Settimana santa

ImmagineCarissimi amici,
è iniziata la settimana santa e le attività qui si susseguono a ritmo vertiginoso. Abbiamo appena finito di celebrare la messa crismale nella nostra parrocchia. Qui si è deciso di non celebrarla nella cattedrale ma ogni volta in una chiesa diversa del vicariato per conoscere le varie realtà parrocchiali. Alla fine della messa abbiamo distribuito più di seicento pranzi alla gente venuta dai villaggi di tutto il Peten, alcuni venivano da un giorno di cammino (per questo ringrazio tutti coloro che dall’Italia mi mandano aiuti economici, permettendomi di poter affrontare queste spese, altrimenti insostenibili. La gente di qua ha cucinato tutto il giorno per poter permettere a tutti di andarsene a stomaco pieno).
I giovani della parrocchia in questo momento sono impegnati a preparare una specie di “infiorata” che si fa qui durante il periodo della settimana santa. Qui li chiamano “alfombra”, cioè tappeti.
Ora siamo in procinto di preparare il Triduo, spero di mandarvi alcune foto e mi scuso se ultimamente le mie mail si sono diradate nel tempo, ma fare l’economo della casa mi porta via molto tempo perché la chiesa più che un centro di culto è un cantiere… ogni giorno c’è qualcosa da riparare… ora mi aspetta la riparazione del tetto (spero di cavarmela con meno di tremila euro), le lamiere in molti punti hanno buchi che sembrano voragini e cola l’acqua. Stiamo organizzando una lotteria per raccogliere il denaro sufficiente.
Questo mese, poi, è stato abbastanza intenso. Primo perché è venuto a trovarmi mio fratello dall’Italia, ed è stato a condividere la vita della nostra missione. È stato il regalo più bello che potessi ricevere per il mio compleanno. È vero che gli affetti superano le distanze ma è altrettanto vero che è tutta un’altra cosa condividere un po’ di tempo con le persone che ami. Devo ammettere che l’ho fatto lavorare parecchio e che ho avuto poco tempo per fargli vedere le bellezze del Guatemala ma credo che se ne sia andato con un bagaglio carico dell’esperienza e della vita della gente di qua.
A livello pastorale ci siamo concentrati molto sulla sensibilizzazione del problema dei migranti. Abbiamo fatto la via crucis, con delle meditazioni legate al problema del migrante e una festa a loro dedicata per raccogliere fondi. Qui in Peten, abbiamo una situazione molto particolare: Migranti che dagli altri paesi del centro america passano per il Peten per varcare la frontiera con il Messico, per andare illegalmente negli stati uniti, migranti che vengono rispediti indietro dal Messico, dopo essere stati derubati o catturati dalla polizia e che devo ritornare nel loro paese e gente del Guatemala che viene in Peten in cerca di terra coltivabile, che oramai non c’è.
10448421_818481388177193_7968472026443403952_oCome parrocchia, gli offriamo da mangiare e quando loro non possono gli paghiamo anche il biglietto per ritornare al loro paese (per quelli che sono stati cacciati dal Messico). In futuro dovremo pensare anche a creare un luogo per dargli ospitalità per una o due notti al massimo (altrimenti si adagiano molto qui), per ora abbiamo una piccola stanzetta, che è in condizioni invereconde, a volte mi vergogno ad ospitarci gente, ma poi penso che per molti di loro è comunque un posto migliore di quello in cui vivono tutti i giorni. Accogliamo anche persone che manda una clinica di oftalmologia, per passare la notte dopo l’intervento agli occhi, sono persone che vengono dai villaggi ontani e non potendo pagarsi un posto per dormire, vengono da noi. A volte si fermano a dormire, anche, giovani studenti universitari, che il sabato e la domenica studiano e in settimana lavorano e non potendo permettersi di pagare un posto per dormire ci chiedono ospitalità. All’inizio devo ammettere che avevo un po’ di paura nel gestire la questione, no diciamo meglio avevo proprio terrore… Le domande che mi facevo erano quelle logiche: Come fare? E se
festa dei migranti. i ragazzi della parrocchia
preparando “alfombra”
poi qualcuno ruba in Chiesa (per quello che c’è…)? Poi mi sono ricordato di una frase che campeggia nel bar dell’Oratorio del Borgo Ragazzi Don Bosco: alcuni praticando l’ospitalità hanno accolto degli angeli (Eb.13,2) e mi sono detto, probabilmente devo convertirmi davvero tanto e iniziare a fidarmi un po’ più della gente e non pensare che solo perché è povera debba essere anche per questo cattiva.
Vi saluto con una riflessione che ho letto di recente e che è abbastanza in linea con quello che ho scritto nella ultima mail sul digiuno che a quanto pare ha colpito in molti.

“Quanto è splendido il digiuno
Che si adorna dell’amore
Spezza generoso il tuo pane con chi ha fame
Altrimenti il tuo non è digiuno, ma risparmio”

Con questo canto dal Vespro del martedì di Quaresima, la liturgia maronita, imbevuta della teologia dei padri siriaci, collega strettamente il digiuno con la carità. In un tempo in cui il digiuno per tanti è di fatto una forma di dieta, la Chiesa che insegna tramite la liturgia ricorda che il digiuno cristiano è molto più dell’astinenza dai cibi.
BUONA PASQUA DI RESURREZIONE E DI CARITÁ A TUTTI. IL SIGNORE VI COLMI DELLE SUE BENEDIZIONI
Don Giampy
P.S. che bello avere un Papa sud americano, che porta in Europa, il clima ecclesiale che respiriamo qui. I gesti semplici con cui ha dimostrato quale cammino intraprendere come Vescovo di Roma, sono molto comuni tra i vescovi che ho conosciuto qui.