Intervista al Bolettino Salesiano

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Don GIAMPIERO PARTE

“il mio cuore non ha confini”

1620417_10203334081338741_1744216160_nA “prendere il crocifisso”, simbolo della partenza per le missioni, il 25 settembre, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, c’era anche don Giampiero De Nardi, unico italiano, per continuare l’avventura nata nel cuore di don Bosco.

Che cosa significa per te questa volta “partire”?

Ascoltare quello che Dio vuole ancora una volta e fidarsi di Lui. Parto, perché sento che Dio vuole da me qualcosa di più. Dove mi trovo sto veramente bene.

Attualmente qual è il tuo compito?

Attualmente sono l’animatore del Centro di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi don Bosco a Roma. Un’esperienza che mi ha fatto maturare e crescere tantissimo come prete e come salesiano.

Come hai sentito la vocazione? Perché hai preso questa decisione?

Ho sempre desiderato partire missionario. I miei genitori sono stati in missione due anni in Ecuador, tra i Jivaro, i tagliatori di teste. Si sono conosciuti proprio là. Tornati in Italia si sono sposati e stavano per ripartire, quando alla mia mamma hanno riscontrato una malattia e non le hanno concesso il visto. Così hanno deciso di costruire una casa famiglia per accogliere all’interno della loro famiglia chi non l’aveva. Nella casa famiglia anche grazie all’esempio di tanti salesiani (per me soprattutto don Alfonso Alfano che mi ha seguito spiritualmente fin da piccolo) che hanno lavorato per essa, ho capito che il Signore mi chiamava ad essere salesiano e prete. Continua a leggere »


Qualche altra notizia… la visita nel carcere minorile di Guatemala

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539112_493259927389276_987484063_nOggi festa di Cristo re pensava un poco a quello che è il Regno di Dio: un regno in cui dominare significa servire … conquistato con la spada della croce … e guadagnato con lo spargimento del suo solo sangue

Oggi, nell’oratorio abbiamo fatto una festa con tutte le famiglie che collaborano. Qui l’oratorio è portato avanti principalmente dalle famiglie, che lo continuano anche quando i salesiani non ci sono (ad esempio ora i post novizi vanno fuori a lavorare nelle varie case, perché per loro questo è il periodo delle vacanze estive), qui ho visto realizzata quella collaborazione con i laici che tanto sventoliamo ai quattro venti e della quale ci capita in Italia spesso, di non (voler) realizzare mai.

Mi è piaciuta una frase che ha detto un post novizio ricordando il perché della festa: “questa non è un’opera per i salesiani, ma è un’opera per Dio e tutti dobbiamo fare la nostra parte”.

È stata una Domenica diversa, hanno chiuso l’oratorio e i post novizi hanno festeggiato tutte queste persone, con scenette, giochi a stand ai quali hanno partecipato tutti i componenti della famiglia e poi i bambini hanno giocato alla pignatta (premi tante caramelle…)

Infine pranzo insieme e Bingo con premi…A seguire messa di ordinazione di due diaconi dell’ispettoria. Il Vescovo che è un salesiano ha fatto un’omelia bellissima prendendo per la preghiera alcuni canti religiosi come esempio ( e li ha anche cantati)… ma la cosa più bella è stato il suo richiamo a non aver paura di darsi totalmente a Dio… di non essere cristiani col “ma”… facendo esempi tipo sono cristiano ma non vado a messa tutte le domeniche…sono cristiano ma non mi confesso…etc. Tutti hanno i proprio “ma”… beh è un bel invito proprio in vicinanza dell’avvento a prendere il cristianesimo meno con le pinze e più completamente… Continua a leggere »


Oggi, Domenica 13/11/2011 sono stato nuovamente in oratorio…

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388550_2703755119052_1466091177_nIo e shiju ci alterniamo tra i due oratori in cui prestano servizio i post novizi (Domenico Savio e Michele Magone, per la cronaca).

Vi racconto solo una cosa tra le tante che mi sono successe. È quella che mi ha colpito di più, perché è stata una bella lezione. Vi racconto un colloquio avuto con un ragazzo di lì, del gruppo diciamo dei “ragazzi del muretto”, però come sapete è più forte di me, e mi sono subito avvicinato a loro, fare amicizia è un gioco da ragazzi, essendo straniero, giocare fuori casa ha i suoi vantaggi…

Tra loro c’era un ragazzo molto sveglio.

Il ragazzo ha circa 15 anni e va a scuola per cui è uno che tutto sommato sta bene economicamente.

Dopo i convenevoli e le solite domande di rito tipo “qual’è la tua squadra preferita in Italia?” o “sei mai stato a Venezia?” o “com’è la torre di Pisa?” (non chiedetemi, però, perché queste domande), il ragazzo mi ha chiesto: «Ma è vero che in Olanda la droga è legale ed anche la prostituzione» .

Devo ammettere che il mio primo pensiero è stato, però anche qui sognano l’Olanda, anche visto il gruppo, ma mi ha sbalordito quando mentre io cercavo di spiegare un po’ come funzionava in Olanda e che in realtà stanno ritornando indietro sulle precedenti posizioni, quando ha detto: «puchica (caspita in guatemalteco) in Europa sprecate soldi per cavolate quando noi con quei soldi potremmo studiare. Io tutto sommato sono fortunato perché a casa ho il cibo e qualcuno che pensa a me ma non potrò studiare all’università informatica perché non abbiamo abbastanza soldi per andare all’università» (prima doccia fredda!!!) poi ha continuato : « ma è vero che in Italia avete la crisi. Ma che vuol dire? In Italia come potete avere la crisi? Io penso che in realtà voi avete troppo ed ora che vi tocca// ridimensionare i consumi vi sembra una cosa incredibile. Ho sentito che da voi il mais lo date agli animali(ha una zia che lavora in Germania), da noi è l’alimento principale, nonché unico e per molti è una fortuna averlo. Ho letto sul giornale che avete gente che si suicida ma non penso che lo faccia per lo stesso motivo che capita qui da noi. Qui i ragazzi si suicidano perché muoiono di fame (seconda doccia gelata)». Continua a leggere »


