si dice che le vie del Signore sono infinite… a volte fa proprio le cose più strane

284612_4558577888462_767584492_nCari amici,

Questa volta mando due mail perché sono tante le cose che ho da dirvi… nella prima vi racconto un po’ quello che sto vivendo e nella seconda quello che sto facendo…

Il 29 di Giugno ho compiuto sei anni di ordinazione sacerdotale… ed il Signore ha pensato di farmi un regalo davvero speciale. Il giorno prima, all’ora di pranzo mentre stavamo ancora tutti a tavola suona il campanello. Vado io ad aprire la porta e si presenta una signora che chiede di accompagnarla a casa sua perché le stava morendo la zia.

Avverto gli altri che sarei andato io. I casi strani della vita, l’unico pomeriggio in cui non avevo molto da fare (capita raramente e ultimamente anche meno). Per cui salgo sulla macchina e ci dirigiamo alla casa della signora. Arrivo lì. La gente gridando, piangendo, altri pregando. Io mi avvicino, saluto con cortesia. Dico che avremmo avuto un momento di preghiera per chiedere la guarigione del malato e per invocare la misericordia di Dio, se avesse voluto portarsela in cielo con lui. Termino la celebrazione e come mia consuetudine, chiedo informazioni sulla persona, mi dicono che ha 46 anni e tre figlie femmine. Il marito l’ha abbandonata. Domanda da quanto stesse così e mi dicono che dieci giorni prima era stata in ospedale e l’avevano dimessa dandogli dei medicamenti da prendere e dato che non avevano i soldi per pagarli non se li era presi. Poi aggiungono che il giorno prima sul far della sera aveva cominciato ad avere dolori al braccio, come crampi prima alla mano e poi al braccio. La mattina aveva smesso di parlare.

Io dentro di me mi dico. Questa non è una malattia normale… mi sembra come un’infezione o una reazione allergica (lo so le mie conoscenze mediche sono pressoché elementari, ma non è colpa mia se nel piano di studi di teologia non c’erano esami di medicina) e così ho preso il telefono e ho chiamato Emanuela, la ragazza di civitavecchia che sta facendo un mese di volontariato con noi come medico e gli dico :”Che stai facendo?” mi risponde: “sto riposando perché?” “Beh! il tuo riposo è finito… tra dieci minuti ci vediamo alla parrocchia ho bisogno di una consulenza medica immediata”…(un giorno mi confesserò per questo…lo prometto)

Emanuela ha visitato il paziente ed ha riscontrato che era coma diabetico (dai … in fondo c’ero andato vicino… più o meno) compriamo i medicinali necessari e la portiamo di urgenza all’ospedale. Emanuela rimane un po’ in quella che chiamano sala “shock” (un giorno vi devo mandare una foto per farvi rendere conto…) per vedere se i medici fanno il loro dovere, quando mi dice che stanno eseguendo la giusta prassi e dopo aver rassicurato i parenti di fuori ce ne andiamo. Risultato: Martedì la signora già parlava, i suoi parenti ci sono venuti a ringraziare.

All’inizio facevamo questa riflessione con Emanuela. Quello non era il momento per pregare, dovevano portarlo in ospedale e d’urgenza (12 ore di coma diabetico sono davvero tante) e la poca cultura della gente, non gli faceva dare un passo che per noi è scontato. Tua madre ha le convulsioni… la porti in ospedale. Pensate che mi hanno ringraziato perché gli ho detto che dovevano portare la madre in ospedale, io non ci volevo credere. Ringraziato per la cosa più banale di questa terra.. La mancanza di cultura è tremenda a volte

 La signora che era venuta a chiamarmi, mercoledì mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare molto. Il Signore ha esaudito le nostre preghiera ci ha mandato voi due quel giorno. Forse è vero, pensandolo bene la probabilità che io sia libero da impegni è abbastanza remota e che quindi potessi andare a dare l’estrema unzione, che io mi accorgessi che si potesse fare qualcosa, ancora meno e che ci fosse un medico in petèn che stesse con noi che potessi chiamare… riducono le probabilità drasticamente. Il Signore gli ha mandato qualcuno per salvare la madre… Si dice che le vie del Signore sono infinite. Davvero la preghiera è un’arma potente. È bello essere “usati” dal Signore anche senza saperlo.Che fede quella della signora!!! Senza di lei io non ci sarei mai arrivato a fare questa riflessione. Del resto i poveri servono proprio a questo… ad insegnare a noi preti a conoscere il Signore.

Tornando a casa mi è venuta in mente un’altra riflessione che ho condiviso con Emanuela, mi è tornato alla mente un film di Verdone, nel quale lui è un missionario in crisi che ritorna in Italia ad un certo punto dice: “dove sono non serve un prete serve la protezione civile”. La capisco bene questa frase… perché qui mi tocca fare un po’ di tutto e senza averne le competenze purtroppo, ma credo sia sbagliato dividere tra Vita e vita, tra annunciare il vangelo della Vita e servire la vita credo sia diabolico (Diavolo… colui che divide) anche se molto comuneSe mi fossi limitato a dare l’estrema unzione, probabilmente mi avrebbero ringraziato e sarebbero stati felici uguali, (anzi mi sono anche fatto gli scrupoli… e se gli avessi dato false speranze e se poi la signora muore… per fortuna che Dio ci mette sempre una pezzama da cristiano e da sacerdote non posso accettare di predicare il vangelo della vita solo a parole, e poi non trasformarlo nella mia vita concreta. “Devi fare solo il prete” me lo sono sentito ripetere varie volte nella mia vita. Quando ero piccolo e l’ho ripetuto alla mia ordinazione “Io voglio fare il prete serio”.

Un’ultima riflessione che mi è venuta in mente prima di andare a dormire è stata quella di capire qual è davvero il limite che devo mettere al mio servire i poveri per non scoppiare. Quante volte mi hanno ripetuto soprattutto nei primi anni di formazione “Giampiero devi imparare a dire di no”. Ultimamente scherzavo proprio con Emanuela sopra una frase che le aveva detto, una nostra amica in comune prima di partire: “Mi raccomando quando arrivi in Guatemala controlla Giampiero, che lui non si rende conto, ma il suo corpo non può fare tutte le cose che fa” (mi ha fatto ridere tanto perchè conoscendo chi l’ha detta, lo pensa sul serio). Devo ammettere che non sono mai riuscito a imparare a dire di no, anche perché non credo sia giusto. Se uno vuole seguire Cristo “seriamente” non può mettersi o meglio permettersi dei limiti… O lo segue o non lo segue e se è vero che nei poveri è presente il Signore e davvero qui io lo tocco con mano ogni giorno che mi sveglio, come posso dire alla persona alla quale ho dato la mia vita che oggi non lo voglio vedere… che oggi ho altro da fare… o che oggi è il giorno in cui mi devo riposare. In fondo di don Bosco prima di morire i medici dicevano che si era consumato. Le emergenze qui sono tante e uno fa davvero poco… vorrei poter fare molto di più. Sempre don Bosco diceva :”se avessi un po’ più di fede” quant’è vero…

Vi abbraccio e vi mando la mia benedizione (vale anche via internet)… e come diceva il mio ispettore di allora dopo l’ordinazione sei un prete da “poco”… prendendomi in giro… davvero lo sono… e spero di esserlo perchè il Signore le cose più grandi le fa con il “poco”…

Don Giampy

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Causale per Giampiero Peten