Qualche altra notizia… la visita nel carcere minorile di Guatemala

539112_493259927389276_987484063_nOggi festa di Cristo re pensava un poco a quello che è il Regno di Dio: un regno in cui dominare significa servire … conquistato con la spada della croce … e guadagnato con lo spargimento del suo solo sangue

Oggi, nell’oratorio abbiamo fatto una festa con tutte le famiglie che collaborano. Qui l’oratorio è portato avanti principalmente dalle famiglie, che lo continuano anche quando i salesiani non ci sono (ad esempio ora i post novizi vanno fuori a lavorare nelle varie case, perché per loro questo è il periodo delle vacanze estive), qui ho visto realizzata quella collaborazione con i laici che tanto sventoliamo ai quattro venti e della quale ci capita in Italia spesso, di non (voler) realizzare mai.

Mi è piaciuta una frase che ha detto un post novizio ricordando il perché della festa: “questa non è un’opera per i salesiani, ma è un’opera per Dio e tutti dobbiamo fare la nostra parte”.

È stata una Domenica diversa, hanno chiuso l’oratorio e i post novizi hanno festeggiato tutte queste persone, con scenette, giochi a stand ai quali hanno partecipato tutti i componenti della famiglia e poi i bambini hanno giocato alla pignatta (premi tante caramelle…)

Infine pranzo insieme e Bingo con premi…A seguire messa di ordinazione di due diaconi dell’ispettoria. Il Vescovo che è un salesiano ha fatto un’omelia bellissima prendendo per la preghiera alcuni canti religiosi come esempio ( e li ha anche cantati)… ma la cosa più bella è stato il suo richiamo a non aver paura di darsi totalmente a Dio… di non essere cristiani col “ma”… facendo esempi tipo sono cristiano ma non vado a messa tutte le domeniche…sono cristiano ma non mi confesso…etc. Tutti hanno i proprio “ma”… beh è un bel invito proprio in vicinanza dell’avvento a prendere il cristianesimo meno con le pinze e più completamente…

In quanto a me… questa settimana è stata abbastanza intensa… Mi mancava un’esperienza e appena ne ho avuto la possibilità, l’ho sfruttata…questa settimana per la prima volta in un carcere minorile di qui. Altra esperienza per aiutarmi a capire.

Quando don Bosco visita le carceri si dice che abbia detto: “Questi ragazzi dovrebbero trovare fuori un amico che si prende cura di loro, li assiste, li istruisce, li conduce in chiesa nei giorni di festa. Allora forse non tornerebbero a rovinarsi”. Credo che ben descriva quello che ho provato. È la riflessione che ho condiviso con alcuni dei giovani post novizi con i quali sono andato a visitare il carcere minorile. Da quando sono in Guatemala tutto risuona in maniera più forte…ero stato in un carcere minorile anche in Italia e più volte, ma mai come questa volta ho capito quello che pensava don Bosco. In questo carcere minorile sono presenti solo i ragazzi abbastanza giovani molti hanno 14 e 15 anni in mano alle bandiglie… ossia la gang criminali presenti sul territorio. Ragazzi in mano alla malavita locale. Alcuni con la pena definitiva, altri in attesa di giudizio.

Devo dire che il carcere minorile è ben tenuto, al contrario di quello che mi aspettassi. Ci sono 3 psicologi, 2 pedagoghi e 3 assistenti sociali. Per circa 140 ragazzi. Il carcere sta in buone condizioni…Le stanze sono tenute bene e la stanza che abbiamo usato per l’incontro era persino pitturata ed addobbata… anche se più o meno ovunque c’è ethernit…qui a quanto pare è uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia…

Ci sono anche celle “personali” per i criminali più pericolosi… (che ricordo sono sempre minorenni). Hanno, poi, un settore a parte per coloro che hanno abbandonato le bande e si sono “redenti”. Sono ragazzi che all’interno del carcere compiono un cammino spirituale (il capo del carcere diceva che la religione è la forza più grande per fargli cambiare vita…beh mi sembra che don Bosco dicesse lo stesso, no?). Non possono stare con gli altri perché se no li ammazzano. Non si possono neanche incontrare le due bande rivali altrimenti altro spargimento di sangue… ripeto sto parlando di ragazzini di 14 anni, molti dei quali con il volto dei nostri ragazzini che frequentano l’oratorio o la scuola….Tra l’altro non ricevono nessuno sconto di pena per buona condotta se vanno nella sezione “pentiti”… rischiano solo se vengono presi.