Come cambiano le cose in questa parte del mondo – Un po’ di notizie

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377772_2891948423767_2029714706_nDevo dare un po’ di notizie di quello che mi è accaduto in questi giorni. La prima cosa è che vado in Honduras a lavorare per un anno in una parrocchia che lavora con i poveri. L’ispettore mi ha chiesto che ne pensavo di andare a fare pratica per un anno in una parrocchia che si occupa dei più poveri, così potevo avere qualche idea in più quando cominciavo a lavorare ad El Peten… chiaramente ho accettato, anche perché non vedo l’ora di poter lavorare con un ritmo un po’ più intenso. Mi ha colpito una cosa che, però, mi ha detto una giovane salesiano studente di filosofia qui nel filosofato: « la parrocchia in cui vai è realmente povera e lavora con i più poveri, lì è veramente missione ». Io dentro di me mi sono detto ma qui tutte le parrocchie mi sembra che lavorano con i poveri sono tutte molto missionarie, chissà che mi aspetta…Il concetto di povertà è molto distante da quello che avevo prima di venire qua. Continua a leggere »


Quattro giorni abbastanza ricchi a “El Salvador”. (seconda parte)

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2178315831_6e8895fa0bIl giorno successivo abbiamo visitato due case salesiane. Nella prima, una scuola tecnica, abbiamo assistito ad una mostra dei lavori dei ragazzi. Ogni ragazzo presenta un elaborato sia di meccanica, di fisica o di qualsiasi materia del percorso stile college americano, un po’ come si vede nei film statunitensi. Molto ben curato il tutto. È bello come qui puntino all’eccellenza, non si accontentano delle cose, come noi purtroppo a volte diciamo, all’oratoriana.

La seconda è una parrocchia, che è anche la sede del bollettino salesiano locale. Qui le parrocchie fanno un’opera di servizio al territorio molto forte. In una delle case c’è un refettorio per persone anziane che non hanno nulla che serve tutti i giorni sia la colazione e sia il pranzo. Una cosa che mi ha colpito dell’opera è che hanno un centro di comunicazione sociale interno all’opera per comunicare quello che succede nell’opera (dai battesimi agli eventi vari) totalmente gestito dai ragazzi della parrocchia sono circa sette e sono molto in gamba. Continua a leggere »


Quattro giorni abbastanza ricchi a “El Salvador”. (prima parte)

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livinginsansalContinua il mio resoconto settimanale di questi miei giorni in missione… Gli ultimi quattro giorni sono stati pieni di spunri per cui sono costretto a scrivere in due parti 

El Salvador festeggia il centenario della presenza salesiana nella nazione ed il Rettor Maggiore è stato invitato a presenziare alle celebrazioni così con i post-novizi ed i novizi siamo partiti alla volta di El Salvador. Per me e Shiju, è stata la scusa per visitare un’altra nazione delle sei che compongono la mia nuova ispettoria.

Il San Salvador è una nazione molo piccola, grande poco più del Lazio e con una popolazione poco maggiore del Lazio (6 milioni e mezzo di abitanti). Ha gli stessi problemi di violenza del Guatemala, anzi in classifica morti per anno è meglio piazzata supera di gran lunga perfino la Colombia (leggevo sul giornale locale che è la quarta nazione al mondo per omicidi all’anno).

Economicamente sta meglio del Guatemala, anche perchè possiede una classe media che è totalmente assente in Guatemala. Una buona parte del prodotto interno lordo, circa il 20%, proviene dai soldi che i salvadoregni emigrati spediscono dagli Stati Uniti nel paese. Questo dato può aiutare a rendersi conto di quanto e qual’è la produzione del paese.

Le giornate sono state molto intense ed ho potuto visitare diverse opere. Finalmente ho guidato per la prima volta qui in terra straniera. Continua a leggere »


ARTICOLO SU INFOANS.ORG

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1620417_10203334081338741_1744216160_nAppena poche settimane fa don Giampiero de Nardi era ancora in Italia, nella terra dov’è nato e ha svolto le prime attività come salesiano. Domenica 25 settembre ha preso il Crocifisso Missionario nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino ed ora è già in missione in Guatemala, nella capitale, dalla quale invia una testimonianza sui suoi primi giorni da missionario.

“In questi giorni stiamo parlando molto della futura missione. Il progetto prende sempre più corpo ed appare molto interessante” racconta. “Inizieremo occupandoci di una parrocchia della città di San Benito, che ci garantirà un posto fisso per l’inizio, la possibilità di conoscere e di farci conoscere dalla gente”.

Importante, soprattutto all’inizio, è la fiducia e l’accompagnamento della comunità e della Chiesa locale, che per fortuna non mancano: “Saremo addirittura in 4, perché l’Ispettore del Guatemala manderà un confratello dell’Ispettoria come Direttore della casa; (…) la missione si costruirà su dei terreni che mons. Fiandri, il vescovo (salesiano, ndr) ha comprato fuori città. (…) Vuole che ci occupiamo dei giovani e che li educhiamo per farli uscire da certi circuiti. È convinto, e del resto è il segreto di Don Bosco, che con una corretta educazione si possa costituire una società diversa e migliore”. Continua a leggere »


La mia giornata in un oratorio…(segue dalla nota precedente)

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398386_3228684081948_2050059571_nDomenica mattina abbiamo la possibilità di alzarsi un po’ più tardi cioè alle 6 perchè alle 6,30 abbiamo la preghiera comunitaria… Dopo la preghiera, colazione abbondante a base di fagioli e uovo all’occhio di bue… tanto per stare leggeri… e caffè (finalmente ho trovato una Bialetti, e la Domenica mi concedo un caffè caffè…Qui in Guatemala ci sono parecchi confratelli italiani… e a quanto pare tutti si portano la caffettiera dall’Italia…Il Caffè è una di quelle cose a cui non possiamo rinunciare).

