8 marzo 2016

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L’8 marzo si celebra anche in Guatemala la giornata mondiale della donna lavoratrice, una data che ogni anno ci ricorda che c’è poco da celebrare e ancora molto da fare per garantire i diritti alle donne in Guatemala.

Nella società guatemalteca il maschilismo è ancora molto radicato. Per capire a che punto si arriva: Una volta sono dovuto andare a chiedere ad un marito di una signora che partecipa alla pastorale della promozione della donna di permettere a sua moglie di venire a messa… Si perché non le permetteva di venire a messa, perché doveva stare in casa e pulirla.

Essendo una società profondamente maschilista, le donne hanno meno probabilità di eccellere, di studiare e di farsi una posizione sociale rispetto agli uomini, la situazione si aggrava per le donne indigene, e più se in una zona rurale. Hanno ridotte opportunità di lavoro, vengono violati continuamente i loro diritti, ricevendo retribuzioni inferiori a parità di lavoro, orari di lavoro eccessivi e non accedono al periodo di allattamento e alla maternità. Ultimamente una donna mi raccontò che lei lavorava 16 ore al giorno come cameriera in un ristorante, senza giorno di riposo e che quando c’erano feste, lavorava anche venti ore senza sosta. La pausa pranzo durava non più di quindici minuti. Lo stipendio inutile dire che non è neanche il minimo salariale, ma una donna che spesso è stata abbandonata dal marito quando è rimasta incinta, preferisce subire tutto pur di poter dare da mangiare ai propri figli.

Le donne, inoltre, non hanno accesso all’educazione perché normalmente si preferisce mandare i figli maschi a studiare mentre le figlie femmine restano a casa ad occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli.

Per non parlare delle violenze fisiche e psicologiche che sono costrette a subire continuamente. Solo l’anno scorso il Ministero Pubblico ( MP ), ha registrato 54 mila denunce di violenza fisica, psicologica e sessuale alla violenza le donne Secondo la PDH , l’anno scorso fino ad oggi , il deputato ha registrato 12 mila denunce di reati sessuali contro le donne, (tra i 13 e 17 anni), le cui regioni più colpite sono state, Escuintla , Alta Verapaz , Quetzaltenango , Petén , Suchitepequez , San Marcos e Huehuetenango. Il dato è molto più alto perché queste sono le denunce effettuate, però la maggior parte dei reati non è denunciato questo dovuto al fatto che molti casi restano impuniti e che ciò che non fa altro che fomentare la violenza contro di esse. Senza ricordare che durante il conflitto armato, le violenze sulla donna hanno raggiunti atrocità indescrivibili

La nostra pastorale della promozione della donna ha organizzato per il terzo anno consecutivo la marcia di sensibilizzazione a favore della donna. Una camminata per le vie del paese alla quale hanno partecipato uomini e donne della nostra parrocchia. È interessante che il municipio (il cui sindaco era donna) ha iniziato anche lui ad organizzare una marcia dopo che ha visto noi. Ogni anno aumentano le persone che vi partecipano e soprattutto aumentano anche gli uomini che si rendono conto che non è una questione di contrapposizione tra uomini e donne, ma di essere uniti nel costruire una società più giusto che noi cristiani chiamiamo il Regno di Dio.

In questi tre anni sono molti i risultati che abbiamo ottenuto. Molte donne si sono emancipate, riuscendo ad aprirsi delle proprie attività, a mettere in pratica quello che hanno appreso nei corsi e ad educare nella famiglia i propri figli ad essere differenti.

La nostra pastorale della promozione della donna, le aiuta a studiare, le aiuta ad imparare un mestiere e le appoggia psicologicamente, facendole recuperale quell’autostima che le violenze della vita le ha fatto ingiustamente perdere.

Celebriamo, oggi 8 di marzo, la forza di tante donne che hanno dimostrato con la loro lotta instancabile, per mettere a frutto i propri talenti e ponendoli a disposizione della società. Celebriamo la perseveranza di tante di loro che con il loro entusiasmo stanno trasformando la storia del loro paese.

Don Giampiero