Misericordia o Giustizia?

Non mi preoccupano le parti della Bibbia che non capisco, ma quelle che capisco” diceva Mark Twain. Credo che non ci sia nulla di più vero, perché le parti della Bibbia che capisco poi le devo mettere in pratica.

A volte ho pensato che ci siano come due poli completamente inconciliabili tra loro. Due poli totalmente antitetici e incompatibili. La giustizia di Dio e la sua misericordia. Non si può essere giusti e misericordiosi allo stesso tempo o si è giusti e quindi si fa pagare per gli errori che si compiono o si è misericordiosi e si perdona indiscriminatamente le ingiustizie.

Spesso mi sono domandato se Dio dovesse essere più giusto o più misericordioso, per adeguarmi di conseguenza, e devo ammettere che ho sempre preferito la giustizia alla misericordia. Non nego di aver pensato nella mia vita come san Giovanni: “Signore vuoi che facciamo scendere un fuoco che li divori?”. Più volte mi sono domandato se sia “giusto” che Dio non sia un giustiziere, non giusto ma proprio giustiziere. Probabilmente mi accontenterei che almeno fosse giusto, ma segretamente in cuor mio mi piacerebbe vederlo fare il giustiziere, specie in un posto come quello in cui vivo in cui la giustizia non esiste o meglio è in mano ai più forti che la elargiscono a loro piacimento.

Poi l’altro giorno leggo la storia di san Giuseppe, quante volte l’avrò letta, ma mai mi ero soffermato su un particolare. San Giuseppe dice la Bibbia era un uomo giusto. Se San Giuseppe fosse stato un uomo giusto, avrebbe dovuto prendere Maria, portarla nella piazza principale e lapidarla. Ucciderla a pietrate senza alcuna pietà, accompagnato da tutta la gente del paese. Invece che pensa lui (uomo giusto) … di rispedirla al mittente, salvandole la vita. Una soluzione che avrebbe salvato la sua reputazione e che avrebbe garantito la salvezza a Maria.

La Bibbia, però, dice che San Giuseppe era un uomo giusto, quindi o la Bibbia mente (e lo escludo a priori) o il senso di giustizia della Bibbia non è quello nostro. San Giuseppe era un uomo giusto perché un uomo misericordioso. La giustizia di Dio è la misericordia. La giustizia di Dio non è quella nostra, potremmo dire che il modo di punire di Dio è la sua misericordia e il suo perdono. Ho così iniziato a cercare nella Bibbia e mi sono reso conto che anche nell’antico testamento si insegna la misericordia, lo stesso Gesù rimprovera i farisei che lo accusano di non rispettare le tradizioni citando “Misericordia io cerco e non sacrificio”.

Misericordia sono le opere che hanno reso santi uomini e donne di ogni tempo e luogo, e che ancora oggi esaltano la generosità di tutti coloro che vedono la carne di Cristo nelle ferite dei poveri. In realtà, misericordia è l’altro nome di Dio. Giovanni Paolo II ha scritto tre encicliche per evocare i nomi e i ruoli delle persone della Trinità. Per Dio Padre ha scelto il titolo Dives in misericordia, ricco di misericordia, pronto a perdonare ogni colpa senza limiti di tempo e di misura. Gesù è il Redentore dell’uomo, colui che personifica la bontà del Dio vicino, che giudica il peccato ma salva il peccatore. Scrive don Tangorra: il suo visitare le città, percorrere le strade, superare i confini, vedere e toccare le persone, sedersi alle mense più improbabili, conversare, perdonare, consolare, dare voce, hanno gettato il seme della misericordia nella storia. Nel campo visivo della misericordia rientrano temi chiave come la povertà, l’esclusione, il perdono. Schierandosi a favore delle vittime, Gesù denuncia la causa dei mali nel potere oppressivo, qualunque sia la sua origine, e annuncia la soluzione nella discesa della compassione divina. Egli dichiara beati i poveri, sposta gli ultimi in prima fila, perdona e riconcilia i peccatori. Questi rovesciamenti, osserva don Tangorra, non potevano passare inosservati, ma Gesù rimanda i suoi denigratori a scuola del profeta Osea, che scrisse: “misericordia io voglio e non sacrifici”. Il sacrificio esprime un rapporto chiuso della religione, mentre la misericordia la riempie di relazioni.

Nella parabola della pecorella smarrita, il padrone delle pecore fa ciò che nessuno farebbe: lascia tutto e va dietro la pecora perduta. Solo Dio può assumere un tale atteggiamento! Gesù vuole che il fariseo o lo scriba che c’è in noi, ne prenda coscienza. I farisei e gli scribi abbandonavano i peccatori e li escludevano. Loro non sarebbero mai andati dietro la pecora perduta. L’avrebbero lasciata perdere nel deserto. Preferivano le novantanove. Ma Gesù si mette nella pelle della pecora che si è perduta e che, cadrebbe nella disperazione, senza speranza di essere accolta. Gesù fa sapere a loro e a noi: “Se ti senti peccatore, perduto, ricorda che per Dio tu vali più delle altre novanta nove pecore. E nel caso in cui ti converta, sappi che “ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”.

Si racconta che un giorno si presentò alla corte di Napoleone, una madre il cui figlio aveva rubato per la seconda volta. La legge era chiara, sarebbe dovuto essere giustiziato a morte. La madre si mise ad supplicare la grazia a Napoleone chiedendogli misericordia e implorando il perdono. Napoleone le rispose che non si poteva avere misericordia nel suo caso, e che suo figlio non si meritasse nessun perdono, aveva rubato per la seconda volta. La madre le disse che sapeva bene che suo figlio non si meritasse nessun perdono per questo stava implorando misericordia.

La misericordia non si merita, è frutto di un dono gratuito di Dio che ci dà una seconda opportunità e la dà ad ognuno di noi continuamente, perché ognuno di noi continuamente pecca (anche se facciamo fatica a riconoscerlo… ci piace sempre trovare scuse delle nostre colpe o meglio ancora dire che le nostre colpe sono piccole). È vero che siamo molto bravi a chiedere a Dio di perdonarci i nostri errori e che non abbiamo la stessa capacità di perdonarli a chi li fa contro di noi. Quanto siamo bravi a chiedere a Dio misericordia quando si tratta dei nostri peccati e quanto al contrario chiediamo a Dio di essere un “giusto giustiziere” quando si tratta dei peccati degli altri (soprattutto quando sono fatti contro di noi).

Nell’insegnamento di Gesù la misericordia non è solo l’attributo divino per eccellenza, ma la regola d’oro del discepolo.  La misericordia di Dio… ci chiama ad averla con i nostri fratelli… si ha ragione Mark Twain… mi preoccupa di più quello che capisco della Bibbia di quello che non capisco…

Buon fine anno della misericordia a tutti

Don Giampiero


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Causale per Giampiero Peten