Partiti per l’oratorio Domenico Savio, che è solo domenicale ed è un’attività totalmente staccata dalla Parrocchia.

Abbiamo preparato la sala della Messa, addobbandola con palloncini e festoni… pensavo che si facesse solo per le grandi occasioni ed invece a quanto pare, preparano sempre la sala della messa come un salone da festa. A seguire la messa nella quale ho fatto la mia testimonianza come missionario.

Subito dopo la Messa tutti i ragazzi hanno un momento di formazione circa 15-20 minuti (qui la chiamano catechesi, ed è molto simile ai momenti di formazione che facciamo durante Estate Ragazzi).

Finito il momento di catechesi, i ragazzi si dirigono ai campi di calcio. L’oratorio organizza una sorta di campionato interno. Tutti i ragazzi sono coinvolti in questa attività e per giocare devono aver partecipato al momento di catechesi altrimenti non possono giocare. Terminato il momento di catechesi, l’oratorio offre la colazione ai ragazzi… a volte è l’unica colazione che i ragazzi ricevono. Continua a leggere »


Dopo una giornata di intensa attività oratoriana…alcune considerazioni

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397562_3130365664049_104057883_nDopo una giornata di intensa attività oratoriana, dove finalmente ho potuto parlare con i ragazzi capendo quello che mi dicevano e rispondendo con frasi sensate, ora posso finalmente rispondere ad una domanda che venendo in Guatemala alcuni mi hanno fatto ossia: “se scappavo dall’Italia per cercare un posto più semplice dove la gente qualsiasi cosa fai ti batte le mani, dove hai un sacco di persone a messa, mentre qui in Italia, si deve faticare per portare qualcuno in Chiesa”.

Prima di partire ho sempre risposto che dove vado ci sono altri problemi, molti più che in Italia e che noi minimamente ci sogniamo, che la gente, dove vado lotta per poter vivere, ed è vero.

A volte ho anche risposto che Dio ha sempre benedetto largamente il mio lavoro apostolico molto più di quanto mi meritassi e che ho avuto la fortuna, grazie anche a dei collaboratori splendidi di poter fare grandi cose. Continua a leggere »


Prostituzione in Guatemala, una piaga purtroppo accettata da tutti

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In Guatemala la prostituzione non è illegale. In quelle che loro chiamano “cantine” e “Bar” si possono ottenere prestazioni sessuali a pagamento da ragazze maggiorenni, sono locali n cui ci si può ubriacare, giocare d’azzardo, un po’ come le nostre osterie di un tempo. Da quello che mi diceva don Vittorio, una prostituta in una cantina costa attorno ai 30 Quetzal circa 3 euro.

Turisti internazionali viaggio in Guatemala per turismo sessuale (Per lo più minorile), soprattutto in città come Antigua e Città del Guatemala.

La tratta degli esseri umani sta diventando un problema significativo e crescente nel paese, in particolare per lo sfruttamento dei bambini nella prostituzione. Molte donne e bambini sono stati portati nel paese da organizzazioni criminali per costringerli a prostituirsi.

La prostituzione, punta dell’iceberg di una condizione femminile che da sempre vede la donna come incarnazione della corporeità a disposizione dell’uomo, di schiava del piacere del macho latino. Una forma di sottomissione dell’uomo sulla donna che nel contempo rivela ne la sua debolezza e fragilità. Tale condizione rimane difficile da sradicare nella cultura locale, nonostante le tante battaglie e i troppi discorsi. Ne abbiamo trovato desolante conferma anche nei recentissimi tragici eventi di cronaca nera, dove le donne hanno pagato con la vita il tentativo di sottrarsi a tale mercato o la semplice fine di storie d’amore.

Don Vittorio quando è arrivato ha provato a sollevare il problema manifestandolo all’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa nel tentativo di risvegliare la coscienza popolare, ma i risultati sono scarsi. Alla fine ha desistito, conscio che era non solo una battaglia contro i mulini a vento, ma soprattutto perché metteva a repentaglio la sua vita e quella delle persone che gli stavano accanto. Alla fine ha convenuto che l’unica soluzione è sempre quella dell’educazione. Lentamente formare le ragazze a non farsi usare, e a non far usare il proprio corpo come mera merce di consumo, anche perché la maggior parte di coloro che vanno con queste ragazzine (molte delle quali maggiorenni solo sulla carta) sono gente di cinquant’anni e più. Pensavo a come mi sentirei io se mia figlia fosse costretta con la forza da organizzazioni criminali o per la fame a doversi prostituire in tal modo e con una persona che potrebbe essere benissimo suo nonno.

Un tessuto educativo privo di figure di riferimento, la scuola è praticamente inesistente, tutto quello che è il Welfare è totalmente demandato ai religiosi. Sia la Chiesa Cattolica che quella Evangelica sono le uniche fonti di diritto per il cittadino. Tutto quello che lo stato dovrebbe dare al cittadino, non viene dato se non dopo compensi ingiustificati (mazzette). La stessa giustizia non è garantita al cittadino che a volte è costretto a farsela da solo.

