragazzi degli altri quartieri. Quando avrò abbastanza animatori potremo aprire un oratorio in ogni quartiere, ma ci vorrà del tempo.

I miei più cari saluti a tutti. Vi voglio bene e vi ringrazio per l’aiuto che continuate a manifestarmi, sia attraverso la preghiera, sia attraverso le mail che mi mandate per informarvi o per chiedere come sto, sia attraverso gli aiuti economici e sia attraverso i gesti di vicinanza concreti.

P.S. se ci fosse gente interessato a ricevere questo notiziario. Mandi una mail al mio indirizzo: [email protected]

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Causale per Giampiero Peten

“Non eroi i cristiani, ma diversamente uomini. Gente che – sorpresa dall’irruzione di Dio nella propria vita – prima decide di essere presente al mondo e poi, meditando sul mondo, s’azzarda a proporre delle trasformazioni. Presenti al mondo, a se stessi, a Dio: per essere un’umanità che non teme l’avventura della vita ma, misurandosi con essa, condivide la meraviglia d’essere stata chiamata ad umanizzare la storia. Spandendo il gusto di Dio.”