Abbiamo pregato, cantato con loro, anche giocato. I post novizi fanno servizio più specifico con i ragazzi che hanno abbandonato le bandiglie tutti i giovedì, è un bel lavoro… devo dire che lavorano con ragazzi veramente difficili, alcune storie che mi hanno raccontato i ragazzi mi hanno fatto accapponare la pelle, e di quello che hanno fatto, anche perché compiute in età in cui di solito si gioca con la play station non con un fucile a pompa o una calibro 9. Sono molto semplici e non hanno paura a raccontarti le loro esperienze passate.

Molti di loro una volta usciti dal carcere dovranno emigrare (spesso clandestinamente) perché nella loro città non possono tornare, verrebbero sgozzati.

Vi posso assicurare che sono ragazzi tranquillissimi, con i quali si gioca e si scherza come con quelli dei nostri ambienti, alcuni hanno la faccia da bambino… e dentro di te ti domandi se sia giusto che siano condannati a questa vita solo perché nati ad una latitudine diversa dalla tua. A volte provano anche a ribellarsi a questo destino crudele ma non è sempre facile, specie se non hanno qualcuno che li aiuta a comprendere la differenza tra bene e male...vuoi o non vuoi qualcuno a noi ci ha insegnato a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, al contrario a loro qualcuno gli ha insegnato come inserire i proiettili nel caricatore di una pistola…


 

Mi permetto di concludere ricordando un episodio della vita di Madre Teresa di Calcutta… che ben ci ricorda il senso della festa di Cristo RE…

Nel 1979 Madre Teresa ricevette il premio Nobel per la pace: un riconoscimento che lei non ha mai desiderato e mai cercato. Il premio, comunque, le fece piovere addosso tanta fatica e tanti inviti: fra questi, ci fu quello del Segretario generale delle Nazioni Unite.

Madre Teresa non voleva andare all’ONU, perché ella sta male quando deve sottrarre anche una sola ora alla preghiera e al servizio dei poveri: ma non poteva dire di no!

Si presentò nell’assemblea dell’ONU con il vestito dimesso, con il golfetto rammendato, con i sandali logori, con la borsa di pezza, con il volto pieno di rughe: si presentò così come è sempre e, evidentemente, apparve “scomoda” in mezzo a tanta eleganza e a tanta diplomazia.

Pérez de Cuellar, Segretario generale dell’organismo, la introdusse così:

Ecco la donna più potente della Terra. Ecco la donna che è accolta dovunque con rispetto e ammirazione. Costei è veramente le “Nazioni Unite”, perché, nel suo cuore e nella sua carità, ella ha accolto i poveri di tutte le latitudini della Terra!“.

Madre Teresa non gradì questo saluto altisonante e, con un po’ d’imbarazzo, prese la parola e disse: “Io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, il Signore Gesù mi ha riempito il cuore d’amore e così ho potuto amare i poveri con l’amore di Dio“. Poi si fermò un istante, alzò la corona del Rosario e aggiunse: “Pregate anche voi, e Dio vi riempirà il cuore di amore e così potrete vedere bene i poveri che avete attorno e potrete amarli con il cuore di Dio!“.

Il discorso fu breve, ma l’assemblea cadde in un silenzio carico di emozione e qualcuno abbassò la testa per la vergogna.

Che questa festa ci dia il coraggio di pregare per vedere i tanti poveri che ci sono accanto… forse a me è concesso di vederli più facilmente (beh diciamo che si impongono), ma in tutto il mondo ci sono… e soprattutto che ci dia il coraggio per metterci a servizio loro