L’ispettore sta iniziando a programmare come e quando iniziare la nuova comunità ad “El Peten” si parla di Dicembre 2012, cioè non prima di un anno. Lì la situazione è abbastanza disastrata, attualmente non c’è proprio nulla, se non un campo di patate con qualche roccia in mezzo, in una situazione cittadina ai limiti del vivibile. Il narcotraffico in quella zona è una piaga impressionante. Ci sono zone in cui è vietato l’accesso alla gente ed in molti quartiere di San Benito la polizia non entra per paura di essere ammazzata.

In tutto questo, prego il Signore come faceva don Bosco, di darmi la capacità di discernere la sua volontà e di servirlo nei suoi poveri. Tra le persone che conoscete se qualcuno vuole avere notizie della missione dategli questa mail: [email protected]

Credo che uno dei compiti maggiori che ho come missionario è quello di risvegliare l’opinione pubblica sulla situazione del mondo specie sulla condizione in cui vivono milioni di persone e le continue vessazioni alle quali sono sottoposti milioni di bambini nel mondo


Da una preghiera di Mons. Tonino Bello… un regalo ricevuto

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MARIA MISSIONARIA-01Santa Maria, donna missionaria,

noi ti imploriamo per tutti coloro che avendo avvertito, più degli altri, il fascino struggente di quella icona che ti raffigura accanto a Cristo, l’inviato speciale del Padre, hanno lasciato gli affetti più cari per annunciare il Vangelo in terre lontane.

Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza. Proteggili da ogni pericolo.

Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri i tratti della tua tenerezza.

Metti sulle loro labbra parole di pace.

Fa’ che la speranza con cui promuovono la giustizia terrena non prevarichi sulle attese sovrumane di cieli nuovi e terre nuove.

Riempi la loro solitudine. Attenua nella loro anima i morsi della nostalgia. Quando hanno voglia di piangere, offri al loro capo la tua spalla di madre.

Rendili testimoni della gioia. Ogni volta che ritornano tra noi, profumati di trincea, fa’ che possiamo attingere tutti al loro entusiasmo.

Confrontandoci con loro, ci appaia sempre più lenta la nostra azione pastorale, più povera la nostra generosità, più assurda la nostra opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli ritardi, sappiamo finalmente correre ai ripari.

Santa Maria, donna missionaria, tonifica la nostra vita cristiana con quell’ ardore che spinse te, portatrice di luce, sulle strade della Palestina. Continua a leggere »


Continuano gli aiuti umanitari alla gente danneggiata dalle recenti alluvioni

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imagesPer mezzo di un ponte aereo, “Aeroclub de Guatemala” porta aiuti umanitari alle zone danneggiate dalla tempesta che ha colpito il Guatemala negli ultimi giorni e ha lasciato fino ad ora, 38 morti, 5 dispersi, strade distrutte e milioni di perdite in agricoltura.

Aeroclub de Guatemala fornisce 15 elicotteri per stabilire un ponte aereo con aiuti umanitari a quelli più colpiti della costa del Pacifico.Per il funzionamento del tutto collaborano personale dell’esercito, del Coordinamento nazionale per la riduzione dei disastri (Conrad), e volontari. tutto per coordinare la distribuzione degli aiuti in più di 15 luoghi che sono in condizioni critiche.

Il saldo delle precipitazioni è di 38 persone sono morte. Questa è l’;ultima relazione del Coordinamento per la riduzione dei disastri (Conrad), che riporta anche 5 dispersi, ma quello che ora si tema è che i fiumi trasbordino dagli argini creando ancora ulteriori problemi. 14 000 alloggiati in ricoveri di emergenza e mezzo milione di persone colpite dalle inondazioni e che hanno perso tutto(casa, lavoro, etc.). 13 sezioni stradali sono segnalati con gravi danni nelle diverse regioni del paese.

L’economia segnala grosse perdite: Le inondazioni generate dalla pioggia battente degli ultimi giorni hanno causato problemi per i caffè, zucchero e cardamomo (una spezia locale..no ho ancora capito cos’è), tre principali prodotti di esportazione.

La situazione in tutto il centro-america non è migliore del Guatemala Continua a leggere »


La mia vita in missione – seconda parte…

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281809_4648907986658_323516425_nUna parte del racconto l’ho omessa… perchè desideravo dargli un po’ più di risalto e soprattutto perchè forse è la cosa che più mi porto dentro dall’esperienza a San Pedro. Il giorno in cui abbiamo visitato le due aldeas prima di bucare la ruota per capirci… ci si avvicina un signore lungo il sentiero e ci chiede di andare in una casa per andare a prendere una persona ed accompagnarla in ospedale. Padre(don qui significa signore per cui si usa padre al posto del don) Gerardo fa salire la persona sulla macchina e mi chiede se avevo già assistito al parto di un bambino perchè probabilmente è una donna che deve partorire … Qui funziona così – continua lui – a volte tocca anche far partorire le donne e poi mettono al bambino il tuo nome. Qui ci sono un sacco di bambini con i nomi dei missionari.

io ho pensato tra me e me che l’esame da ostretica non mi ricordo se era tra quelli facoltativi di ingegneria o tra quelli opzionali di teologia, ma che non dovevo averlo messo nel piano di studi… e ho risposto: “beh c’è sempre una prima volta, no?”.

Quando siamo arrivati lì ci ha accolti il marito della donna, e ci ha spiegati che la situazione era ben diversa e chiedeva che gli amministrassimo l’estrema unzione perchè non desideravano portarla all’ospedale perchè non avevano i soldi per pagare le cure.

