Natale: Farsi ultimo con gli ultimi

Come tutti gli anni, il mio augurio di Buon Natale nasce dall’insieme di emozioni e sentimenti che sto vivendo. Ogni Natale è un Natale diverso. Quest’anno mi è rivenuta in mente una frase di una lettera che mi scrisse don Alfonso Alfano (anche se tutti lo conoscono come Zifonso) quando partii per la missione in una lettera al suo “chierichetto” probabilmente più indisciplinato. È stato il mio direttore spirituale ed il mio confessore per molto tempo da quando ero bambino.

Mi scrisse tante cose, l’ho considerato un po’ il suo testamento spirituale a me… “Giampiero hai scelto i poveri. C’era da aspettarselo, per come ti conosco so che non avresti potuto fare diversamente e in cuor mio ne sono molto felice. Sappi, però che la strada che vai percorrendo non sarà facile, spesso non sarai compreso, spesso ti sentirai solo, spesso incompreso e osteggiato perfino dai tuoi stessi confratelli, ma ti benedico per il cammino che hai intrapreso. Dio benedice chi sceglie di stare con i più poveri”.

Mi sono, poi, ricordato di una frase che scrisse sempre Zifonso in uno dei suoi libri. Chiedendo alla madre quando avrebbe capito di essere un buon prete e la madre da saggia donna gli rispose: quando uno è figlio di qualcuno dicono tu assomigli a tuo padre, tu assomigli a tua madre… saprai di essere un buon prete quando ti diranno che assomigli a Gesù. Sagge parole di una donna di fede.

Il Natale ci viene a ricordare che Gesù ha scelto di farsi ultimo tra gli ultimi. Non ha solo insegnato che il più grande è colui che serve, è stata proprio la scelta di tutta una vita. Una scelta pesante, difficile ed impegnativa… la discesa del Figlio di Dio sulla terra coincide con un “discendere” dalla gloria del Padre ad un mondo inglorioso che non lo ha accolto relegandolo in una stalla con gli animali perché non c’era più posto anche perché probabilmente i costi delle locande erano ben fuori la portata delle povere tasche di Giuseppe (mentre il dio denaro sappiamo sa sempre come trovare accoglienza nei cuori di tutti), che ha tentato di farlo fuori fin dai suoi primi giorni costringendolo a scappare dalla sua terra Natale perché in pericolo di vita (come purtroppo capita a tanta gente ai giorni d’oggi).

Un Cammino di discesa che dovrà scegliere nuovamente quando lo Spirito Santo lo spingerà verso il deserto, invece che tentare la “scalata sociale” a Gerusalemme, dove un giovane intelligente e stimato da tutti come lui avrebbe potuto fare una gran carriera. A Gerusalemme c’era gente importante, persone di potere, religiosi e politici, persone che contavano con le quali stringere legami per conquistare il potere e poi attraverso di esso aiutare i poveri. Lo Spirito, invece, gli chiede di guardare verso un’altra direzione: la strada del deserto, della fragilità quella sola poteva essere la strada dove comprendere quale era la sua missione, quella che il Padre gli aveva affidato. Da un lato, il mondo ci indica la strada del successo e del potere, dall’altro, la voce dello Spirito ci dice che, se vogliamo davvero realizzare la nostra vita, dobbiamo aprire il cuore agli ultimi, a coloro che non contano, farci come loro.

Il Natale ci insegni a scegliere gli ultimi, a “toccarli” come ci dice il papa, a farci prossimi. Ci insegni a non ubriacarci con la ricerca del potere e ci faccia riscoprire la bellezza della semplicità.

Buon Natale

Don Giampy

 

Como todos los años, mi deseo de Feliz Navidad nace del conjunto de emociones y sentimientos que estoy viviendo. Cada Navidad es una Navidad diferente. Este año me vino a la mente una frase de una carta que me escribió don Alfonso Alfano (aunque todos lo conocen como Zifonso) cuando yo partí para la misión. Una carta a su “monaguillo” probablemente más indisciplinado. Ha sido mi director espiritual y mi confesor desde que era niño.

Me escribió muchas cosas, lo consideré como su testamento espiritual a mí… “Giampiero elegiste a los pobres. Era de esperar, por como te conozco, que no podrías haber hecho otra cosa y en mi corazón estoy muy feliz. Sabes, sin embargo, que el camino que vas recorriendo no será fácil, a menudo no serás comprendido, a menudo te sentirás solo, a menudo incomprendido y desafiado incluso por tus propios hermanos, pero te bendigo por el camino que has emprendido. Dios bendice a quien elige estar con los más pobres“.

Luego recordé una frase que Zifonso siempre escribió en uno de sus libros. Le preguntó a su madre cuándo se daría cuenta de que era un buen sacerdote y la madre que era una mujer sabia le respondió: cuando uno es hijo de alguien dicen que te pareces a tu padre, te pareces a tu madre… sabrás que eres un buen sacerdote cuando te digan que te pareces a Jesús. Sabias palabras de una mujer de fe.

La Navidad nos viene a recordar que Jesús ha elegido hacerse último entre los últimos. No ha solo enseñado que es mas grande el que sirve sino fue la elecciòn de toda una vida. Una elección pesada, difícil y comprometedora… el descenso del Hijo de Dios a la tierra coincide con un “descenso” de la gloria del Padre a un mundo que no lo ha acogido relegándolo a un establo con los animales porque no había más sitio también porque probablemente los costos de las posadas estaban muy fuera del alcance de los pobres bolsillos de José (mientras que el dios dinero sabes siempre cómo encontrar acogida en los corazones de todos), que ha intentado hacerlo fuera desde sus primeros días obligándolo a huir de su tierra natal porque estaba en peligro de vida (como lamentablemente sucede a mucha gente en los días de hoy).

Un Camino de descenso que tendrá que elegir nuevamente cuando el Espíritu Santo lo empuja hacia el desierto, en lugar de intentar la “escalada social” en Jerusalén, donde un joven inteligente y estimado por todos como él podría haber hecho una gran carrera. En Jerusalén había personas importantes, personas de poder, religiosos y políticos, personas que contaban con las que estrechar lazos para conquistar el poder y luego ayudar a los pobres. El Espíritu, en cambio, le pide que mire hacia otra dirección: el camino del desierto, de la fragilidad aquella sola podía ser el camino donde comprender cuál era su misión, la que el Padre le había confiado. Por un lado, el mundo nos indica el camino del éxito y del poder, por otro, la voz del Espíritu nos dice que, si realmente queremos realizar nuestra vida, debemos abrir el corazón a los últimos, a los que no cuentan, hacernos como ellos.

Que la Navidad nos enseñe a elegir a los últimos, a “tocarlos” como nos dice el Papa, a hacernos prójimos. Que la Navidad nos Enséñe a no emborracharnos con la búsqueda del poder y nos haga redescubrir la belleza de la simplicidad.

Feliz Navidad

Don Giampy