Dentro di me, inizialmente, mi sono sentito impotente ed arrabbiato. Non potevo credere che nel terzo millennio si possa accettare che la gente muoia solo perchè nessuno le cura… perchè non ci sono i soldi per curare le persone. Nella capanna è entrato solo padre Gerardo… Qui c’è un concetto diverso della morte rispetto a noi europei… qui la morte è “naturale” fa parte del ciclo della vita… si nasce e si muore e si accetta la morte con estrema naturalezza! Come muoiono gli animali così muoiono le persone è normale…La serenità con cui tutta la famiglia ha accettato la morte del parente mi ha sconvolto… Non hanno voluto neanche farsi aiutare… forse avremmo potuto pagare noi le cure… ma hanno preferito che morisse tra le “mura” di casa. Qui la morte è continuamente presente e ci devi fare i conti tutti i giorni. Ti sbatte in faccia la realtà che per quanto tu faccia alla fine la “Grande Mietritrice” ha sempre l’ultima parola.

Non posso accettare la morte se si può fare qualcosa…Gesù pensava a l’uomo nella sua interezza… annunciare la Parola di Dio…l’evangelo ossia la Buona notizia… significa dire all’uomo che Dio gli viene incontro perchè egli sia VERAMENTE e PIENAMENTE LIBERO… non di una libertà che lo shiavizza come a volte capita… ma di una libertà che lo rende veramente e pienamente uomo…che lo fa essere migliore. Di un Dio che gli garantisce il BENESSERE e non un semplice BENAVERE…Di un Dio che vuole la tua felicità … ma una felicità che non passa che dura sempre.

Ho promesso di servire l’uomo con il mio sacerdozio, beh qui penso che avrò parecchio da fare… Non si perde la bussola solo se si guarda a come Cristo ha fatto e si cerca di farlo per l’uomo di oggi.

Un abbraccio a tutti


La mia visita in una missione (prima parte)

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73261_1559253696871_3793034_nIn questi giorni siamo stati in visita alla missione di San Pedro Charcha, nella quale lavora Vittorio, un po’ per renderci conto di quello che viene fatto in una missione e un po’ per avere un primo contatto con i Keckhi.

Il primo giorno abbiamo visitato due villaggi Keckhi (loro le chiamano aldeas). Vi racconto come è andata di buon mattino siamo saliti su uno dei “pick up” della missione … ma come vi starete domandando??? un pick up non è un po’ troppo costoso per un missionario???troppo banale la risposta perchè qui costano molto poco…ed infatti non è così (intanto premetto che nel viaggio di andata dalla capitale a San Pedro ho visto solo Pick Up). Beh il concetto di strada in Guatemala è abbastanza lontano dal nostro. Nelle strade principali, quelle che collegano le città, cioè le nostre superstrade capita di avere frane… per cui non di rado ti trovi massi in mezzo alla strada o tratti in cui devi abbandonare la strada (perchè ceduta) tratti in cui devi invadere l’altra corsia perchè nella tua ci sono detriti, e passare in sentieri scavati dalla ruspa qualche istante prima… Io stesso ho assistito durante il viaggio in diversi punti all’operazione di pulizia della strada da parte degli scavatori per liberarla dalle roccie… ed in più punti ho visto gli operai iniziare a ricostruire la strada perchè al suo posto c’era un burrone… Ma queste sono le strade principali… il bello è quando si va nei villaggi, perchè la strada in certi tratti (quelli migliori) è uno sterrato con buche e fosse stile sentiero di montagna, mentre in altri punti(la maggior parte) è un sentiero percorribile quasi solo a piedi ed in certi punti non c’è proprio nulla… la cosa bella e che mi rassicurava è che non pioveva molto per cui non c’era il fango o dei fiumi da attraversare come al solito ( a detta del missionario) ed abbiamo dovuto guadare solo un paio di volte… a volte bisogna lasciare anche il pick up e continuare a piedi…68817_1559172494841_6914267_n

Arrivati nel villaggio che non è come io lo pensavo… le case sono molto distanti l’una dall’altra… abbiamo fatto colazione insieme alla gente con quello che ci hanno offerto (menù a base di cioccolata calda, fagioli, tortilla di mais e abbondante peperoncino… qualcosa di leggero per cominciare bene la giornata). Siamo saliti fino al punto in cu c’è la cappella attraversando un terreno fangoso. Siamo entrati nella chiesa che è una capanna di legno con tetto di lamiera (mantiene di più il calore e costa di meno di farla di paglia, così dicono…). La chiesa era addobbata a festa con festoni e palloncini perchè c’erano due battesimi, un po’ come noi abbelliamo le sale in cui festeggiamo i compleanni o le feste…beh da un senso di festa, al quale noi non siamo abituati. Immaginate una sala 4 per 12 metri con circa cento venti persone dentro…

Hanno montato un generatore di elettricità per poter alimentare una pianola ed una chitarra elettrica e l’amplificazione per il microfono del sacerdote… I keckhi hanno una naturale predisposizione per la musica suonano semplicemente ad orecchio…e suonano veramente bene…

Mi ha colpito della messa l’offertorio perchè è veramente un offertorio ossia la gente ti porta le uova o un sacco di mais, e anche denaro che raccolgono. È bello vedere questa processione offertoriale con la gente che ti consegna quello che hanno faticato e te lo danno perchè tu possa continuare nel tuo lavoro (e forse farebbe bene anche a noi preti invece di ricevere offerte solo in denaro, ricevere concretamente sostegno alimentare forse ci farebbe passare tante fisime…) ed il secondo momento è quello del lavabo… non potrò mai più farlo dopo averlo fatto in un aldeas… già perchè acquista tutto un altro significato (quello autentico ed originale)… quello di lavarsi le mani sporche per distribuire la comunione e ti fa ricordare che veramente hai le mani sporche di tutte le tue fragilità ed indegnità quando dai il corpo del Signore a chi ti sta davanti!!!

40152_1559174254885_2577975_nAbbiamo pranzato con la gente qui il menù sale di quantità: Brodo di carne con olio di palma (che è un tocca sana per gli stomachi più delicati!!!), pollo, tortilla, cioccolata calda e patate bollite. Loro mangiano solo brodo e pollo, riservano tutto il resto per il “padrecito” (come viene chiamato il sacerdote) che è venuto a trovarli.

Finito il pasto siamo ripartiti per la successiva aldea per celebrare nuovamente la messa. Questa era un po’ più grande aveva anche una piccola scuola ed un piccolo luogo adibito ad oratorio costruiti dal salesiano. Questi che abbiamo visitato erano i villaggi più lontani e più dentro nella foresta.

Dopo aver cenato (qui si mangia troppo), siamo ripartiti per la casa salesiana e mi sono spiegato perchè in guatemala ci sono un’infinità di negozi che vendono gomme per auto, già perchè abbiamo forato… capita visto le strade!!! Il brutto è cambiare una ruota sotto la pioggia battente. Siamo tornati con la nebbia fittissima che non permetteva di vedere ad un palmo dal naso con la paura di forare nuovamente o semplicemente di finire in un burrone… ma siamo arrivati sani e salvi.

Il giorno dopo, invece, abbiamo visto dei centri costruiti dai salesiani della missione. Il centro don Bosco che in tre opere accoglie più di 2300 ragazzi che vivono lì (dormono, studiano, mangiano giocano..etc.). Sono poveri per cui non pagano una retta se non un simbolico di 80 Euro l’anno… il resto li trova il salesiano attraverso beneficenza. Il secondo centro si chiama “Talita Kum” ed è qualcosa di meraviglioso. Questo salesiano ha messo su da zero un’associazione con 300 persone che lo aiutano (più una 50 di suore di un ordine che ha fondato lui, con gli indigeni) per la promozione dei villaggi keckhi. Un associazione che si occupa di promozione umana (istruzione, alimentazione, produzione agricola e generazione di lavoro). Inoltre ha un centro con 300 ragazze seguite dalle suore che vivono lì…Fanno scuola e preparano così i capi dei villaggi futuro facendo lentamente crescere l’intero villaggio attraverso gente locale. Questo centro sta veramente cambiando lentamente la situazione sociale dei villaggi migliorando le coltivazioni, migliorando l’alimentazione che è molto grassa e non conosce nulla oltre il pollo…

Questo salesiano (Padre Georghe), che è indiano, ed è della stessa città di Shiju è veramente un eroe, alla veneranda età di 71 anni ancora va a visitare i villaggi..

1488293_10203000952280362_5841483451778070377_nIl giorno successivo siamo stati nella parrocchia della missione dove un gruppo di suore (Divino Redentore, altra congregazione della famiglia salesiana). Il problema maggiore della popolazione è l’istruzione. I ragazzi stanno in mezzo alla strada perchè non hanno voglia di andare a scuola. Non c’è un motivo per andare a scuola, perchè dopo aver studiato comunque dovrò tornare dove ero prima, perchè non c’è futuro, non c’è un lavoro che posso andare a fare, allora tanto vale non andarci… Uno degli impegni qua sembra sia proprio quello di creare occupazione, beh del resto don Bosco lo ha fatto a Torino.

In questi giorni sto pensando al Vangelo: a Gesù che dice: “I poveri li avrete sempre con voi”(mt. 26,11). Qui si vede che la Chiesa è veramente impegnata (o come si dice in spagnolo compromisa…che suona come compromessa perchè non accetta quello che a loro capita fin anche ad eccessi come propri qui in Guatemala dove ha capeggiato la rivolta dei poveri dando vita alla gueriglia) per i poveri; ed al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù predica il Vangelo e si preoccupa contemporaneamente dei bisogni della gente… è lo stesso Gesù che non disunisce le due cose. Non si può distinguere l’impegno per la promozione umana dall’annuncio della buona novella, perchè difronte c’è lo stesso uomo affamato ed assetato della Parola di Dio che solo può colmare i suoi affanni e contemporaneamente affamato ed assetato di cibo ed in quel volto ed in quella persona si riconosce lo stesso volto di Cristo che ti dice: “ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

È stata un’esperienza veramente importante mi ha aiutato a rendermi conto di quello che succede in una missione ed ad aprirmi gli occhi su quello che si può fare. In questo momento le emozioni sono tante… Spero di poterle raccogliere e con calma metabolizzare…

un abbraccione a tutti


Un piccolo resoconto dopo una settimana a città del Guatemala…. un piccolo riassunto delle puntate precedenti

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10341611_792084647483534_8908757930874649841_nIn questi giorni stiamo parlando molto della futura missione. Il progetto prende sempre più corpo ed appare molto interessante, non andremo allo sbaraglio, anzi mi sembra ci sia un bel progetto dietro. Addirittura saremo in quattro, perché l’ispettore del Guatemala manderà un confratello dell’Ispettoria come Direttore della casa. L’ispettore sta investendo sia dal puto di vista economico che di personale perché possiamo partire nel miglior modo possibile. Inizieremo occupandoci di una parrocchia della città di San Benito, che ci garantirà un posto fisso per l’inizio, la possibilità di conoscere e di farci conoscere dalla gente e qualche entrata per poter iniziare la costruzione della missione che si costruirà su dei terreni che Mons. Fiandri, il vescovo, ha comprato fuori città.

San Benito è una zona molto povera anche se è vicino al capoluogo della regione che è Flores che è una città tutto sommato ricca. C’è perfino un aeroporto lì vicino. San Benito è una città con alto rischio di degrado, forte è la prostituzione anche minorile ed il consumo di droga. Il Vescovo vuole che ci occupiamo dei giovani e che li educhiamo per farli uscire da certi circuiti. È convinto, e del resto è il segreto di don Bosco, che con una corretta educazione si possa costituire e costituire una società diversa e migliore. Pian piano ci espanderemo per rispondere ai vari bisogni del territorio del resto don Bosco faceva proprio questo guardava quelli che erano i bisogni del luogo e con il discernimento e l’aiuto dello Spirito Santo vi rispondeva. Ci sono qualche villaggio ketchi nelle vicinanze ma non sono molti. Del resto anche il giovane Cagliero, il primo salesiano missionario, ha iniziato a Buenos Aires per poi andare nella Patagonia. Continua a leggere »


el peten … si procede a vele spiegate

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1555486_740752045986237_6058086967041937820_nIeri siamo stati il pomeriggio con l’ispettore (nella foto). É stato bello ci ha dedicato un intero pomeriggio. Ci ha atto visitare la cattedrale, il mercato popolare, il punto in cui è nata la città del Guatemala ed infine una mappa topografica in rilievo enorme del guatemala. Il mercato è una specie di “Porta Portese” ce ne sono molti in città di questi mercati. la cosa che mi ha colpito è che questo si trovasse nella piazza centrale della città è come se da noi porta portese fosse a piazza di spagna.

L’ispettore ci ha fatto notare come è la gente nel mercato ha insistito perchè guardassimo e capissimo . Lui ogni tanto va nel mercato solo per avere contatto con la gente. Questo è molto interessante. Qui ci si tiene  non perdere il contatto con la gente e con la gente povera. La maggior parte della gente vive di commercio. Non ci sono lavori fissi.

Abbiamo parlato della mia futura missione. Il progetto è molto interessante, non andremo allo sbaraglio, ma c’è un bel progetto dietro. Inizieremo occupandoci di una parrocchia della città che ci garantirà un posto fisso per l’inizio, la possibilità di conoscere e di farci conoscere dalla gente e qualche entrata per poter iniziare la costruzione della missione che si costruirà su dei terreni che il vescovo ha comprato fuori città. Il vescovo in questi 15 anni si è molto dato da fare ha circa decuplicato il clero locale che era pressocchè inesistente prima di lui. Attualmente sono circa 30 i sacerdoti che collaborano con lui per il vicariato apostolico. Il vescovo è un tipo molto alla mano a vederlo non sembra neanche un vescovo (secondo i parametri che abbiamo in Italia)…

San Benito è una zona molto povera anche se è vicino al capoluogo della regione che è flores che è una città tutto sommato ricca. C’è perfino un aeroporto lì vicino.

San Benito è una città con alto rischio di degrado forte è la prostituzione anche minorile. Grande è il consumo di droga, soprattutto di Cocaina. Piccola parentesi ieri nel giornale ho letto che per il Guatemala transitano circa 400 tonnellate di cocaina ogni anno dirette verso gli stati uniti, di queste il 10% ossia 40 tonnellata si fermano in Guatemala e vengono usate dalla gente. Considerando che la popolazione del Guatemala è di circa 12 milioni di abitanti fatevi velocemente il calcolo del consumo…

Il Vescovo vuole che noi tre salesiani ci occupiamo dei giovani e che li educhiamo per farli uscire da certi circuiti. è convinto e del resto è il segreto di don Bosco che con una corretta educazione si possa costituire e costituire una società diversa. Pian piano ci espanderemo per rispondere ai vari bisogni del territorio del resto on Bosco faceva proprio questo guardava queli che erano i bisogni del luogo e con il discernimento e l’aiuto dello Spirito Santo vi rispondeva. Ci sono qualche villaggio ketchi nelle vicinanze ma non sono molti.

Domani l’ispettore volerà a Flores per parlare con il vescovo di tutte le cose da fare e per farsi spiegare meglio il progetto. Lunedì con Shiju andremo ad Alta Vera paz una regione del Guatemala in cui è forte la presenza ketchi. Dove sta Vittorio Castagna (il terzo dell’allegra brigata) e visiteremo una missione impiantata.

Concludo con un racconto ameno che mi è stato raccontato dal segretario ispettoriale per capire la situazione di violenza presente qui: Macchina in coda. Persona sta parlando al cellulare. Si accosta una persona con la motocicletta bussa al vetro con una pistola (al finestrino opposto un complice anche lui in motocicletta e co la pistola) si fa dare ill cellulare e se ne va. In cambio sembra che abbiano molto rispetto per i sacerdoti, ai quali non fanno nulla… è bene girare in clergymen per cui sto valutando l’ipotesi di portarlo più spesso…


Come guardi il mondo cambia il mondo

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images (1)Gli israeliti quando entrarono nella terra promessa, la descrissero come una terra dove scorre latte miele ma nella realtà era una terra desertica. Credo che fosse differente il modo in cui loro la vedevano e la percepivano perchè avevano trovato il posto che aveva dato loro il Signore. Era uno sguardo di fede su quella realtà. Uno sguardo che se guardare oltre il dato meramente empirico ma che si apre alle potenzialità immense inscritte in quella realtà. In questi giorni mi sento un po’ come gli israeliti che hanno trovato la loro terra promessa. Anche qui ci sono problemi ed anche tanti forse molti di più della mia precedente ispettoria, ma vedo tutti affrontarli con il sorriso certi di lavorare nella vigna del Signore e con quell’ottimismo che distingue coloro he sanno che non dipende tutto da loro. Mi stanno aiutando i confratelli del posto che hanno uno sguardo di fede impressionante. Ieri siamo andati a fare una passeggiata ad Antigua la precedente capitale del centro america, a pranzo sono rimasto molto colpito dai discorsi fatti con i confratelli.

L’economo ispettoriale parlando di come si gestiscono le case ad un certo punto ha detto. C’è una cosa che noto le case ce lavorano con i poveri si sostengono da sole arrivano continuamente offerte, mentre le case che al contrario non lavorano con i poveri hanno sempre problemi economici e aggiungeva io da economo questo lo noto molto bene. Del resto è vero che se lavoriamo con il Signore e per Lui non ci farà mncare nulla.

Il segretario ispettoriale, alla mia domanda di quanti confratelli fossero nell’infermeria ispettoriale, mi ha risposto che qui non hanno una infermeria ispettoriale, che se serve mettono accanto al confratello un medico che lo segua. Questa risposta mi è veramente piaciuta tanto, anche perchè è una bella lezione di vita. Questo è il modo in cui si accudiscono i fratelli. Questo è il modo di essere famiglia. Devo ammetere che è stata una bella sberla. A volte se uno non è più produttivo lo si relega in un angolo, questa è la mentalità capitalista e la sua conseguenza. Qui tutti i confratelli lavorano sodo e lavorano tutti.


Un opera salesiana davvero bella

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1280px-Parroquia_La_Divina_ProvidenciaIeri ho visitato una casa veramente bella salesianamente parlando del guatemala.è la casa della divina provvidenza (nome che mi è particolarmente caro). un’opera sociale immensa. Un fiore all’occhiello per tutta l’ispettoria per due motivi:

Il primo è che l’opera è gestita in comunione tra i vari componenti della famiglia salesiana ex-allievi, cooperatori, figlie del divin salvatore (delle suore fndate ad El Salvador). una comunione non solo di intenti ma fattiva e che si percepisce da come parlano, da come scherzano.

La seconda è il tipo di opera che è una scuola professionale che accoglie circa 280 giovani la maggior parte di loro il sabato e la domenica perchè gli altri giorni lavorano completmente gestita dagli exallievi della scuola professionale. Continua a leggere »


dopo una mattinata in visita alle case salesiane e alla capitale

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imagesInizia delinearsi meglio quello che andremo a fare. La prossima settimana andrò a visitare la missione di san pedro dove stà Vittorio. Poi tornerò e andrò nello studentato filosofico per studiare bene lo spagnolo.

Ieri ho visitato le case salesiane ed un poco la città.

La cosa che più mi ha colpito è vedere il colleggio don Bosco, una immensa scuola (1500 allievi) di cui più di 200 totalmente a carico della scuola. Il governo non dà nulla e gli allievi pagano 70 dollari. l’80% è coperto dalle rette ma il restante da offerte di buona gente.in altre scuole pagano fino a 500 dollari… i preside era contento perchè nonostante sia tra le rette più basse, don bosco è tra le migliori 5 scuole del guatemala.Il pomeriggio l’oratorio è aperto al quartiere che è una delle zone piùpovere della capitale. Ho capito cosa si intende per povertà qui. noi la chiamiamo miseria.Non si può descrivere, la devi vedere, forse l’abbiamo vista in qualche film, ma non si pò capire cosa significa dormire in una baracca di lamiera 3 metri per 3 senza averla vista da vicino. Certo se la capitale è così mi domando come è il resto della nazione. Continua a leggere »


Il mio primo giorno a Città del Guatemala

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Tikal_mayan_ruins_2009Passato il primo giorno nella capitale. Ci sono diverse cose che mi colpiscono:

la prima è il senso di comunità che ho percepito durante la messa, noi cerchiamo di rendere le celebrazioni molto solenni e eleate, qui ho assistito invece ad una festa… Alla fine della messa abbiamo festeggiato una Signora che compiva 96 anni, abbiamo messo l’intenzione di preghiera per lei e fatto un grande applauso. Da noi se fai certe cose vieni preso per uno che non rispetta la solennità della Liturgia…

la seconda è il concetto di povertà che è totalmente diverso da quello a cui sono abituato. Con Shiju girndo per le strade della città attorno alla casa salesiana ci siamoo detti che sicuramente sono case povere e di gente molto povera, invece, a detta di un sacerdote del poste sono case di gente benestante.

la terza è la presenza della violenza che sembra essere uno degli elementi più problematici del Guatemala.

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Articolo su LA STAMPA

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Partita la spedizione: “Il messaggio di Don Bosco è vincente”

downloadA Maria Ausiliatrice, ieri mattina, si è ripetuto il rito della consegna del crocifisso ai missionari salesiani in partenza: 74 religiosi e laici hanno ricevuto il mandato dal rettore maggiore don Pascual Chavez Villanueva, l’avvio della 142ª spedizione missionaria salesiana.

Tante le storie personali riunite nella casa madre della congregazione fondata da Don Bosco, tante e diverse le destinazioni. Il quadro della presenza missionaria salesiana nel mondo è sempre più multiforme: nascono nuove missioni, se ne consolidano altre e «diventa sempre più numeroso il gruppo destinato alla nuova evangelizzazione del continente europeo per il quale è stato avviato nel 2009 il Progetto Europa», spiega don Václav Clement, consigliere generale per le Missioni Salesiane.

Ed evangelizzare i ragazzi europei sarà l’esperienza di don Pedro Ayala, giovane sacerdote salesiano messicano: il rettor maggiore lo ha destinato alla Don Bosco Haus di Amsterdam, dove collaborerà nella formazione di volontari e nel servizio ai giovani in situazioni di pericolo.

E se dall’America Latina si viene in Europa, dal Vietnam si parte per il Bangladesh: Joseph Cosma Dang The Lam andrà ad Utrail, dove i salesiani operano da 2 anni. «Il Bangladesh è una nuova terra di missione – spiega Joseph, 29 anni -, abbiamo molto da fare. Ho cercato di studiare un po’ la cultura islamica e mi sono informato sul paese attraverso internet».
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